Ausilio racconta cosa accadde all’Inter: “Faticavamo a pagare gli stipendi”. Poi un giocatore divorziò

Dire Piero Ausilio e Inter è praticamente la stessa cosa, visto che il 53enne dirigente sportivo milanese è da una vita negli uffici nerazzurri a tessere le fila del calciomercato, negli ultimi anni spalleggiato dall'esperienza di Beppe Marotta. Sono quasi 30 anni che Ausilio è all'Inter (in varie vesti, fino al ruolo attuale di Direttore Sportivo) e di colpi ne ha fatto tantissimi. Quando peraltro deve scegliere il più difficile svela un retroscena sul divorzio di un calciatore che lui quasi ‘impose' per poterlo cedere e dare respiro al bilancio dell'Inter in un momento difficilissimo: "Facevamo fatica a pagare gli stipendi".
Il racconto di Ausilio parte da molto indietro nel tempo: "Era il '97, Moretti (Massimo, ex DG nerazzurro, ndr) mi ha chiesto di fare il segretario del settore giovanile. Erano solo sei mesi di contratto, ma ho accettato. E non sono mai più venuto via da qui, crescendo in modo graduale. L'Inter è stata una grande scuola, ho provato tutto. Comprese quattro proprietà diverse: Moratti, Thohir, Suning e, ora, Oaktree".

Tanti i calciatori di cui va fiero l'attuale DS dell'Inter: "Kovacic e Brozovic, che abbiamo scelto con Branca. E poi Onana, preso gratis e ceduto a 55 milioni dopo un anno. E Lautaro, Bisseck, Thuram…".
Ausilio svela come il divorzio di un calciatore dell'Inter salvò la sua cessione: ossigeno per le casse nerazzurre
Quando poi gli viene chiesto dell'operazione più difficile portata a casa, Ausilio si lascia andare a una rivelazione inedita, che apre anche uno squarcio drammatico sui problemi economici del club nerazzurro: "Mercato invernale, vendo un giocatore all'estero e respiro: il periodo era durissimo, faticavamo a pagare gli stipendi. Quando stiamo per firmare mi chiama un notissimo avvocato divorzista: non può far partire il calciatore, la moglie vuole la separazione, abbiamo chiesto il ritiro del passaporto. Li ho chiusi in una stanza finché non hanno sistemato tutto: accordo per il divorzio e cessione del giocatore. Non so se sia stata l'operazione più difficile, ma forse per l'Inter è stata la più importante".

Quanto all'errore più grave che ha fatto, Ausilio alla ‘Gazzetta dello Sport' fa il nome di Kvaratskhelia: "Ma non ho sbagliato solo io, lo hanno offerto a tanti grandi club in Italia. Solo che noi giocavamo con il 3-5-2 e lui è un calciatore da 4- 3-3, per questo non lo abbiamo preso".
Il rimprovero del figlio di Ausilio: "Ti sei fatto scappare Jashari…"
Buon sangue non mente per Ausilio, anche il figlio Niccolò è un ‘malato' di calcio come lui, al punto di rinfacciargli di aver lasciato Ardon Jashari ai cugini del Milan: "Con i piedi non era buono, ha smesso, ma ha passione: vede mille partite, studia i giocatori. Quando Jashari è andato al Milan mi ha rimproverato. Mi ha detto: te l'ho consigliato quando era al Lucerna, te lo sei fatto scappare. È vero, ma mica li possiamo prendere tutti noi quelli bravi…".