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Dimarco racconta il dramma vissuto al Sion: “Avevo perso un figlio e volevo smettere di giocare”

Dimarco è diventato uno dei simboli dell’Inter nell’anno dello Scudetto, ma tornando indietro il giocatore ha raccontato il momento più basso della sua carriera: “Non venivo neanche convocato”
A cura di Ada Cotugno
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Federico Dimarco è stato uno dei grandi protagonisti dello Scudetto dell'Inter, il simbolo della squadra e della Milano nerazzurra che può finalmente festeggiare la sua seconda stella. Da quando è arrivato a San Siro è diventato l'idolo dei tifosi che lo riconoscono come uno di loro, ma in passato ha affrontato momenti difficili che lo hanno portato a riflettere anche sulla sua carriera da calciatore.

L'esterno ha pubblicato un video sul suo profilo Instagram in cui celebra il grande traguardo raggiunto assieme ai suoi compagni e si racconta, partendo dalle origini. Cresciuto a Milano, da tifoso dell'Inter, ha raggiunto il sogno di tanti ragazzi come lui vincendo numerosi trofei con la sua squadra del cuore. Dimarco ha sempre giocato in Italia, fatta eccezione per la piccola parentesi di un anno in Svizzera, al Sion.

Proprio lì ha vissuto il momento più basso della sua carriera, reso ancora più pesante da una triste vicenda personale: "Il momento più difficile lo abbiamo vissuto a Sion quando abbiamo perso il nostro primo figlio che sarebbe dovuto nascere prima di Nicholas e Chloe. Ho pensato di smettere quando non giocavo quasi mai, non venivo neanche convocato".

Dimarco era rimasto fuori rosa a causa di un infortunio che lo ha fermato proprio nelle prime settimane della nuova avventura. Al suo ritorno non è riuscito a integrarsi nella nuova realtà e guardandosi intorno non c'erano tante strade percorribili per continuare la sua carriera: "Quella di Sion è stata una scelta personale, andando controcorrente non me ne pento; ma è stato un periodo difficile perché alla prima partita mi sono rotto il quinto metatarso ed ero in difficoltà perché non avevo squadre che mi volevano".

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Il problema fisico ha aiutato ad accrescere la sua consapevolezza e la voglia di lottare. Messa da parte la tentazione di smettere, il nerazzurro ha saputo incanalare bene le energie con i prestiti a Parma e Verona che gli sono serviti per affermarsi e conquistare la chiamata definitiva dell'Inter che lo aveva accolto per la prima volta nel 2004, quando aveva 7 anni: "Un infortunio che però mi ha dato tanta forza, anche se ero consapevole di non essere ancora pronto per giocare nell'Inter. Quando sono tornato mi mancava ancora qualcosa che sapevo di poter acquisire giocando nell'Inter".

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