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Come verrà scoperto (e punito) chi ha visto una partita di calcio sul pezzotto dal 1 febbraio

La piattaforma Piracy Shield è una svolta nell’individuazione dei siti illegali che trasmettono eventi sportivi. Una novità nel protocollo consentirà di identificare e punire responsabili e utenti in tempi più brevi: per le indagini non servirà l’autorizzazione della magistratura.
A cura di Maurizio De Santis
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Pagine web e app che mandano in onda illegalmente un evento sportivo, e con esse gli utenti-spettatori collegati, non hanno più scampo. Potranno essere scoperti e sanzionati in breve tempo, ricevendo multe che vanno da 150 a 5 mila euro (o, nei casi più gravi, condannati fino a 3 anni di detenzione), tracciati e indagati senza che sia più necessario chiedere autorizzazione preventiva alla magistratura per risalire a chi si cela dietro gli indirizzi IP sospetti. Le novità nella lotta alla pirateria messa in atto dalla Lega Serie A e AgCom restringono la morsa dei controlli per individuare non più solo le piattaforme illecite da stanare ma anche quanti ne utilizzano il segnale per aggirare i controlli.

Il sistema digitale, Piracy Shield, agisce da segugio della Rete: fiuta la pista informatica e in poco tempo è in grado di fornire alle autorità competenti una traccia sulla quale lavorare e, con l'azione immediata delle forze dell'ordine, sia attivare il blocco sia il procedimento sanzionatorio.

Come funziona lo ‘scudo anti-pirateria'. Operatori autorizzati recepiscono i segnali che durante la trasmissione di una partita di calcio (o anche un altro appuntamento sportivo) arrivano dalle piattaforme fuorilegge. In un lasso di tempo abbastanza breve (entro 30 minuti al massimo), se il Garante accerta il reato scatta immediatamente l'oscuramento. Acquisiti i dati incriminati, l'AgCom li condivide con le Procure competenti.

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Ma questo è solo un aspetto della ‘caccia al pirata', ce n'è un altro ancora che rende più serrata la fase ispettiva che si muove secondo il vecchio adagio ‘segui i soldi' e troverai la strada. Per denaro si intende quello sborsato attraverso i pagamenti digitali rintracciati dalla Guardia di Finanza ed effettuati per attivare i servizi di app scaricabili (anche) dagli store di Google e Amazon e sulle quali gli stessi colossi guadagnano attraverso la pubblicità.

Le indagini senza autorizzazione. Una volta identificate le piattaforme e i responsabili, oltre agli utenti, si passa in maniera più agile alla fase sanzionatoria. Un accordo tra la Guardia di Finanza e la Procura di Roma ha apportato una modifica importante al protocollo d'intervento: consentire al personale delle Fiamme Gialle di verificare i dati e subito indagare sugli indirizzi IP segnalati senza attendere più il via libera dalla magistratura. È un punto importante del procedimento che, reso più snello dal punto di vista burocratico, ha aumentato in tempo reale la velocità di esecuzione e di tracciabilità così da cogliere con le mani nel sacco i diretti responsabili. In buona sostanza, non hanno più il tempo di dileguarsi nel labirinti di altri siti e indirizzi.

Sanzioni in arrivo. Piracy Shield è stato attivato dal 1° febbraio e tutti coloro che a far data da allora sono stati identificati verranno puniti, come ammesso dal commissario AgCom, Massimiliano Capitanio. "Non vogliamo spaventare, ma aiutare. Ricordare che la legge 93/2023 prevede multe fino a 5mila euro è solo la condivisione di un’informazione utile. Far presente che le organizzazioni criminali che gestiscono i contenuti piratati possono rubare i dati degli utenti lo ritengo un consiglio da amico, non un ammonimento".

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