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Antonio Conte si sta curando in Italia, ma ha una sola ossessione: “Ci chiama 3-4 volte al giorno”

Domenica c’è il derby londinese di Premier League Tottenham-Chelsea, ma sulla panchina degli Spurs no nci sarà ancora Antonio Conte. Ancora in Italia a recuperare dall’operazione alla cistifellea, ma con un unico chiodo fisso nella testa.
A cura di Alessio Pediglieri
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Antonio Conte è ancora in Italia per la sua operazione alla cistifellea avvenuta a gennaio, per poi sfruttare la partita di San Siro di Champions contro il Milan che gli ha permesso di restare in famiglia, in cerca di riposo. Una necessità che si è trasformata in occasione, dopo un ultimo consulto medico e così non ha ancora fatto ritorno in Inghilterra. Il suo posto al Tottenham è stato preso dal suo fido secondo, Cristian Stellini che ha confermato che non ritornerà  a Londra nel fine settimana per guidare la squadra che sarà impegnata domenica pomeriggio nel derby contro il Chelsea.

Ancora riposo, almeno tecnicamente perché Antonio Conte non sa stare lontano dai suoi impegni. Il tecnico italiano lo aveva ribadito già tempo fa, ammettendo di non riuscire a mettere da parte il calcio anche quando gli toglie tempo e spazio per altri aspetti della sua vita. Ed è così anche in questo momento in cui sta trascorrendo la degenza post operazione lontano dall'Inghilterra e dagli Spurs. A rivelarlo è stato il suo assistente, Cristian Stellini nella conferenza pre Tottenham-Chelsea dove gli Spurs sono chiamati a rimanere in scia al treno della Zona Champions League.

Stellini sta guidando il Tottenham dallo scorso 15 febbraio, il giorno dopo dell'andata di Champions a San Siro e fino a questo momento ha il totale controllo della squadra che si è espressa su ottimi livelli nell'ultimo match di Premier vincendo sul West Ham 2-0. Ma dietro alle sue spalle c'è sempre l'ombra lunga di Conte e ad ammetterlo è proprio lui: "No, non credo ritorni a Londra, non è ancora il momento e contro il Chelsea non sarà in panchina. Però è molto vicino a tutti noi, alla squadra, al club a me. Io posso sentire perfettamente la sua energia".

Conte lo aveva chiamato "senso di responsabilità", ma il suo attaccamento al club per cui lavora rasenta l'ossessione compulsiva: "Mi chiama 3-4 volte al giorno, anche la sera. Parliamo molto e se teniamo conto che oramai Antonio è stato operato tre settimane fa, ciò che sorprende è semplicemente una cosa: è completamente coinvolto nella quotidianità della squadra. Si mette a guardare a distanza l'allenamento e l'energia è sempre quella, coinvolto in ogni situazione e in ogni decisione".

Intanto l'approccio di Stellini con la squadra è subito risultato ottimale e il ruolo di primo allenatore, anche se come sostituto lo ha esaltato: "Mi piace molto essere un allenatore in prima battuta, perché quando assumi un ruolo devi sempre fare del tuo meglio. A volte rifletto di essere l'allenatore e per me è un sogno. Ma so di essere prima di tutto un assistente e questa è la realtà e so di essere bravo in questo lavoro, che continuerò a svolgere".

Il rientro a Londra di Antonio Conte doveva avvenire già da qualche giorno, ma la degenza si è rivelata un po' più lunga del previsto. Un contrattempo di cui si era rammaricato lo stesso Conte, obbligato ad operarsi dopo aver sottovalutato la situazione: "Purtroppo ho sottovalutato il tutto ma non è un'operazione di routine, meglio un'improvvisa e grave emergenza. Il mio corpo ha sofferto la mia impazienza, e ora sono costretto a fermarmi fino al mio completo recupero" aveva scritto spiegando il motivo della sua permanenza in Italia. "Chi mi conosce, capisce quanto questo sia un peso per me, ma è necessario" aveva poi concluso Conte che non ha comunque fatto mancare la propria presenza anche a centinaia di chilometri di distanza, alimentando la propria ossessione che lo ha fatto diventare uno degli allenatori più vincenti e apprezzati degli ultimi anni.

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