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“Alla Juve era tutto esagerato”: Evra racconta il problema che costò una finale di Champions League

Sono trascorsi 6 anni dalla finale di Champions League persa a Berlino dalla Juventus contro il Barcellona e Patrice Evra, che quel giorno era in campo da titolare sulla fascia sinistra, racconta il rimpianto che lo attanaglia ancora: “Dissi a tutti: ‘Ragazzi, non potete andare avanti così’…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Patrice Evra con la maglia della Juventus ha fatto quasi bottino pieno in due anni e mezzo di militanza a Torino: due Scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa europea. Il ‘quasi' si riferisce alla prima delle due finali di Champions League perse dai bianconeri sotto la gestione Allegri: era il 6 giugno 2015, il Barcellona si impose a Berlino per 3-1. Una sconfitta che oggi – a distanza di 6 anni – il 40enne ex terzino francese attribuisce ad un motivo preciso.

"In Italia si lavora tanto, anzi troppo, si spinge tutto all’estremo. C’è quasi una superstizione del lavoro, e l’ho vissuta alla Juventus, del tipo: ‘Se non ci alleniamo in maniera durissima, non vinceremo mai'. Non è vero. Per me è un segno di insicurezza. Sia chiaro: io ho sempre lavorato duro nella mia carriera. Ma alla Juventus era tutto esagerato. Il mio primo anno vincemmo il campionato e perdemmo la Champions League in finale. Ma sono convinto che quella coppa avremmo potuto vincerla se non fossimo arrivati così sfiniti, fisicamente e mentalmente", è l'opinione di Evra.

‘Zio Pat' è arrivato alla Juve dopo 8 anni di Manchester United e allora prova a spiegare bene la differenza totale tra i due mondi, Serie A e Premier League: "In Inghilterra prima dei big match si canta e si balla nello spogliatoio. In Italia invece c’è troppa pressione sui calciatori – dice a Repubblica – Anche quando eravamo sul pullman con gli altri della Juve, alcuni dei miei compagni guardavano Sky Sport, altri leggevano i giornali sportivi. Allora dissi a tutti: ‘Ragazzi, non potete andare avanti così, concentrati ogni secondo sul calcio. Così perdete la gioia di giocare a pallone' ".

Evra sfata poi il mito di un Allegri più ‘morbido' rispetto al sergente di ferro Conte: "Questo lo dite voi! Quando si arriva in un’istituzione leggendaria come la Juve, anche l’allenatore più tranquillo rispetta la cultura del lavoro del club. I bianconeri sono orgogliosi di essere la squadra che si sfianca di più. Per la prima volta nella mia carriera, alla Juve mi son detto: ‘Qui davvero mi guadagno duramente ogni euro'. Gli allenamenti con Allegri non erano affatto rilassati. La gente dice: ‘Con Conte era ancora peggio'. Per me invece è lo stesso. Allegri ti ammazza di lavoro, ma è intelligente perché te lo impone con il sorriso". Chissà, forse con meno carichi nelle gambe quella sera a Berlino davvero le cose avrebbero potuto essere diverse.

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