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Cristiano Ronaldo agitato per il premio alla carriera: “Ho chiesto aiuto all’Intelligenza Artificiale”

Cristiano Ronaldo ha ricevuto il Globo Prestigio del calcio portoghese ma non vuole sentire parlare di un premio alla carriera.
A cura di Marco Beltrami
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Cristiano Ronaldo nella sua eccezionale carriera ha fatto incetta di trofei. L'ultimo gli è stato consegnato in occasione del Globo Prestígio al Gala del Calcio Portoghese. Un riconoscimento però che ha alimentato qualche dubbio nel 40enne attaccante dell'Al Nassr. Nel discorso di ringraziamento CR7 ha ammesso candidamente di essersi un po' agitato per un premio che sembrava "di fine carriera". Per questo ha chiesto aiuto all'intelligenza artificiale, tirando un immaginario e divertito sospiro di sollievo.

Cristiano Ronaldo agitato per il premio del Galà del calcio portoghese

Ha fatto sorridere la platea Ronaldo dopo aver ricevuto il Globo Prestígio. Rilassato e felice, Cristiano ha iniziato il suo discorso ripercorrendo le ore precedenti alla cerimonia: "Ho qualche trofeo a casa… ma devo dire che questo è speciale e bellissimo. Cosa posso dire? Penso sia già stato detto tutto. Devo confessare che oggi pomeriggio, a tavola, stavo pensando a cosa dire in questo discorso. Pensavo: è un premio di prestigio, sarà un premio di fine carriera?".

Cristiano Ronaldo insomma ha giocato un po' sul premio che riconosce il valore della carriera e del contributo duraturo al servizio della nazionale portoghese. Un contributo che però lui non ha alcuna intenzione di smettere di dare: "Mi sono un po’ agitato e mi sono detto: non può essere. Allora ho fatto una ricerca su Perplexity (intelligenza artificiale, ndr) e ho avuto un piccolo aiuto".

Ronaldo vuole giocare ancora per la nazionale

Battute (più o meno) a parte, l'ex di United, Real Madrid e Juventus ha spiegato i motivi per cui sente ancora il fuoco dentro e vuole vestire la maglia del Portogallo nonostante le 40 primavere: "Ora però parlando di cose serie, per me questo è motivo di grande orgoglio. Non vedo questo trofeo come la fine di una carriera, ma piuttosto come il riconoscimento di tutto quello che ho fatto: il mio impegno, la mia dedizione, la mia disciplina. Ventidue anni in nazionale, credo che parlino da soli. La passione che ho nell’indossare questa maglia, nel vincere trofei, nel giocare per la nazionale… Dico spesso che, se potessi giocare a calcio, giocherei soltanto per la nazionale, non giocherei per nessun club. Giocherei solo per la nazionale, perché per me è il culmine, è l’apice di un calciatore. Questo è quello che sento, per questo sono ancora qui".

Quali sono dunque i suoi programmi futuri? Giocare ancora per qualche anno, senza se e senza ma: "So che forse siete un po’ stanchi di vedermi ancora a queste cerimonie e in così tanti eventi, ma credo di poter dare ancora molto alla nazionale, al calcio stesso. Voglio continuare a giocare ancora qualche anno, non molti, devo essere onesto. Il nostro obiettivo è ovviamente vincere le prossime due partite, per avvicinarci al Mondiale. Il Mondiale arriverà presto, ma credo che dobbiamo pensare solo ed esclusivamente al presente, che è la cosa più importante e che abbiamo davanti. Ma è chiaro che guardare oltre sarebbe un sogno. Tutti abbiamo questo sogno, ma passo dopo passo".

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