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Cristian Pasquato: “Dopo un solo giorno in Russia volevo tornare, poi scoprii cosa avevo firmato”

Cristian Pasquato era il “nuovo Del Piero”, ma la sua carriera non ha tenuto fede alle aspettative. L’ex juventino è finito anche in Russia, un’esperienza iniziata in maniera traumatica: “Il giorno dopo ho fatto carte false per tornare a casa. Poi ho scoperto una clausola e il mio cuore…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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A 36 anni, Cristian Pasquato gioca ancora a calcio nel Campodarsego, un club dilettantistico che milita in Serie D. L'attaccante è il capitano della squadra, che difende i colori di un piccolo comune in provincia di Padova, città natale di Cristian. Domenica scorsa Pasquato è stato decisivo con un gol e un assist nella vittoria per 2-1 sul San Luigi. Non sorprende che un calciatore col suo talento e ancora integro faccia la differenza a quel livello. Soprattutto uno che da ragazzo, ai tempi delle giovanili della Juventus, era stato etichettato come "nuovo Del Piero". Le cose poi sono andate diversamente, Pasquato non ha avuto quel tipo di carriera e rimpiange ancora di aver deciso di lasciare la Juve di Conte per andare a cercare minutaggio a Lecce, quando era poco più che 20enne. L'attaccante veneto è finito anche all'estero in Russia e Polonia, un'esperienza che consiglierebbe ad altri, anche se il primo approccio con l'esperienza russa è stato traumatizzante: "Il giorno dopo ho fatto carte false per tornare a casa. Poi ho scoperto una clausola e il mio cuore…".

Cristian Pasquato esulta dopo aver segnato un gol con la Juventus in amichevole nel luglio 2011
Cristian Pasquato esulta dopo aver segnato un gol con la Juventus in amichevole nel luglio 2011

Era l'estate del 2016, Pasquato aveva appena ottenuto la promozione in Serie A col Pescara, dopo la vittoria sul Trapani nella finale dei playoff. Fosse stato per lui sarebbe rimasto lì, "perché perché comunque dentro di me dicevo ‘ho vinto il campionato, mi vorrei confrontare con una realtà diversa perché tra virgolette penso di meritarmela'. Però lì Oddo fece delle scelte diverse, allora lì è nata questa possibilità di andare in Russia, di confrontarsi con un campionato di Serie A diverso. Il calcio non c'è solo in Italia, quindi è partito tutto come un gioco, perché fondamentalmente non sapevo dove sarei andato, non sapevo cosa avrei trovato".

Cristian Pasquato scioccato dall'arrivo a Samara, in Russia: "Il giorno dopo volevo tornare a casa"

E quello che Pasquato ha trovato a Samara – città sede della sua nuova squadra (il Krylia Sovetov) che si trova a un migliaio di chilometri a est di Mosca, ovvero quasi in Asia – non gli è piaciuto, almeno al primissimo impatto, come racconta al podcast ‘Centrocampo': "Sono partito e il giorno successivo ho fatto carte false per tornare a casa. Penso di aver speso più di 200 euro di cellulare, di telefonate, perché non c'erano roaming, dati, tutte queste cose. Però poi alla scoperta di una clausola sul contratto dolorosa, il mio cuore…". Cristian si interrompe e fa il gesto di qualcosa che si ferma all'improvviso.

L'ex calciatore di Bologna, Padova e Livorno spiega cosa aveva firmato: "Era una clausola che se io avessi voluto rescindere il contratto e tornare in Italia avrei dovuto pagare una una somma di denaro clamorosa, erano 300mila euro. E quindi lì la mia testa ha fatto ‘switch' e ha detto ‘Cristian, qui stai benissimo, qui è bellissimo, non è freddo'. E sono rimasto lì, per fortuna, perché poi fino a novembre è stata difficile, ma perché non giocavo, non mi facevano giocare. E a novembre improvvisamente ricordo che dovevamo giocare tipo il sabato, il venerdì facciamo la rifinitura, l'allenatore non mi mette – avevamo appena cambiato l'allenatore – io vado da dallo scouting che mi aveva portato lì e, in maniera anche sbagliata, gli ho detto ‘guarda che se io domani non gioco io vado in Italia e tu non mi vedi più'. Che poi probabilmente non sarebbe neanche potuto succedere".

"Però il giorno dopo ho giocato, ho fatto due assist, la partita è finita 2-2, e da lì ho sempre giocato e ho fatto ho fatto 5 gol, 10 assist, cioè mi sono veramente divertito – continua Pasquato – Siamo retrocessi, però ho fatto gol a tutte le più forti squadre della Russia, il CSKA, lo Zenit, lo Spartak Mosca dove c'era Carrera, l'Anzhi, e mi sono proprio divertito, perché il livello non era un livello altissimo, tolte quelle quattro-cinque squadre dove ci sono dei campioni anche lì. E però il livello era un livello assolutamente divertente ed è stata un'esperienza bella, stupenda, che mi ha aperto il mercato poi successivo polacco, un mercato estero e mi sono divertito".

Pasquato con la maglia del Legia Varsavia nell’aprile del 2018: quell’anno vinse il titolo polacco
Pasquato con la maglia del Legia Varsavia nell’aprile del 2018: quell’anno vinse il titolo polacco

Pasquato al Legia Varsavia, trofei pesanti in bacheca: "Il calcio non c'è solo in Italia, consiglio di andare all'estero"

L'anno dopo Pasquato è passato al Legia Varsavia, dove in due stagioni ha vinto un campionato polacco e una Coppa di Lega: "Il calcio non c'è solo in Italia – spiega Cristian – se un ragazzo oggi ha la possibilità di andarsi a confrontare con un'altra realtà e con altri campionati, io per quello che ho vissuto consiglio di andare e di fare queste esperienze, perché veramente conosci delle realtà diverse, dei modi di vivere diversi. Ma è sempre comunque calcio e ti apri dei mercati diversi e piuttosto di fare un campionato di Serie C qui penso sia meglio fare un campionato di Serie B da un'altra parte, anche perché qui in Serie C non viene a vederti nessuno. In Serie B dalle altre parti sicuramente vengono più persone e di conseguenza e se hai questa apertura mentale di voler girare, di poterlo fare, per me è giusto farlo".

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