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Cavani salva la vita alla figlia di un giornalista: manda i soldi in una scatola e paga l’operazione

La corsa contro il tempo di un padre, il gesto inatteso di un campione: così il Matador Cavani ha salvato la figlia di un giornalista uruguaiano.
A cura di Vito Lamorte
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A volte il calcio riesce a regalare storie che vanno ben oltre i gol e i trofei. È quello che è accaduto nei giorni scorsi quando Edinson Cavani, il “Matador” che ha fatto sognare tanti tifosi, si è trasformato in un vero e proprio eroe fuori dal campo. Non con una prodezza sportiva, ma con un gesto di generosità che ha letteralmente salvato la vita a una bambina.

L'ex attaccante di Palermo, Napoli, PSG e Manchester United, che attualmente veste la casacca del Boca Juniors, ha pagato l’operazione al cervello della figlia di un giornalista e le ha salvato la vita: Cavani ha inviato i soldi in contanti in una scatola e grazie a questo intervento i medici hanno potuto operare la ragazzina.

Cavani salva la vita alla figlia di un giornalista

La protagonista di questa vicenda è Ema, figlia del giornalista uruguaiano Rafa Cotelo. La bambina convive fin da piccolissima con una grave malattia cerebrale simile all’idrocefalia, che l’ha già costretta a più interventi: quando le sue condizioni sono peggiorate, la famiglia non ha avuto scelta ed è partita di corsa per Buenos Aires, dove in passato la bambina era già stata operata. Una corsa contro il tempo, segnata dall’angoscia dei genitori e dalla speranza che i medici potessero ancora una volta fare il miracolo.

Arrivati in ospedale, i dottori hanno confermato la necessità di intervenire subito. Ma proprio nel momento più drammatico è comparso un ostacolo assurdo e ingiusto: per dare il via all’operazione serviva il pagamento immediato e in contanti. Cotelo si è trovato davanti a un muro insormontabile. Non c’era tempo, non c’era modo. La vita di sua figlia rischiava di restare sospesa in un limbo burocratico.

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È qui che entra in scena Cavani. Cotelo, disperato, lo ha contattato chiedendo aiuto. E Cavani non ha esitato un istante. Da lontano, senza clamore, ha trovato la soluzione. Ha incaricato un amico, gestore di una tanguería a Buenos Aires, di portare all’ospedale il denaro necessario. Poco dopo, un uomo si è presentato con una scatola piena di contanti. Ha guardato negli occhi il giornalista e gli ha detto soltanto: "Me l’ha mandato Edi". Tre parole semplici, ma cariche di speranza.

Grazie a quei soldi i medici hanno potuto operare immediatamente la bambina. L’intervento è stato delicatissimo e il chirurgo, appena uscito dalla sala, ha detto al padre: “Starà bene tra tre o quattro ore”. Solo in seguito ha confessato quanto fosse grave la situazione: “Signore, come avrei potuto dirle la verità in quel momento?”. Senza quel tempestivo intervento, senza quel gesto di Cavani, il destino di Ema sarebbe stato molto diverso.

"Me l’ha mandato Edi": la scatola piena di contanti consegnata a Cotelo

La storia è stata raccontata con emozione dallo stesso Cotelo in televisione, al programma ‘Polifonía' condotto da Alejandro Fantino: il giornalista ha ringraziato pubblicamente Cavani che ha dimostrato di avere un cuore enorme,  agendo in silenzio e senza farsi pubblicità.

Quello che colpisce di più in questa vicenda è la discrezione. Cavani avrebbe potuto limitarsi a una donazione ufficiale, magari pubblica, con tanto di fotografie. E invece ha scelto la via più umana, quasi clandestina, come se non fosse nulla di straordinario. Ma straordinario lo è, eccome. Perché mentre tanti parlano di solidarietà, lui l’ha messa in pratica in silenzio, restituendo a una bambina e alla sua famiglia la speranza di un futuro.

Edinson Cavani, che tanti tifosi ricordano per i suoi gol spettacolari, verrà ricordato anche per questo: non solo come il Matador del campo, ma come l’uomo che, con una scatola di soldi e un gesto semplice, ha dimostrato che la grandezza non si misura soltanto con i trofei.

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