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Coronavirus, contratti sospesi in Uruguay: rischia il posto anche il ct Tabarez

La federazione uruguaiana ha tagliato sospeso a tempo indeterminato circa 400 persone che lavorano nell’ente. Tra i contratti in bilico c’è anche quello dell’attuale commissario tecnico della “Celeste”, Oscar Tabarez. La decisione è una diretta conseguenza dell’emergenza Coronavirus che ha fermato tutta l’attività agonistica.
A cura di Maurizio De Santis
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Contratti sospeso a tempo determinato. Sembra l'anticamera del licenziamento ed è quanto sta accadendo in Uruguay a causa dell'emergenza Coronavirus che ha costretto le autorità a restrizioni pubbliche (così da contrastare la diffusione del contagio da Covid-19) e la federazione sudamericana a dichiarare lo stop a tutta l'attività agonistica. È per il blocco provocato dalla pandemia che i vertici hanno preso quel provvedimento molto drastico che si riverbera sul commissario tecnico, Oscar Tabarez, e su tutto il personale che lavora per l'Auf (l'associazione uruguaiana di football)

Il comitato esecutivo – si legge nella nota ufficiale della federazione – informa che, a causa dell'attuale crisi sanitaria che ha portato alla cessazione di tutte le attività, è obbligato a prendere una serie di decisioni difficili al fine di proteggere il futuro funzionamento dell'istituzione.

La federazione taglia circa 400 persone dall'organico

Una decisione durissima che si riflette sull'organizzazione dell'ente sportivo e fa riferimento a tutti i contratti esterni in tutte le categorie. A restare, almeno per il momento, fuori dalla lista dei tagli sono i cosiddetti "servizi essenziali per le esigenze di base dell'istituzione". Secondo i media uruguaiani l'operazione messa in atto per il contenimento dei costi coinvolge una platea di circa 400 persone, compreso l'icona del calcio Oscar Tabarez, 73 anni, ct dal 2006.

Sono 274 nel complesso i casi di positivi al Coronavirus in Uruguay

Una situazione provvisoria – fanno sapere i vertici della federazione – e vincolata alla sospensione di tutte le attività avvenuta lo scorso 13 marzo fino a data da destinarsi. Sospensione che fu immediatamente conseguente ai primi casi di positività al morbo verificatisi nel Paese (nel complesso oggi sono 274 le persone infette).

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