39 CONDIVISIONI
Luis Suarez e il caso della cittadinanza italiana

Esame di italiano di Suarez: indagine sull’accordo tra il legale Juve e il direttore dell’Ateneo

Favorire la promozione di Luis Suarez perché superasse l’esame di italiano e ottenesse un attestato di livello di B1 in cambio di altre operazioni del genere (calciatori stranieri che necessitano di un’abilitazione per ottenere cittadinanza e passaporto comunitario). È questo il filone d’inchiesta della Guardia di Finanza sul quale sta indagando la Procura che ha prefigurato il reato di corruzione.
A cura di Maurizio De Santis
39 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Voi certificate che Luis Suarez parli l'italiano correntemente e, grazie alla documentazione, può ottenere la cittadinanza italiana. Noi vi promettiamo che porteremo lì, a Perugia, altri calciatori che si trovano nella stessa situazione della punta uruguaiana. È questo il filone d'inchiesta della Guardia di Finanza sul quale sta indagando la Procura che ha prefigurato il reato di corruzione per la vicenda dell'esame di italiano sostenuto dal calciatore del Barcellona nell'Ateneo umbro per conseguire un attestato di livello B1. Coinvolti sia i vertici dell'Ente, sia i docenti sia la Juventus (al momento non indagata).

Perché quel "pezzo di carta" era (ed è) così importante? Serviva al giocatore ma anche alla società per completare l’iter amministrativo e rispettare la prassi per essere inserito nella "rosa" da comunitario, una casella che tra i tesserati bianconeri era già occupata dall’americano Weston McKennie e dal brasiliano Arthur Melo (entrambi ingaggiati di recente). Ed è sui termini del presunto accordo tra i responsabili dell'Università e la società torinese che gli inquirenti hanno acceso i riflettori: individuato il movente (la necessità che superasse i test), le attenzioni adesso si concentrano sul sospetto mandante (il club) ed eventuali mediatori (un legale della Juventus), complici, fiancheggiatori che hanno tessuto la trama fino a trovare l'intesa.

Nella ricostruzione degli eventi emersa finora – ne parla il Corriere della Sera – c'è un punto fondamentale riscontrato dalle intercettazioni acquisite agli atti: il ruolo dell'avvocatessa Maria Turco e i contatti con il direttore generale dell'Ateneo Simone Olivieri, due aspetti della vicenda culminata con l'arrivo in Italia di Luis Suarez il 17 settembre scorso. In mezzora circa (tanto durò la sua sessione, comprese le foto di rito con la commissione) terminò una prova che, abitualmente, comporta un tempo di analisi notevolmente maggiore (circa 2 ore e mezza) ed è strutturata in quattro parti (qui la descrizione dell'esame) di cui 3 scritte (comprensione della lettura, redazione di testi scritti, comprensione dell’ascolto) e una orale (dialogo frontale con i docenti per verificare anche la capacità di sostenere una conversazione, esprimendosi utilizzando anche termini del linguaggio corrente).

Quando e come sarebbero entrati in contatto l'avvocatessa e il direttore generale? Tutto sarebbe riconducibile all'inizio di settembre, quando un amico di Olivieri fa da tramite con l’avvocatessa Turco (fa parte dello studio Chiusano, storico legale della Juventus). Ed è da allora che, in seguito a una serie di telefonate (intercettate), viene preparato l'accordo. Tutto deve essere fatto in tempi abbastanza brevi (non c'è molto tempo, considerata anche la chiusura del calciomercato entro il 5 ottobre) e con la certezza che Suarez superi il test nonostante non conosca l'italiano. Fissata la procedura d'urgenza, individuati i professori che avrebbero dovuto occuparsi della questione, il passo successivo sarebbe stato formalizzare in qualche modo l'intesa. Come? Facendo sì che l'Università ne avesse un ritorno aprendo un canale privilegiato per altre "situazioni alla Suarez".

Tra i punti oscuri dell'esame definito "su misura", perché organizzato per favorire Suarez, c'è dell'altro. La data del test, inizialmente fissato per il 22 settembre e poi anticipato di cinque giorni (17 settembre) ma con un doppio escamotage: inserire nell'appello della giornata anche altri esaminandi stranieri, così da evitare sospetti; accogliere il calciatore che sarebbe giunto "preparato" all'appuntamento, conoscendo già le domande che gli sarebbero state rivolte. Chi lo avrebbe preparato indicando quali fossero i contenuti da imparare a memoria? Gli stessi docenti che lo avrebbero successivamente esaminato.

Esiste prova di una cosa del genere? Un video allegato agli atti dell'indagine mostrerebbe come si è svolto il colloquio tra la punta dei catalani e gli esponenti della commissione. In buona sostanza nel filmato, acquisito perché da tempo l'università era tenuta sotto osservazione, mostrerebbe come al giocatore sia stata riservata una corsia preferenziale e un trattamento di favore in virtù della scansione delle domane e delle risposte fornite.

La giustizia sportiva. È il "lato b" di un'inchiesta che potrebbe coinvolgere anche la Procura federale cui spetterà il compito di valutare approfondimenti ed, eventualmente, associare all'inchiesta penale anche quella su un presunto illecito sportivo. Ruolo e grado di responsabilità delle persone coinvolte. La Juventus era a conoscenza degli accordi contratti dall'avvocatessa e dal direttore generale? Il legale era stato effettivamente incaricato di occuparsi del "caso Suarez"? Infine, lo stesso giocatore dovrà raccontare cosa gli fu detto e quando gli fu spiegato quale sarebbe stata la procedura da seguire per arrivare preparato al test così da conseguire la cittadinanza italiana.

39 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views