Coronavirus, premier albanese in strada con il giubbotto della Juventus: “Restate a casa”
Tra la sua gente con il giubbotto della Juventus addosso. È il premier albanese, Edi Rama, che s'è speso in prima persona per spiegare (e convincere) le persone che restare a casa è l'unica forma possibile al momento per contrastare la diffusione dei contagi da Covid-19 (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale). Un nemico invisibile contro il quale si può "lottare" (anche se sembra un gioco di parole) senza far nulla attuando come precauzione isolamento e distanziamento sociale, facendo attenzione a uscire solo per comprovate esigenze di lavoro o motivi di stretta necessità. Ed è proprio quello che "suggerisce" ad alcuni concittadini che incrocia lungo le strade di Tirana.
Nelle ultime ore dall'Albania è giunta in Italia una squadra di 30 medici e infermieri che vanno ad aggiungersi al personale sanitario già impegnato sul territorio nazionale e in particolare in Lombardia, dove il focolaio pandemico è divenuto devastate per egli effetti registrati sulla popolazione: elevatissimo il numero dei contagi, drammatico il bilancio dei decessi. A salutare il team partito dall'aeroporto della capitale c'era proprio il Primo ministro di Tirana.
Non siamo privi di memoria – ha ammesso poco prima dell'imbarco dei medici – non possiamo non dimostrare all'Italia che l'Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l'Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l'Europa e il mondo intero.
Un bel gesto di solidarietà che si accompagna alla mobilitazione che ha coinvolto Cuba, la Russia e la Cina sia con l'invio di materiale sanitario sia con l'arrivo in Italia di medici e altro personale da "spedire in prima linea" negli ospedali che stanno facendo fronte all'emergenza da settimane.
L'Italia è casa nostra da quando i nostri fratelli e sorelle ci hanno salvato nel passato – ha aggiunto il Premier, Rama, al cospetto dell'ambasciatore, Fabrizio Bucci – ospitandoci e adottandoci mentre qui si soffriva.