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Calciatrice in gravidanza, il club le paga parte dello stipendio: dovrà risarcirla per intero

La FIFA ha imposto all’Olympique Lione di versare la parte restante degli stipendi che spettavano a Sara Björk Gunnarsdóttir. “Una decisione storica”, il commento del sindacato FIFPro sul caso dell’islandese che oggi è alla Juventus.
A cura di Maurizio De Santis
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Sara Björk Gunnarsdóttir è la calciatrice islandese che ha visto riconosciuti i propri diritti dalla Fifa nella causa contro il Lione.
Sara Björk Gunnarsdóttir è la calciatrice islandese che ha visto riconosciuti i propri diritti dalla Fifa nella causa contro il Lione.

Il sindacato dei calciatori, FIFPro, ha definito la sentenza storica per "la rigorosa applicazione dei diritti legati alla maternità delle calciatrice è esecutiva". L'Olympique Lione dovrà pagare la somma di 82.094 euro alla ex calciatrice, Sara Björk Gunnarsdóttir, coprendo così gli ammanchi delle mensilità dovute ma non corrisposte. Oggi gioca tra le fila della Juventus (vi è arrivata nell'estate scorsa), suo figlio ha un anno e ha visto finalmente riconosciuto quanto le spettava in base al contratto biennale che la legava al club (luglio 2020-giugno 2022): ovvero che le sia versata la parte restante degli stipendi trattenuti ingiustamente.

Cosa era successo? A inizio marzo 2021 scoprì di essere incinta ma non lo disse subito alla società continuando ad allenarsi e a giocare. Diceva a se stessa che lo avrebbe fatto ancora per un po', fino a quando il fisico glielo avrebbe consentito e senza rischi per la creatura che recava in grembo. Aveva paura di affrontare una situazione nuova dal punto di vista legale per se stessa e per i rapporti con la società. In buona sostanza, non sapeva cosa le sarebbe accaduto. Temeva che il suo "stato interessante" potesse rappresentare un problema per il trattamento che avrebbe ricevuto.

La centrocampista islandese, Sara Björk Gunnarsdóttir, oggi gioca nella Juventus.
La centrocampista islandese, Sara Björk Gunnarsdóttir, oggi gioca nella Juventus.

La centrocampista islandese parlò con la dirigenza quando le sue condizioni divennero tali da renderle impossibile sostenere l'attività sportiva abituale. Le fu consentito di tornare in patria e trascorrere lì il periodo restante della gravidanza beneficiando dell'assistenza medica e familiare di cui aveva bisogno. Ma la vicenda prese una piega insperata.

Sembrava andasse tutto per il verso giusto poi si accorse che i pagamenti ricevuti era largamente inferiori rispetto allo stipendio che le spettava da contratto: per 3 mesi (da aprile a giugno) le furono corrisposte solo percentuali delle mensilità previste (per un totale di 27.427 euro e non di 111mila), a dispetto del regolamento Fifa che invece annovera il pagamento dell'intero stipendio nel periodo della gravidanza fino al congedo di maternità.

Sentenza storica, è la definizione data dal sindacato FIFPro alla decisione della FIFA.
Sentenza storica, è la definizione data dal sindacato FIFPro alla decisione della FIFA.

Quando Gunnarsdóttir chiese spiegazioni al Lione, le risposero che ritenevano quella formula legittima perché, in seguito al suo rientro in Islanda, non poteva "fornire prestazioni sportive" prima del periodo di astensione obbligatoria e null'altro le sarebbe stato pagato.

Fu così che portò il caso davanti alla Fifa, ricevendo il sostegno del sindacato internazionale dei calciatori ma pagando lo scotto dell'isolamento da parte della società francese fino alla scadenza del contratto. Vinse la causa ma fu costretta ad attendere la pubblicazione delle motivazioni da parte della Federazione perché il Lione aveva chiesto di prenderne visione per presentare eventuale ricorso.

Dinanzi al silenzio dell'Olympique, condannato per atteggiamento "non diligente" e aver ignorato le condizioni fisiche e psicologiche della sua tesserata, ha scelto di non impugnare l'atto e non opporsi alla sentenza della Fifa che aveva anche paventato sanzioni sportive.

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