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Superlega europea di calcio

Cairo contro Agnelli, lo scontro in Lega: “Giuda, Giuda, Giuda!”, “Se il tono è questo me ne vado”

Più che un’assemblea di Lega, è stata una resa dei conti dai toni durissimi quella andata in scena tra i dirigenti dei 20 club di Serie A, col momento di massima tensione raggiunto quando il presidente del Torino Urbano Cairo ha più volte urlato “Giuda!” ad Andrea Agnelli, che a sua volta ha minacciato di abbandonare la riunione per i furiosi attacchi ricevuti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mentre Ceferin ieri sparava a zero sulla "serpe" Andrea Agnelli e sulla "sporca dozzina" dei top club europei che hanno dato vita alla Superlega, in casa nostra si consumava la prima resa dei conti, con riunione convocata d'urgenza dalla Lega di Serie A per mettere di fronte – ovviamente in collegamento video – i 20 club della massima divisione, inclusi in primis Juventus, Inter e Milan, alfieri italiani della neonata competizione.

Come era facile prevedere, è stato un faccia a faccia molto animato, con momenti di massima tensione. Nel primo pomeriggio si era sparsa la voce che Juventus e Inter non si sarebbero presentate, ed invece alle 17:30 Andrea Agnelli e il duo Marotta-Antonello si sono materializzati in call, mentre per il Milan era presente il chief business officer Roberto Masi (assente invece il presidente Paolo Scaroni, che domenica aveva ‘smascherato' per primo in Lega la condotta dei 3 club italiani, dichiarando il proprio conflitto di interessi nel dibattito).

Ovviamente non era stato allestito un comitato di accoglienza con tappeto rosso per i dirigenti delle 3 società in questione ed è andato in scena fin da subito un duro fuoco di accuse, con Ferrero (Sampdoria), Preziosi (Genoa) e Campoccia (Udinese) i più accesi nell'esporre i motivi per cui Juve, Inter e Milan avevano tradito con la loro condotta – perpetrata alle spalle degli altri club consociati – la fiducia della Lega, con conflitto di interessi evidente (per non dire peggio) per chi, come Agnelli e Marotta, aveva anche lavorato in prima persona su temi cardine come diritti TV e trattativa per la partecipazione dei fondi alla gestione della Serie A. L'Ad del Sassuolo Carnevali – che di Marotta è grande amico, al punto di avergli fatto da testimone di nozze – è sbottato: "Siamo stati presi in giro".

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Dopo che il presidente bianconero aveva stuzzicato il resto dei presenti dicendo che comunque "la Juve vince da 80 anni", l'apice della tensione si è raggiunto quando Urbano Cairo, presidente del Torino, ha urlato più volte ad Agnelli "sei un Giuda, Giuda, Giuda!", col numero uno juventino a minacciare di abbandonare la riunione: "Se il tono è questo, allora me ne vado".

Concetti poi ripetuti con parole simili da Cairo anche al termine della riunione, allorquando – oltre a ribadire che "Agnelli e Marotta sono dei traditori della Serie A" – ha dato voce anche a chi in Lega ritiene che l'Ad dell'Inter dovrebbe dimettersi da Consigliere Federale in FIGC, non potendo più rappresentare interessi di società che ha di fatto tradito. Stesso caloroso ‘invito' dato a Scaroni, quello di dimettersi nel suo caso da consigliere di Lega.

Come si vede, la questione è stata posta sul piano etico e della fiducia personale, prima ancora che su quella dei regolamenti, dei ruoli e delle deleghe. Difficile dire, con queste premesse umane, come e in nome di cosa – laddove prima erano gli interessi comuni, ovvero in ultima analisi i soldi – si potrebbe ricucire uno strappo di tale violenza. Per il momento nessun orientamento è stato adottato dalla Lega, che per eventuali esclusioni o altri provvedimenti punitivi lascia la palla alla FIGC, ombrello che a sua volta aspetta input dall'UEFA. Ad ora c'è solo la ‘moral suasion' rivolta ai dirigenti che hanno tramato nell'ombra di mollare le cariche in Lega e Federcalcio. Per dignità, se non per obbligo.

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