87 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Dalle indagini sul Milan un documento conferma la presenza “nascosta” del Fondo Pif: il futuro è arabo

Tra le carte in mano agli inquirenti nell’indagine sulla proprietà del Milan, c’è anche un documento in cui spunta il nome del Fondo di investimento arabo, Pif, mai ufficialmente nominato dal club rossonero. Ciò svelerebbe il disegno finale, di consegnare la società ad un accordo congiunto con RedBird.
A cura di Alessio Pediglieri
87 CONDIVISIONI
Immagine

Le indagini della Procura di Milano a Casa Milan e che riguarderebbero direttamente gli amministratori delegati Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, hanno scosso l'ambiente calcistico catalizzando l'attenzione sulla proprietà rossonera a ridosso dell'imminente impegno in Europa League di Praga contro lo Slavia. Si starebbe indagando sulla possibilità che Elliott sia ancora proprietario del club, anche se solamente in quota di minoranza, a differenza di quanto dichiarato in alcuni documenti. La società ha già spiegato il proprio punto di vista con un comunicato in cui ha preso le distanze dichiarandosi "estranea ai fatti". Ma sotto la lente di ingrandimento ci sarebbe anche un altro documento spunta il nome del Fondo di investimento arabo, Pif, mai ufficialmente nominato dal club rossonero e che porterebbe al disegno finale di consegnare la società ad una proprietà condivisa tra America e Medio Oriente.

Il proprietario del Milan, Cardinale, insieme a Ibrahimovic recentemente inserito nella dirigenza rossonera
Il proprietario del Milan, Cardinale, insieme a Ibrahimovic recentemente inserito nella dirigenza rossonera

"Noi estranei, ma collaboreremo" hanno fatto sapere subito dal quartier generale del Milan a fronte delle perquisizioni della Guardia di Finanza e alle voci sulle indagini sulla effettiva proprietà del club rossonero.  L’indagine tutt'ora in via di svolgimento coinvolge anche i legali rappresentanti con potere di firma nel club, quali Giorgio Furlani e Ivan Gazidis. Entrambi sono amministratori delegati della società durante il passaggio di proprietà e successivamente. A loro carico ci sarebbe una ipotesi di "non corrette comunicazioni alla competente autorità di vigilanza".

Tutto da verificare e accertare anche se sul fronte sportivo il Milan non rischierà nulla, né eventuali penalizzazioni né altre ripercussioni sul campo. Ai due dirigenti, Furlani e Gazidis, potrebbero invece giungere sanzioni amministrative che non coinvolgerebbero la squadra, con enorme sollievo da parte dei tifosi che in un primo momento avevano temuto il peggio. Comunque, le indagini, hanno portato in evidenza un altro documento – sempre relativo al disegno finale della proprietà rossonera – che riporta alla ribalta il nome di Pif, il Fondo di investimento arabo che ciclicamente ritorna a galla quando si parla di acquisizioni di club calcistici.

L'ad rossonero Giorgio Furlani a San Siro con Zlatan Ibrahimovic
L'ad rossonero Giorgio Furlani a San Siro con Zlatan Ibrahimovic

In un documento specifico, l'"Ac Milan Investor Presentation", si fa infatti riferimento a Pif in qualità di finanziatore, al quale andrebbero "il 41,7% delle quote tramite il riacquisto dell’80% del Vendor Loan per 487,5 milioni di dollari". Un elemento non da poco perché, sul fronte della gestione, si apre uno scenario che fino a qualche tempo fa la dirigenza rossonera aveva sempre rispedito al mittente. Le "speculazioni" denunciate da Furlani e il "tormentone" ribadito da Scaroni nei giorni scorsi verrebbero di fatto smentite perché la quota che il Fondo Pif avrebbe rilevato da Elliott avrebbe trasformato l'investitore saudita, di fatto, il secondo azionista del Milan.

Il presidente Gerry Cardinale, proprietario del Milan con RedBird
Il presidente Gerry Cardinale, proprietario del Milan con RedBird

Uno scenario che non evidenzia alcunché di illegittimo ma che è fondamentale per anticipare il futuro del Milan che, sempre qualche tempo fa, il patron Cardinale aveva detto di essere intenzionato ad aprire a nuovi soci: "Bisogna tenere conto dei movimenti dell’economia globale e non c’è dubbio che in Medio Oriente c’è molta liquidità e disponibilità a investire nello sport. Siamo aperti a collaborare con potenziali partner" aveva poi aggiunto ancora Cardinale, "che potrebbero unirsi a noi sia come sponsor che come partner nella costruzione del nuovo stadio, oppure come azionisti minoritari in qualità di partner a vero valore aggiunto". Nessun riferimento diretto a Pif che, però, è alla fine emerso dalle carte preannunciando un Milan dal futuro arabo.

87 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views