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I Milwaukee Bucks senza Antetokounmpo abbattono gli Hawks e si portano sul 3-2

Priva del 2 volte MVP out per problemi al ginocchio, la squadra di Mike Budenholzer strappa una convincente vittoria casalinga che arriva grazie alla serata di grazia di ben 4 giocatori, guidati da Brook Lopez e coi soliti Middleton e Holiday a salire in cattedra. La vera sorpresa, però, è Bobby Portis.
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A cura di Luca Mazzella
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Una grande prova di squadra di Milwaukee, esattamente quello che serviva per sopperire all'assenza di Giannis Antetokounmpo e dare un segnale importante per provare a spegnere le ambizioni dei terribili Atlanta Hawks, anch'essi privi del loro miglior giocatore ma freschi di successo in gara 4 proprio grazie a una prestazione corale capace di far dimenticare l'assenza di Trae Young. La franchigia del Wisconsin manda ben 4 uomini sopra i 20 punti, tira col il 50.5% dal campo, e dimostra di avere nelle mani molti più punti di quanto il farraginoso attacco a difesa schierata in presenza del 2 volte MVP (e non per suoi demeriti ma per la tendenza di Budenholzer ad affidargli un numero spropositato di possessi palla in mano, non nelle sue corde) faccia solitamente credere.

I quattro tenori

Gli eroi della notte per Milwaukee sono addirittura quattro, con Brook Lopez che guida la ciurma con 33 punti (e uno strabiliante 14/18 dal campo senza tiri da tre, abbastanza peculiare visto l'uso del tiro pesante degli ultimi anni ma figlio della non-difesa del ferro degli ospiti, disastrosi nella restricted area), seguito dai 26 punti con 13 rimbalzi e 8 assist di Khris Middleton, in una prestazione a tutto tondo del giocatore che più di tutti si conferma il barometro della squadra), dai 25 (con 13 assist) di Jrue Holiday e dai, questi abbastanza sorprendenti, 22 di Bobby Portis. L'ex Bulls viene promosso in quintetto al posto di Giannis per la prima volta in carriera, e sfrutta nel migliore dei modi l'occasione della vita, senza paura di prendersi responsabilità (a fine gara saranno 20 i tiri tentati, 9 dei quali a segno) ed entrando definitivamente nelle grazie dei tifosi, in una partita ad altissima tensione e con un'enorme posta in palio.

Inutile dire infatti che l'andamento di questa post-season, l'assenza di corazzate vere e proprie e la ghiottissima occasione di affrontare una Cenerentola in Finale e non i Los Angeles Lakers di LeBron James e Anthony Davis, sia una chance quasi irripetibile di portare il trofeo in casa Bucks. Motivo per cui un'eliminazione, per giunta per mano di una squadra per nulla partita con queste ambizioni, sarebbe un fallimento difficile da digerire.

Per non cadere negli stessi errori di gara 4, Portis e compagni partono subito forte e toccano i 20 punti di vantaggio già nel primo quarto, controllando poi la partita senza grossi patemi salvo un paio di tentativi di risalita di Atlanta (a -9 a fine primo tempo) che ritrova un grande Bogdan Bogdanovic con 28 punti, molto più "presente" rispetto alle altre partite della serie e in ripresa dopo i problemi al ginocchio, ben supportato da un Danilo Gallinari che tira 5/11 dal campo, segna 19 punti, ma forse non usato a sufficienza da Nate McMillan, che gli concede appena 22 minuti pur non avendo risposte adeguate in campo da Clint Capela (disastroso in difesa, con il pitturato terra di conquista di Milwaukee che segna 66 punti contro i 36 degli Hawks) e soprattutto da Kevin Huerter, vero uomo in più per Atlanta in stagione e incappato nella peggior serata della post-season con 3/12 al tiro e 8 punti.

Gara 6, in programma tra domenica e lunedì, potrebbe sancire la fine della stagione straordinaria di Atlanta e mettere i Bucks nella condizione di giocarsi le Finals da assoluti favoriti. O, e non sarebbe la prima volta nei Playoffs, scombinare tutti i piani e portare la serie ad un gara 7 per cuori forti. Dipenderà molto da Trae Young e da Giannis, e dai loro rispettivi infortuni.

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