485 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Mondiali di calcio femminile 2023

Carolina Morace oggi: “Sono fuori dal calcio femminile italiano e guardo preoccupata al futuro”

Carolina Morace a tutto campo in un’intervista esclusiva a Fanpage.it. La sua nuova esperienza in Inghilterra, il Mondiale di calcio che vedrà impegnate le Azzurre di Milena Bertolini e una panoramica sull’evoluzione del movimento femminile italiano.
A cura di Vito Lamorte
485 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Per il calcio femminile ha rappresentato quello che Jordan è stato per il basket". Sono parole che il Time Magazine nel 1999 utilizzava per descrivere Carolina Morace, icona del calcio femminile italiano che dopo aver appeso le scarpette al chiodo ha intrapreso la carriera di allenatrice e proseguito il suo percorso come commentatrice in tv, partecipando a trasmissioni su La7, Rai e Sky per portare il suo contributo e la sua esperienza.

Una descrizione molto inerente, quella del noto giornale americano, perché Morace è davvero un simbolo per il calcio e le sue gesta sono conosciute in ogni parte del mondo. Ha giocato sei campionati Europei con l'Italia, mettendo insieme 150 presenze con la maglia azzurra e segnando 115 gol: ancora oggi è la calciatrice con il maggior numero di gol segnati (42) nella competizione continentale davanti alla tedesca Birgit Prinz (40) e all’islandese Margrét Lára Viðarsdóttir (38). Senza dimenticare i 4 gol a Wembley del 18 Agosto del 1990, una data entrata nella storia.

La più forte giocatrice del calcio italiano è entrata nel 2019 tra le "Legends del Golden Foot Award", conosciuta come "Champions Promenade" di Montecarlo e condivide la presenza in questa ‘Walk of Fame del calcio sul modello Hollywoodiano' con Maradona, Di Stefano, Pelè, Platini, Muller, Zidane e alcuni italiani come Zoff, Buffon, Riva, Rivera, Rossi, Baresi, Pirlo, Baggio, Del Piero e Totti. Un riconoscimento bellissimo e di grande valore.

Dopo la separazione con la Lazio nel 2021, Morace non ha più trovato il progetto giusto per esprimere le sue idee ma ora è pronta per una nuova avventura e ripartirà dall'Inghilterra: è stata chiamata a dirigere le London City Lionesses, il primo club indipendente di calcio femminile professionistico di Londra. Una bella sfida che descrive così: "Per me l’Inghilterra è sempre stato il paese di riferimento mi faceva piacere fare un’esperienza lì".

A Fanpage.it Carolina Morace ha parlato della sua nuova esperienza in Inghilterra, del Mondiale di calcio che è appena iniziato e vedrà impegnate le Azzurre di Milena Bertolini, oltre ad una panoramica sull'evoluzione del movimento femminile italiano.

Congratulazioni per l’incarico al London City Lionesses: che sfida sarà per Carlina Morace?
“Per me l’Inghilterra, a livello di calcio femminile, è sempre stato il paese di riferimento mi faceva piacere fare un’esperienza lì. Prendo una squadra di seconda divisione ma lì sono professioniste, il livello è molto alto ed è una squadra che ha fatto molto bene lo scorso anno. Ha perso molte giocatrici perché tante di loro erano svincolate e in questo momento stiamo cercando di dare forma ad una squadra competitiva”.

L’Italia si prepara alla Coppa del Mondo e ci sono state molte sorprese nelle convocazioni: cosa ne pensa?
“C’è stata un po’ di sorpresa per le convocate e per qualche assenza ma non è questo il momento di giudicare o di fare polemiche sulle scelte. Questo è il momento di sostenere le ragazze e fare il tifo per la Nazionale, augurandoci che vadano il più avanti possibile. Anche perché è chiaro che il successo della Nazionale si riversa sul tutto il movimento”.

Che tipo di Italia dobbiamo aspettarci?
“Difficile da prevedere, perché in questo periodo di preparazione Milena (Bertolini, ndr) ha cercato le giocatrici più in forma e più disponibili a determinati movimenti. È complicato fare un resoconto a livello tecnico-tattico dicendo che attaccherà alto o altri tipi di situazioni, perché abbiamo visto cose alternate. Spesso abbiamo visto la squadra italiana attendere, lasciare giocare le avversarie più che aggredire, ma è difficile da dire adesso. Sicuramente, anche se le squadre sono tutte migliorate, l’Argentina dovrebbe essere alla nostra portata mentre la Svezia è ancora un gradino sopra”.

Quali sono le pretendenti al titolo?
“Le solite. Gli Stati Uniti, campionesse in carica; l’Inghilterra, che ha vinto l’Europeo; la Germania e la Spagna, che si spera abbia risolto i suoi problemi tra giocatrici e allenatore. Queste direi che sono le squadre da cui dovremmo aspettarci di più”.

Si aspetta delle sorprese?
“Difficile da dire. Il calcio femminile si è evoluto e sicuramente ci sarà qualche squadra che stupirà in maniera inaspettata. Abbiamo visto in amichevole contro l’Italia il Marocco, che ha fatto passi da gigante; oppure tornando all’Europeo c’è stata l’Austria, che ha sorpreso tutti sia per il piazzamento che per il gioco. Certamente ci ritroveremo a parlare di una nazionale che non pensavamo tra qualche giorno, fa parte di questi tornei”.

La FIFA ha vietato la fascia da capitano ‘OneLove’ a sostegno dei diritti LGBTQ+ ai Mondiali femminili: perché questo ostruzionismo nei confronti di una manifestazione contro ogni discriminazione per orientamento sessuale?
“Dopo aver sostenuto il Mondiale in Qatar, la spiegazione potrebbe essere tutta lì. E non andrei oltre”.

Dopo cinque anni di dominio incontrastato della Juventus, il campionato è andato alla Roma: che segnale è per tutto il movimento?
“Quello fa capire questa stagione, è che se si lavora bene i risultati vengono. La Roma da anni sta puntando ad avere una squadra competitiva e i risultati si sono visti. La cosa che dà nell’occhio è il distacco con la Juve, che per me e molti addetti ai lavori era la squadra più forte del campionato”.

Alla Morace giocatrice le sarebbe piaciuta l’attenzione che vive oggi il calcio femminile?
“Assolutamente sì, per il passaggio al professionismo. E poi guarderei con un po’ di preoccupazione al futuro. Dopo i due anni di sostentamento della legge Nencini, la sostenibilità diventa autonoma e non ho visto entrare grandi sponsor per migliorare e sostenere il calcio femminile. Se non lo supportiamo e lo nascondiamo allora diventa difficile autosostenersi”.

‘Per il calcio femminile ha rappresentato quello che Jordan è stato per il basket’: sono parole del Time Magazine, 1999. Si rivede?
“Non ho nessun incarico onorifico e sono fuori da tutto. Forse sì, ma con meno riconoscimenti. A via dei Gladiatori ci sono i 100 personaggi dello sport italiano e io non ci sono, ma sono nella promenade di Montecarlo (la Champions Promenade, ndr). Una delle tre donne presenti. A livello internazionale è un bel riconoscimento”.

485 CONDIVISIONI
56 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views