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Le ultime news sull'arresto di Dani Alves

Dani Alves non si è suicidato in prigione: come è nata la fake news che ha fatto il giro del mondo

Nelle scorse ore si è diffusa sui social la fake news del suicidio in carcere di Dani Alves. Il fratello ha smentito tutto, con parole forte.
A cura di Marco Beltrami
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Ore di grande apprensione per Dani Alves. Erano state diffuse infatti nella serata di sabato delle indiscrezioni sulla morte dell'ex esterno brasiliano suicidatosi nel carcere dove sta scontando la condanna a 4 anni e mezzo per stupro. Niente di vero, come confermato dal fratello dell'ex di Juve, PSG e Barcellona che sui social ha smentito quella che è a pieno titolo una fake news.

Dani Alves è vivo e vegeto fortunatamente. Ney Alves è intervenuto sul suo profilo Instagram per commentare il tam tam mediatico che si era scatenato dopo le rivelazioni dell'utente Paulo Albuquerque (@Al_buquerq). Quest'ultimo aveva twittato che il secondo giocatore più vincente della storia del calcio si era tolto la vita, ingannando migliaia di followers. Un vero e proprio troll che ha preso in giro tantissimi utenti e anche alcune fonti d'informazione. Tardivo poi il dietrofront.

Necessario dunque l'intervento del fratello di Alves che ha commentato amaramente la vicenda che ha riportato addirittura in trend sui social il nome dell'ex perno del Brasile: "Che Dio ti dia salute e saggezza per superare e sopportare la crudeltà degli esseri umani, che Dio abbia pietà della tua vita e di quella della nostra famiglia".

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In un video poi Ney Alves si è lasciato andare ad uno sfogo: "Lo avete già condannato per le parole di una donna entrata in un bagno maschile per fare cosa solo lei lo sa. È già stato condannato. Non è sufficiente? È in prigione. Ora, la follia è che ne volete la morte. Volete vedere mio fratello morto. Ma quanta crudeltà è questa? Mio padre ha più di 70 anni. Mia madre ne ha più di 60. Non avete una famiglia, vero? Queste pagine che continuano a diffondere queste cose. Che Dio abbia misericordia di voi".

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Anche l'addetto stampa che cura le comunicazioni di Dani Alves ha poi contattato radio Itatiaia di Belo Horizonte per smentire le voci sul suicidio annunciando provvedimenti legali contro chi ha messo in circolazione e divulgato queste notizie. Dopo la condanna per stupro a quattro anni e mezzo, Dani Alves nel penitenziario Brians 2 di Barcellona, è stato sottoposto ad un protocollo anti-suicidio per evitare appunto che il contraccolpo della condanna provochi situazioni irreparabili.

Anche dopo la fine del processo, Alves ha dovuto incassare altri colpi durissimi, come la richiesta della rimozione della sua statua vandalizzata.

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