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Paolo Banchero frena sui Mondiali con l’Italia: “Devo pensarci bene e discuterne”

L’ala degli Orlando Magic rinnova la volontà di giocare in Azzurro, ma le parole di cautela lasciano tutti sulle spine.
A cura di Luca Mazzella
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Vorrei, ma non so se posso. All'ennesima dichiarazione di apertura "mitigata" dal condizionale di Paolo Banchero, la frase sembra più che azzeccata. Perché l'ala degli Orlando Magic, prima scelta al draft 2022 e al momento favorito numero 1 al premio di Rookie of The Year dopo un inizio bomba che ha scomodato le statistiche dei più grandi di sempre, continua in qualche modo a strizzare l'occhio alla Nazionale Azzurra, fresca qualificata al Mondiale del prossimo anno in Giappone, Indonesia e Filippine, ma lasciando aperto ogni possibile scenario, compreso quello di una "non partecipazione" che però non sembrerebbe in alcun modo allontanare il nativo di Seattle dall'Italbasket per sposare la causa di Team USA, quanto posticipare ancora una volta il momento in cui Gianmarco Pozzecco potrà finalmente averlo a disposizione.

Le ultime dichiarazioni di Banchero, arrivate oggi a Il Messaggero, rispondono esattamente all'identikit tracciato finora: il ragazzo vuole giocare con l'Italia ("Sarebbe una grande opportunità", che fa seguito al "Ho intenzione di giocare con la nazionale italiana, non so quando" annunciato al podcast del compagno di squadra RJ Hampton poche settimane fa) ma quando questo avverrà non è ancora dato saperlo. La voglia di mettere però la ciliegina sulla torta a un gruppo che con Simone Fontecchio, Nick Melli, Nico Mannion, le nuove leve Gabriele Procida e Matteo Spagnolo e tutti gli altri giocatori che in totale sintonia con Gianmarco Pozzecco sembrano trovare stimoli e energie nuove in maglia azzurra, è tanta. E le aspettative che ormai circondano "The Decision" sono tali da sollevare un polverone ad ogni passettino che comunque Banchero sembra fare nella direzione del tricolore.

Le parole rilasciate al Messaggero

Intervistato da Giacomo Rossetti, i passaggi fondamentali riguardanti l'Italia sono due. Il primo, ovviamente, è sulla volontà di vestire l'Azzurro la prossima estate. Una domanda a cui Banchero risponde così: "Ne devo parlare bene con il mio team, il mio agente, la mia famiglia. Sarebbe una grande opportunità, sicuramente non posso negarlo ma de­ve passare ancora tempo. Devo pensar­ci bene e discuterne con chi mi sta attor­no”.

Il numero 5 di Orlando ha poi aggiunto, a proposito della qualificazione ottenuta lunedì con la vittoria in Georgia: "È un risulta­to straordi­nario, non solo per la squadra ma per tutto il Paese, qualco­sa di cui vado orgogliosissi­mo. Non ho avuto modo pur­troppo di vedere la partita, perché avevo da preparare una sfida con i Magic. Guar­dando giocare gli azzurri dall'esterno posso dire che mi piace il loro stile sul parquet, è una pallacanestro molto eccitante e che mi ispira parecchio”. Anche qui, dichiarazioni che non farebbero temere alcun dietrofront, alcun ripensamento, alcuna volontà di accogliere favorevolmente una chiamata di Team USA che tanti vedono come ostacolo principale tra Banchero e l'Italbasket. Anche perché la verità è che, ad oggi, il giocatore non ha mai affermato di voler giocare per la Nazionale a stelle e strisce.

Il viaggio in USA possibile spartiacque

Come annunciato in pompa magna dal Presidente della Federazione Gianni Petrucci, il 3 dicembre sarà una data cruciale per il destino azzurro. In compagnia del coach Pozzecco e del direttore generale FIP Trainotti, la delegazione italiana volerà in quel di Orlando per parlare faccia a faccia con il giocatore, illustrargli il progetto tecnico, e strappare – questo almeno è quello che emerge dalle dichiarazioni dei protagonisti (Pozzecco, ieri, alla Gazzetta, ha detto "Ormai siamo dentro a una favola bellissima e Banchero può diventare il Super Eroe che sbuca dal nulla per il lieto fine) il si alla Nazionale. Un si che Banchero avrebbe già comunicato e ribadito in altre sedi, ma che appunto continua in qualche modo a oscillare e tenere tutti sulle spine. Per quanto però l'isterismo generale guidi ormai ogni sussulto di Banchero, in grado di oscillare da salvatore della Patria a "core ingrato" nel giro di pochissimi tweet, con gli immancabili commenti su colore della pelle, lingua parlata, numero di volte in cui è stato in Italia e tutto ciò che in termini di "italianità" farebbe o non farebbe del ragazzo il simbolo della nostra Nazionale – e non certo del nostro basket che invece non vede l'ora di trincerarsi dietro un talento unico nato, plasmato e costruito tecnicamente dagli Stati Uniti ma che consentirebbe una volta di più di nascondere sotto il tappeto le tante falle di una gestione dilettantistica dell'intero movimento da ormai due decenni a questa parte – leggere testualmente le sue ultime parole non dovrebbe alimentare alcuna reale tensione.

Tutte le volte che Banchero ha dimostrato di voler giocare con l'Italia

L'ottimismo deve continuare a guidarci nella querelle-Banchero. D'altronde, è lo stesso ragazzo ad avere ormai una consolidatissima cronologia di dimostrazioni di affetto verso l'Azzurro. Dal 2020, anno in cui nel famoso video di Slam Paolo veste la maglia Italbasket e dopo i colloqui tra famiglia e Federazione riceve il passaporto italiano, con tanto di foto sui social, alle parole post draft di questa estate "La mia intenzione è ancora quella di giocare per la Nazionale italiana”, passando per la foto con la bandiera italiana al Media Day dei Magic e alle parole – le prime sul tema – a proposito del Mondiale 2023: “Il Mondiale 2023 è un mio obiettivo. Non posso garantirlo al 100%, visto che devo ancora cominciare la mia prima stagione NBA, ma è qualcosa a cui penso”, fino appunto a quanto detto nel podcast con il compagno di squadra RJ Hampton. Con l'ultimo capitolo di oggi, al Messaggero, Paolo non toglie ma semmai aggiunge qualcosa: un'ulteriore mano tesa in direzione dell'Azzurro, con gli Orlando Magic a fare in qualche modo da arbitri della contesa. Non sappiamo che tipo di lavoro verrà richiesto a Banchero in off-season (che coinciderà appunto con la rassegna mondiale), e più in generale conosciamo ormai benissimo i rapporti tra franchigie e singole Federazioni al riguardo. Che Banchero in qualche modo posticipi il suo esordio subordinandolo alla volontà della sua squadra di club, è più che lecito. E fin quando le sue dichiarazioni continueranno ad andare solo e esclusivamente in direzione dell'Azzurro, non c'è molto da temere. Siamo tutti impazienti, è vero, ma questo sogno può ancora diventare realtà.

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