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Kobe Bryant nella Hall of Fame, la moglie Vanessa: “Ce l’hai fatta, grazie per l’amore di una vita”

La moglie del compianto campione dei Los Angeles Lakers emoziona sul palco della Hall of Fame ricordando le imprese del Kobe giocatore, e la sua dimensione più umana da marito e da padre. Un discorso struggente, che Vanessa Bryant è stata in grado di fare senza mai crollare, mostrando una forza d’animo da MVP.
A cura di Luca Mazzella
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Ieri notte a Springfield, Massachusetts, è andata in scena come ogni anno la cerimonia di introduzione delle nuove leggende nella Basketball Hall of Fame. Un'edizione speciale, dal momento che tra i giocatori il cui nome resterà per sempre scolpito, una volta di più, nella storia del gioco, c'era Kobe Bryant. E così, dopo i discorsi dei nuovi Hall of Famers Kevin Garnett, Tim Duncan, Rudy Tomjanovich, Kim Mulkey e Tamika Catchings, a celebrare il Mamba è salita sul palco sua moglie, Vanessa Bryant, accompagnata da un Michael Jordan visibilmente emozionato.

Il discorso di Vanessa resterà a lungo impresso come una delle più emozionanti testimonianze della vita e carriera di Kobe Bryant. Vanessa ha esordito ringraziando proprio MJ, idolo, amico e punto di riferimento di Kobe:

Lo scorso febbraio ho chiamato Michael, gli ho chiesto se avesse voluto presentare Kobe stasera, e lui ha gentilmente accettato.Grazie per essere qui, vuol dire molto per tutti noi. Kobe ti ammirava. Ho sempre evitato di incensare mio marito pubblicamente, perché pensavo che si prendesse già abbastanza elogi da tutti i suoi fan nel mondo e qualcuno dovesse tenerlo coi piedi per terra. Sono sicura che adesso stia ridendo dal Paradiso, perché sto per elogiare tutti i suoi traguardi in pubblico e su uno dei palchi a maggiore risonanza mediatica. È come se potessi vederlo proprio ora, le braccia incrociate, con quel suo sorrisetto che dice: ‘Non era mica questa una di quelle cazzate che odiavi?' Ha vinto di nuovo lui."

Tanti i ricordi legati al Kobe giocatore, al Kobe ostinato a restare in campo nonostante gli infortuni:

"Le statistiche di Kobe parlano da sole. Kobe era su un livello differente. Non ha mai preso scorciatoie nel basket. Ha dato tutto se stesso per il gioco. Kobe ha giocato sempre al massimo, infortunio dopo infortunio. Giusto per citarne alcuni, alcune volte gli sono state fatte delle infusioni endovenose nell’intervallo di metà gara per trattare una tossinfezione alimentare o un’influenza e permettergli di continuare a giocare. Ha giocato col naso rotto. Si è fratturato un dito e se lo è fatto rimettere a posto sul momento solo per poter finire la partita. Poi ha imparato da solo come usare la mano sinistra per poter giocare comunque il resto della stagione, mentre quel dito guariva. Ha pure tirato i liberi con un tendine d’Achille rotto, e ha lasciato il campo da solo senza aiuto. Non mi dimenticherò mai lo sguardo che mi lanciò quel giorno mentre lasciava il parquet di gioco. Sapevo che l’infortunio era brutto. I tifosi cantavano e io rassicuravo Natalia e Gianna che il loro papà sarebbe stato bene, che l’infortunio era solo uno dei tanti. Ma prima di entrare nel tunnel, non mi strizzò l’occhio, non mi mandò un bacio. Potevo vedere il suo sguardo preoccupato. Quell’infortunio era grosso, ma il suo ritorno dall’infortunio fu ancora più grande. Le persone non lo sanno, ma uno dei motivi per il quale mio marito giocava nonostante infortuni e dolore era perché diceva di ricordarsi di quando era un bambino che guardava, con suo padre, la giocata del suo giocatore preferito (si gira a guardare MJ ndr) dai sedili più in alto nello stadio. Si ricordava delle corse in macchina, delle conversazioni e dell’esaltazione di essere uno dei fortunati ad aver trovato posto allo stadio. 

