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E’ già tempo di Derby d’Italia: la lunga settimana verso Inter-Juventus

Mentre si sta concludendo la sesta giornata di campionato si parla già di ciò che accadrà il prossimo weekend a Sn Siro: Inter-Juventus, la sfida delle sfide. Con Conte che si veste di nerazzurro e Sarri di bianconero, con Lukaku e Cr7 a confronto, così come de Ligt e Godin. Tra polemiche e sfottò, tutta Italia si fermerà per 90 minuti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ovviamente Inter-Juventus sarà la madre di tutte le partite da agosto a questa parte. Conterà poco cosa si sia fatto fino ad oggi, come ci si sta comportando in Europa, quali sono i progressi o le aspettative più o meno mantenute in un mese e mezzo di campionato. Se non vinci la ‘Partita' tutto appare inutile. E non perché è il Derby d'Italia tra chi ha vinto di più e chi mai in Serie B ha giocato ma perché è la sfida che mette a confronto (e contro) due ideologie storicamente diverse (e avverse) a tal punto da spaccare in due la penisola. Innescando un faccia a faccia che dal lontano 2006, anno di Calciopoli, si è sempre più riacceso 90 minuti dopo 90 minuti. Dunque, la domanda è sempre e solo una durante la settimana che porta al match: chi sta meglio tra Inter e Juventus?

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Più che sfida-scudetto è la Sfida

C'è chi parla di sfida scudetto, anche se si è alla settima giornata di campionato. Non è certo così ma è garantito che se qualcuno ne uscirà con i tre punti, al di là di un primato solitario (Inter e Juve sono separati solo da due lunghezze) darà una frustata all'avversario, soprattutto nel morale e nell'autostima. In palio, al momento ci sono tre punti – pesanti, ma sempre tre punti. Nulla di più. Come aver vinto tutte le prime sei partite non significa avere in tasca il tricolore (anche se per il 75% delle volte poi è andata così).

Il Derby ‘totale' del calcio italiano

Insomma: Inter-Juventus è il match da non perdere, poi se lo si vince è meglio. Con sè, negli anni ha trascinato polemiche prima durante e dopo, ha esagitato gli animi, dentro e fuori dal campo, ha mobilitato tifoserie a urlarsi contro manifestando l'amore per la propria squadra ma soprattutto l'odio verso quella avversaria. E ha da sempre catalizzato milioni di spettatori, pronti a godersi il confronto senza dover tifare per alcuno, sapendo con un retrogusto diabolico che qualcosa di unico prima o poi capiterà nei 90 minuti di gioco.

Conte e Sarri, la ‘prima volta'

Poi ci sono i confronti, gli incroci, i precedenti, le statistiche e i numeri. C'è Antonio Conte al suo primo Derby d'Italia in nerazzurro pronto a sfidare chi l'ha reso grande guidando da condottiero chi l'ha sempre insultato e odiato come il nemico numero uno. Come si comporterà al fischio d'inizio? Se segnerà l'Inter esulterà? E se ci sarà un errore arbitrale pro Juve cosa farà? Dall'altra ecco Sarri che si cimenta come tecnico della Juventus dopo aver fatto apprendistato a Napoli e a Londra. Sarà in grado di gestire la situazione prima e durante il match? Proporrà il proprio gioco o farà giudizio ponendo avanti il fine giustificando il mezzo con cui proverà ad ottenerlo (niente bel gioco, pragmatismo di risultato)?

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Inter, a lezione di autostima

Certamente meglio arriva l'Inter alla sfida di Milano. Lo dicono i numeri, 18 punti contro 16, con sei vittorie su sei, la miglior difesa del campionato (2 reti subite), tanti uomini a segno senza un vero e proprio leader in campo. Un gruppo, fondato su una ‘mentalità importante' come Conte ha alla fine ammesso dopo il sesto successo di fila.

I punti di forza, da Lukaku a Godin fino al fenomeno Sensi

C'è Lukaku che ha tirato il fiato in vista della Juventus (e prima ancora del Barcellona) e che sta cercando la forma migliore. C'è il piccolo Sensi che si è trasformato nell'Apprendista Stregone della mediana, trovando l'intesa perfetta con i compagni di reparto che Conte si diverte fargli girare intorno. E c'è Lautaro, il Toro pronto a sfoderare le sue incornate, Godin il Professore che ergerà la solita diga difensiva e Handanovic, capitan Miracolo che con le sue parata ha permesso il primato attuale nerazzurro.

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Juventus, da lepre a inseguitrice

Di fronte c'è però la Juventus, una Juve rinnovata nello spirito se non negli uomini perché il ‘sarrismo' è soprattutto questo e a Napoli lo sanno bene: si deve respirare, assimilare, metabolizzare dentro e fuori il terreno, al di là dei classici 90 minuti. Ma è anche attesa, tempo per imparare e un avvio diesel, in attesa di riprendersi ciò che le spetta di diritto da otto stagioni a questa parte: il primo posto.

La ‘vecchia guardia', i riscatti e la dannata gioventù

Poi ecco Cristiano Ronaldo che sulle punizioni sarà imbarazzante (secondo peggiore di sempre) ma che quando ha la palla tra i piedi è sempre inarrestabile. E c'è Pjanic, il bosniaco che ha ritrovato la Pentola d'Oro con i suoi piedi fatati ancora una volta al centro del gioco. Poi il rinato Pipita, lo scalpitante Dybala, le Mille Speranze firmate de Ligt che prima o poi sboccerà come un tulipano e occasione migliore non ci sarebbe in un San Siro tutto nerazzurro.

Dichiarazioni, polemiche, sfottò: e la Champions per nemica

Come finirà? Con la tensione di una settimana di parole, dichiarazioni forti e profili bassi. Sarà una vigilia scandita dalla due giorni di Champions League, al momento fastidioso obbligato passaggio per arrivare al derby d'Italia. La Juventus contro il Leverkusen, l'Inter con il Barcellona. Sarà una partita tesa, nervosa, forse a tratti bella, di certo non mancheranno i consueti momenti di dubbia interpretazione. E sarà un post partita come sempre reso acre dalla polemica, dagli sberleffi e gli insulti tra le tifoserie, sugli spalti come nei social per ristabilire o ribaltare le gerarchie. Insomma, sarà un Derby.

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