Arrivabene rompe il silenzio dopo l’inchiesta Juve: “Telefonò mia figlia, non sapevo cosa spiegare”

L'inchiesta Prisma che ha riguardato la Juventus si è chiusa con una raffica di patteggiamenti a oltre due anni di distanza dal procedimento sportivo. In primo piano i dirigenti chiave della Juventus accusati di presunte plusvalenze fittizie oltre alla cosiddetta ‘manovre stipendi' considerata non regolare nel periodo Covid. La Juventus con la giustizia sportiva, pagò ricevendo 10 punti di penalizzazione (da 15 iniziali) e venendo estromessa dalle coppe europee per una stagione.
Ebbene nel mezzo dei patteggiamenti ricevuti dai vari Andrea Agnelli, Pavel Nedved e non solo, spicca l'assoluzione e dunque il non luogo a procedere per Maurizio Arrivabene che all'epoca dei fatti per un breve periodo amministratore delegato della società. Proprio quest'ultimo ha parlato di quel periodo in un'intervista rilasciata a Tuttosport. L'ex dirigente bianconero sottolinea cosa sia accaduto in quel periodo : "Telefonò mia figlia scossa, e mi chiese: ‘Papà, ma cosa è successo?'. E io non sapevo neanche come spiegargli la vicenda. Fui trattato come un criminale".

Arrivabene ricorda il momento in cui la notizia dell'inchiesta diventò nota a tutti: "La mattina dopo il processo, mia figlia atterrò in Italia tornando dall’estero, e mi trovò sulle prime pagine di tutti i giornali, con la notizia della squalifica data come fosse la condanna di un criminale – ricorda -. Telefonò scossa, e mi chiese: ‘Papà, ma cosa è successo?'. E io non sapevo neanche come spiegargli la vicenda. Ecco, quella sensazione lì è stata brutta. Trattato come un criminale". Le operazioni contestate erano antecedenti alla nomina e su questo Arrivabene spiega: "Non lo so, eppure gli avvocati lo avevano spiegato bene".

Le parole di Arrivabene su Vlahovic: "Ci mandiamo sempre dei messaggi"
E aggiunge: "Nella memoria difensiva era tutto scritto e documentato e lo hanno detto anche in aula. Posso pensare che non abbiamo scritto in modo chiaro o che abbiano parlato troppo piano in aula, magari non gli hanno sentiti. Chissà…". Oggi Arrivabene continua a seguire la Juventus e non nasconde di sentirsi ancora con diversi giocatori:
"Mi scrivo con Bonucci e altri, anche con Vlahovic, per esempio, ci mandiamo sempre dei messaggi. È un bravo ragazzo". Sul serbo sottolinea ancora: "Forse ha pagato il fatto che la Fiorentina giocava per lui e la Juventus non ha mai potuto giocare per lui. Forse adesso se n’è accorto e ha cambiato un po’, mi sembra che giochi più sereno, più leggero". E sui vari talenti della Next Gen ceduti in questi anni è netto: "Peccato non aver tenuto Soulé e Fagioli ad esempio in un momento in cui di talenti ce ne sono pochi".