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Mondiali di calcio 2026

Biglietti a prezzi ridotti per le partite dei Mondiali 2026: la mossa disperata della FIFA dopo le polemiche

La FIFA introduce biglietti da 55 euro per i tifosi delle nazionali ai Mondiali 2026 dopo le polemiche sui prezzi record e l’accusa di trasformare il calcio in uno sport d’élite.
A cura di Michele Mazzeo
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La FIFA è stata costretta a fare un passo indietro sul tema più esplosivo dei Mondiali 2026: il prezzo dei biglietti. Dopo settimane di proteste, accuse di aver trasformato il calcio in uno spettacolo per pochi e una crescente frattura con la base dei tifosi, l'organizzazione guidata da Gianni Infantino ha annunciato l'introduzione di una nuova fascia di biglietti a 60 dollari (circa 55 euro) per tutte le 104 partite della rassegna iridata (a cui ancora l'Italia, che dovrà affrontare i playoff, non è certa di partecipare), finale compresa.

Una cifra simbolica, se confrontata con i numeri che avevano scatenato la rivolta: per assistere alla finale del 19 luglio 2026 al MetLife Stadium di New York si arrivava a 4.185 dollari (circa 3.850 euro), mentre anche una semplice gara della fase a gironi poteva superare i 265 dollari (circa 245 euro). Prezzi mai visti nella storia della Coppa del Mondo.

La nuova categoria, ribattezzata "Supporter Entry Tier", sarà però fortemente contingentata. I biglietti a 60 dollari rappresenteranno appena l'1,6% del totale per ogni partita, circa 1.000 posti a gara, con solo lo 0,8% riservato ai tifosi di ciascuna nazionale. La distribuzione non avverrà sul sito FIFA, ma sarà demandata alle federazioni nazionali, chiamate a selezionare i sostenitori ritenuti più fedeli.

La mossa arriva dopo che la FIFA aveva inizialmente escluso proprio i tifosi organizzati dall'accesso alle fasce più economiche, tradendo anche le promesse fatte nel dossier di candidatura nordamericano, dove si parlava di centinaia di migliaia di biglietti da 21 dollari. A far esplodere il caso erano stati anche il prezzo dinamico, le commissioni aggiuntive e una piattaforma di rivendita interna, elementi tipici dell'intrattenimento USA ma estranei alla cultura calcistica europea.

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Nel tentativo di raffreddare le tensioni, la FIFA ha annunciato anche l'eliminazione delle spese amministrative sui rimborsi per i tifosi delle squadre eliminate prima della fase finale. Resta però l'impressione di una correzione tardiva, più dettata dalla pressione politica e mediatica che da una reale inversione di rotta.

I Mondiali 2026, i primi a 48 squadre e spalmati tra USA, Canada e Messico, dovrebbero garantire alla FIFA ricavi superiori ai 10 miliardi di dollari (circa 9,2 miliardi di euro). Numeri che alimentano una critica sempre più diffusa: il calcio come prodotto globale, governato da logiche esclusivamente economiche, lontano da quello sport popolare che la Coppa del Mondo allargata, più di qualunque altro evento, avrebbe dovuto rappresentare.

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