Molto significativa la parte dedicata ai fan e al rapporto che Kobe aveva con tutti loro:

"Kobe non voleva deludere i suoi fan, soprattutto quelli che avevano messo da parte i risparmi per andare a vederlo giocare. I bambini con la stessa esaltazione che lui stesso aveva avuto da piccolo. Mi ricordo di quando gli chiedevo del perché non se ne potesse stare in panchina almeno per quella partita in cui aveva un qualche dolore. Lui rispondeva: “E i fan che hanno risparmiato e possono venirmi a vedere giocare solo una volta?” Non si dimenticava mai dei suoi fan. Se trovava la forza, voleva giocare ogni singolo minuto di ogni singola partita. Vi amava tantissimo"

Sul finale del discorso, una bellissima parentesi sul Kobe marito e padre:

"Grazie per esserti svegliato alle 4 di mattina per allenarti, per essere tornato a casa ogni mattina solo per darmi il buongiorno con un bacio e accompagnare le ragazze a scuola, per tornare poi ad allenarti, ritornare ancora a casa e andare a prendere le ragazze a scuola ogni volta che hai potuto. Grazie di non aver mai mancato un compleanno, un saggio di danza, una cerimonia scolastica o una partita delle tue ragazze, ogni volta che i tuoi impegni sul campo te lo permettevano. Grazie per aver messo l’amore per la tua famiglia prima di tutto. Grazie per aver portato tanta gioia nelle nostre vite e nella vita delle persone attorno a te. Grazie per averci inspirato ad essere persone migliori di quanto non fossimo il giorno prima. Grazie per avere insegnato a me a tutti noi come mettere la gioia di qualcun altro prima della tua. Grazie per essere stato altruista e di aver amato tantissimo. Grazie per non esserti mai preso sul serio. Grazie per il tuo senso dell’umorismo e per la tua arguzia. Grazie per non avermi detto mai di no e aver fatto in modo che potessi dire la mia, la maggior parte delle volte. Grazie per essere stato paziente e affabile. Grazie per avermi fatto scoppiare le tue vesciche ogni santa volta. Grazie per aver affrontato con grazia le mie uscite acide. E per avermene restituite altrettante. Grazie per essere stato il mio Topolino e il mio Noè ed avermi fatto essere la tua Topolina e la tua Allie. Grazie per avermi amato per tutta una vita e per qualsiasi altra vita in cui io avessi potuto scegliere te. Alle mie ragazze, Natalia, Gianna, grazie per aver sacrificato tanto tempo senza vostro padre, cosicché potesse concentrarsi sull’essere il migliore in qualsiasi cosa pensasse. Bianca e Capri, sono così contenta che siate qui stasera. Il vostro papà era incredibile. Vi ha amato tantissimo"

La chiusura, visibilmente commossa nel tentativo di trattenere le lacrime, ha sancito ufficialmente l'ingresso di Kobe Bryant nella Hall of Fame:

"Una volta mi ha detto, se devi scommettere su qualcuno, scommetti su te stesso. Sono contenta tu abbia scommesso su te stesso, tu che puntavi sempre in alto. Ce l’hai fatta. Sei nella Hall of Fame adesso. Sei un vero campione. Non sei solo un MVP, sei uno dei più grandi di tutti i tempi.  Sono tanto orgogliosa di te.Ti amerò per sempre, Kobe. Bean. Bryant."

Da ieri notte, sabato 15 maggio 2021, accanto a tutti i riconoscimenti conseguiti da Kobe Bryant in carriera potremo dire anche, e finalmente, Hall of Famer. Grazie di tutto Kobe.

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