Emergenza Coronavirus, Lukaku: “Perché giocare se è un rischio per la salute?”

Perché giocare se farlo rappresenta ancora un pericolo per la salute? Già, perché? Dipende da quale punto di vista esponete le vostre ragioni: Lega, federazione e presidenti dei club fanno un paio di conti e tanta basta affinché – al netto di tutte le precauzioni – i calciatori tornino ad allenarsi e poi vadano in campo per chiudere la stagione; se vi trovate dall'altra parte della scrivania, se siete voi i protagonisti diretti, quelli che rischiano per davvero come accaduto ad altri (da Manolo Gabbiadini a Blaise Matuidi), allora è più difficile trovare una risposta.
La Serie A è ferma, se e quando ripartirà non sarà solo per volere dei vertici federali. Non può esserlo perché in ballo c'è la salute pubblica. C'è la vita delle persone, mai così in bilico a giudicare dall'evoluzione dei contagi del Coronavirus (qui tutti gli aggiornamenti). Ed è anche per questo che l'attaccante dell'Inter, Romelu Lukaku, ha espresso forti perplessità sull'opportunità di riprendere la stagione a breve. Il belga si tiene in forma da solo ma è chiaro che non può bastare per conservare "fiato e ritmo" necessari per affrontare una partita.
Se dobbiamo giocare in una situazione in cui la salute generale non è sicura – ha spiegato nell'intervista a Bleacher Report – perché dovremmo giocare? Non è questione di avere paura. Però è come vivere in una bolla, cerchi di capire cosa stia succedendo e capisci che il Paese in cui vivi e lavori è il più colpito in Europa.
La sensazione di smarrimento è palpabile, si accompagna alle angosce quotidiane sollecitate dal bollettino degli infetti (di cui fanno parte anche i calciatori) e dei morti a causa del Covid-19, al timore di non farcela, alla consapevolezza che – per il momento – non c'è una soluzione efficace, un farmaco, una pozione che dir si voglia perché questo morbo si fermi, svanisca, possa essere combattuto.
In alcune città senti solo le sirene delle ambulanze che vanno avanti e indietro – ha aggiunto Lukaku -. Nella lista dei contagiati ci sono anche i giocatori e si sta sempre più allungando. La salute generale è molto più importante del calcio adesso. E anche se è dura restare fermi, credo che questa sia l'unica cosa da fare.