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Berlusconi: “Ibrahimovic e Kakà al Monza? Nel calcio non si sa mai”

Silvio Berlusconi ha festeggiato la promozione del Monza in Serie B, l’obiettivo adesso è portare il club brianzolo in Serie A. “Ci stiamo preparando per fare una buona stagione in Serie B e sono ottimista sulla possibilità di vincere subito il campionato”. Poi concede una battuta che fa sognare: “Ibrahimovic? Era un obiettivo vero come Kakà ma abbiamo dovuto rinunciare per difficoltà extra-calcistiche”.
A cura di Maurizio De Santis
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Ibrahimovic e Kakà al Monza non era una chiacchiera di mercato ma un fondo di verità c'era e forse ci sarà. Due icone del Milan che Silvio Berlusconi avrebbe voluto (e chissà se vorrà/potrà ancora) in Brianza, laddove ha ricominciato a fare calcio alla sua maniera col sogno di portare in Serie A il club che ha preso per mano quand'era piccolo, piccolo e ha già ottenuto la prima soddisfazione: non inganni il verdetto d'ufficio, la formazione allenata da Brocchi era già in testa al campionato e lo stava dominando.

Quanto alla rosa del futuro, potrebbe esserci qualche sorpresa: Daniel Maldini, figlio di Paolo, che adesso indossa la maglia rossonera ma chissà che tra qualche mese con cambi accostamento cromatico.

Ci stiamo preparando per fare una buona stagione in Serie B e sono ottimista sulla possibilità di vincere subito il campionato – ha ammesso Silvio Berlusconi nell'intervento durante la trasmissione Qui Studio a Voi Stadio -. Stiamo pensando a 4-5 rinforzi – ha aggiunto-. Ibrahimovic? Era un obiettivo vero come Kakà ma abbiamo dovuto rinunciare per difficoltà extra-calcistiche. Nel calcio però non si sa mai…. Daniel Maldini al Monza? Speriamo.

Lo sguardo è rivolto sempre verso il futuro con il Monza ma nel cuore di Berlusconi c'è sempre un posto speciale per il Milan che ha fatto grande, è diventato grande con lui e grazie a lui. Gli scudetti, le Coppe, il prestigio internazionale: è stata un'epoca d'oro. "Non è facile trovare un successore a un Berlusconi", dice l'ex presidente. E sull'esperienza di Paolo Maldini da dirigente aggiunge: "Non sempre dei giocatori che hanno lasciato la maglia possono essere l'ideale per stare vicino agli altri giocatori e per sostenerli nei loro sforzi, indicando loro la strada migliore. Volevo bene a Maldini padre, voglio bene a Paolo e vorrò bene al figlio, che si preannuncia essere uno dei giovani più interessanti al Milan".

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