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Mondiali di Basket 2023

Pozzecco furioso dopo la vittoria con le Filippine: “Attaccate me, ma non toccate i miei giocatori”

Gianmarco Pozzecco è stato un fiume in piena nel post vittoria contro le Filippine, ritornando sulle acri polemiche dopo la sua espulsione contro la Dominicana: “Attaccate pure me, non vi preoccupate di come sto… non importa. Io non sono un uomo solo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Gianmarco Pozzecco non è riuscito a godersi del tutto la vittoria ottenuta sulle Filippine in Gara tre ai Mondiali di basket. Che ha garantito l'accesso alla Fase 2 da seconda classificata, dietro alla Repubblica Dominicana. Un successo che è arrivato dopo lo scivolone di gara 2 dove il coach azzurro era stato espulso ancor prima della fine del primo quarto, aprendo il fianco a polemiche con molti che hanno puntato il dito sull'incapacità di gestire i momenti più caldi.

Così, a pochi minuti dal fischio della sirena che ha decretato la vittoria per 83-90 dell'Italbasket, Pozzecco non è riuscito a trattenersi ai microfoni Rai, trasformando una classica intervista post gara in uno sfogo duro e amaro in cui si è tolto tutti i sassolini raccolti nelle ultime ore e che lo hanno pervaso di un fastidio più che manifesto. E che si può racchiudere in una sentenza a microfoni aperti: "Attaccate me, date addosso pure a me non c'è problema, ma non toccate i miei ragazzi".

Parole che arrivano in diretta tv senza censure, come è l'indole di Pozzecco che mai è cambiata e mai cambierà. Come da giocatore anche da coach a tratti travalica i confini che lo portato a venire danneggiato e, in chiave coach, a penalizzare l'intero gruppo. Questa l'accusa più forte, che si è consumata nella vigilia del match più delicato e decisivo contro i padroni di casa. Il motivo? Semplice, l'espulsione contro i dominicani, arrivata a inizio match avrebbe fatto scattare su tutte le furie anche i vertici federali, per primo Petrucci le cui parole riportate erano apparse di quasi rottura col ct.

Al contrario,  il pensiero di Pozzecco svela un'altra realtà sotto le ceneri degli attacchi nei suoi confronti, evidentemente mal digeriti: "Datemi addosso, date addosso a me ma non dite che sono diseducativo. Dite che perdo le partite e che sono un pazzo furioso e anche anormale. Ma non toccate i miei giocatori. Non toccate il mio staff. Non toccate il mio presidente federale che in questi due giorni mi ha trattato come un figlio, al quale io voglio altrettanto bene come ad un padre. Perché lui ha visto la sofferenza di un uomo. Si dice che l’allenatore è un uomo solo? Bene, io non lo sono".

L'intervista così si trasforma in un lungo amaro sfogo: "Questi sono ragazzi hanno vinto 11 partite su 12. Non era semplice e hanno conquistato la qualificazione mondiali, poi la qualificazione agli europei. Questo era un girone complicato ma non stiamo qui a spiegarlo a parlare di partite, potremmo discuterne visto che abbiamo alzato l'asticella e raggiunto l'approdo olimpico. Ma non vi preoccupate di questo" ha continuato il ct azzurro. "Non vi preoccupate di come sto, continuate pure a darmi addosso, ma non toccate i giocatori". Dai quali è subito corso a congratularsi. "Perché sto bene con loro" le ultime parole lasciate al microfono.

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