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Playoff NBA: Paul George segna 41 punti e i Clippers accorciano sul 3-2 contro i Suns

Il numero 13 gioca la miglior partita della sua carriera in post-season e trascina L.A. ad un fondamentale successo in casa Phoenix, che già sognava l’approdo alle Finals da festeggiare davanti al proprio pubblico. Per PG si tratta della partita numero 18 di fila con almeno 20 punti: nessuno parla più di “Pandemic P” oggi.
A cura di Luca Mazzella
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Una prestazione da ricordare, l'ennesima dei Playoffs che ci stanno riconsegnando un Paul George a livelli forse mai visti dopo l'infortunio alla tibia patito con gli Indiana Pacers. Un giocatore il cui rendimento nella bolla aveva fatto coniare l'ingeneroso soprannome di "Pandemic P" per etichettare la versione Playoffs 2020, ma che nell'edizione 2021 sta trascinando i Los Angeles Clippers senza Kawhi Leonard e senza altre star accanto. Nella notte è arrivata l'ennesima super prestazione di PG, autore di 41 punti con un clamoroso 15/20 dal campo, e giunto alla 18esima partita di fila in post-season ad almeno 20 punti (striscia raggiunta solo da Kobe Bryant, Kevin Durant e Michael Jordan) in 37 giorni: tra infortuni e defezioni illustri delle super star NBA alle prese col calendario più fitto di sempre, una prova di resistenza fisica e mentale non indifferente per un giocatore che proprio dal punto di vista psicologico si era dichiarato in sofferenza mesi fa, a Orlando. I 41 punti segnati rappresentano inoltre il massimo in carriera ai Playoffs per George, che porta la serie sul 3-2 per i Suns e brucia la prima chance di CP3 e compagni per accedere alle Finals.

Un "match-point" che Phoenix ha avuto sul parquet amico, davanti ai suoi tifosi, e che rende ulteriormente iconica la prova di George e più in generale di tutti i Clippers, il cui coach Tyronn Lue si dimostra ancora glaciale quando messo davanti all'eliminazione (10-2 in partite da dentro o fuori, miglior record della storia NBA). I suoi uomini sono entrati da subito concentrati e con l'evidente volontà di rovinare la festa dei Suns, partendo con un ottimo primo quarto e arrivando fino al +15 nel corso del primo tempo. Monty Williams non avrebbe però accettato di mollare senza lottare ed ecco che il secondo tempo si è trasformato nell'ennesima rimonta di questi pazzi Playoffs NBA, con Phoenix capace di risalire e portarsi addirittura avanti nel punteggio con un canestro di Paul prima di capitolare davanti a un parziale di 10-0 guidato e propiziato proprio da Paul George, che gioca un terzo quarto stellare da 20 punti e come detto sbaglia pochissimo dal campo, ed è perfetto dalla lunetta (8/8).

Come spesso accaduto in post-season, il miglior alleato di PG si chiama Reggie Jackson, altro giocatore in modalità "revenge season", firmato al minimo salariale e diventato fondamentale nell'attacco dei Clippers: l'ex Pistons segna 23 punti, che si sommano all'altro ventello degli ospiti a firma Marcus Morris, finora decisamente deludente nella serie. Il gemello di Markieff parte alla grande e segna la maggior parte dei suoi 22 punti proprio nel primo tempo sontuoso dei suoi, ma pur calando nelle percentuali dal campo con l'avanzare della partita è proprio lo sgravare di responsabilità per qualche possesso George che ha fatto la differenza, anche nel mantenere il 13 lucido dopo l'intervallo.

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I meriti di Tyronn Lue nel trovare ancora una volta la giusta chimica e le giuste rotazioni non si fermano qui: a prendere gran parte dei minuti di Ivica Zubac (defezione last-minute per problemi fisici e secondo centro K.O. dopo Ibaka, che ha finito la stagione e non si è praticamente mai visto in post-season) è stato DeMarcus Cousins, eroe in negativo di gara 4 con una sanguinosa infrazione dalla lunetta nel finale, e autore stanotte di 15 punti in appena 11 minuti. Anche per l'ex Pelicans si tratta del career high, alla 14esima partita di Playoffs giocata da quando in NBA.

Lato Phoenix non bastano i 31 di Devin Booker e i 22 di Chris Paul per sfruttare la prima occasione di approdare alle Finals: di positivo c'è che i Suns ne avranno altre 2 e l'eventuale bella di nuovo in Arizona. Partite nelle quali servirà il solito enorme DeAndre Ayton, un po' sottotono nella notte, e il supporting-cast che tanto ha fatto la differenza in termini di profondità con tutti gli avversari affrontati finora: Jae Crowder, Mikal Bridges, Cameron Payne. Per vincere la serie e regalarsi un sogno serve l'apporto di tutti. A partire da gara 6, in programma tra mercoledì e giovedì ad L.A.

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