Biglietti a prezzi ridotti per le partite dei Mondiali 2026: la mossa disperata della FIFA dopo le polemiche

La FIFA è stata costretta a fare un passo indietro sul tema più esplosivo dei Mondiali 2026: il prezzo dei biglietti. Dopo settimane di proteste, accuse di aver trasformato il calcio in uno spettacolo per pochi e una crescente frattura con la base dei tifosi, l'organizzazione guidata da Gianni Infantino ha annunciato l'introduzione di una nuova fascia di biglietti a 60 dollari (circa 55 euro) per tutte le 104 partite della rassegna iridata (a cui ancora l'Italia, che dovrà affrontare i playoff, non è certa di partecipare), finale compresa.
Una cifra simbolica, se confrontata con i numeri che avevano scatenato la rivolta: per assistere alla finale del 19 luglio 2026 al MetLife Stadium di New York si arrivava a 4.185 dollari (circa 3.850 euro), mentre anche una semplice gara della fase a gironi poteva superare i 265 dollari (circa 245 euro). Prezzi mai visti nella storia della Coppa del Mondo.
La nuova categoria, ribattezzata "Supporter Entry Tier", sarà però fortemente contingentata. I biglietti a 60 dollari rappresenteranno appena l'1,6% del totale per ogni partita, circa 1.000 posti a gara, con solo lo 0,8% riservato ai tifosi di ciascuna nazionale. La distribuzione non avverrà sul sito FIFA, ma sarà demandata alle federazioni nazionali, chiamate a selezionare i sostenitori ritenuti più fedeli.
La mossa arriva dopo che la FIFA aveva inizialmente escluso proprio i tifosi organizzati dall'accesso alle fasce più economiche, tradendo anche le promesse fatte nel dossier di candidatura nordamericano, dove si parlava di centinaia di migliaia di biglietti da 21 dollari. A far esplodere il caso erano stati anche il prezzo dinamico, le commissioni aggiuntive e una piattaforma di rivendita interna, elementi tipici dell'intrattenimento USA ma estranei alla cultura calcistica europea.

Nel tentativo di raffreddare le tensioni, la FIFA ha annunciato anche l'eliminazione delle spese amministrative sui rimborsi per i tifosi delle squadre eliminate prima della fase finale. Resta però l'impressione di una correzione tardiva, più dettata dalla pressione politica e mediatica che da una reale inversione di rotta.
I Mondiali 2026, i primi a 48 squadre e spalmati tra USA, Canada e Messico, dovrebbero garantire alla FIFA ricavi superiori ai 10 miliardi di dollari (circa 9,2 miliardi di euro). Numeri che alimentano una critica sempre più diffusa: il calcio come prodotto globale, governato da logiche esclusivamente economiche, lontano da quello sport popolare che la Coppa del Mondo allargata, più di qualunque altro evento, avrebbe dovuto rappresentare.