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Ben Simmons cacciato dall’allenamento e sospeso per indisciplina: è la fine con Philadelphia

Un altro imbarazzante capitolo si aggiunge alla vicenda Simmons-76ers, ormai ai titoli di coda dopo una tregua durata di fatto poche ore. Il giocatore, rientrato in città dopo 2 mesi di totale silenzio e richieste di trade, sarebbe stato allontanato dal campo di allenamento da coach Doc Rivers, a causa di un atteggiamento ben lontano dalla professionalità minima richiesta. Cessione vicina?
A cura di Luca Mazzella
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Ben Simmons-Philadelphia: capitolo finale. La tregua tra le parti, dettata da circostanze economiche e da tempistiche troppo ristrette per imbastire uno scambio che alleviasse il dolore di entrambe le parti, giocatore e dirigenza, è durata meno di un giorno. È infatti notizia di questi minuti che l'australiano, al suo secondo allenamento con la squadra, è stato cacciato dall'head coach Doc Rivers e di conseguenza sospeso per una partita con tanto di multa dai 76ers. Già la prima sgambata coi ritrovati compagni (per modo di dire) di squadra sembrava lasciar intendere una frattura divenuta ormai insanabile e lo status a tutti gli effetti di separato in casa del mancino, evidentemente svogliato e distaccato dai video pubblicati sul web e con tanto di cellulare in tasca durante gli esercizi a metà campo.

Ad acuire una situazione ingestibile e ormai ai limiti del grottesco è poi arrivato il tweet del solito insider Adrian Wojanarowski, che ha riferito di un duro faccia a faccia tra Doc Rivers e il giocatore sfociato nell'allontanamento dal campo, a causa di un atteggiamento distratto e di un esercizio difensivo a cui Simmons non avrebbe voluto prendere parte, mandando l'allenatore su tutte le furie.

Durissime le parole proprio del coach, che ai giornalisti ha motivato la decisione evidenziando come Simmons non fosse "sulla stessa lunghezza d'onda dei suoi compagni di squadra in allenamento", seguito poco dopo da Joel Embiid che si è limitato a riferire di un dialogo praticamente assente dal reintegro del compagno in squadra, chiudendo con un "A questo punto, non possiamo fare da babysitter a qualcuno".

A chiudere il tutto sul capitolo odierno della telenovela, la multa dei 76ers che hanno sanzionato il giocatore di 1.4 milioni di dollari per tutte le gare di pre-season saltate, gli allenamenti e i meeting disertati durante la sua assenza: un timing che denota come di fatto la dirigenza si stesse semplicemente trattenendo dal far scoppiare un polverone ormai incontrollabile per tutte le parti coinvolte. E che ormai non ha diverso possibile epilogo da una cessione che giorno dopo giorno diventa sempre più difficile, con le pretendenti pronte a nuove offerte al ribasso e una posizione, quella dei 76ers, che rischia di perdere forza giorno dopo giorno. Quello che è certo è che, a differenza dello stupore e del paventato ottimismo emerso pochi giorni fa col l'avvicinamento a sorpresa tra le parti, la storia tra Ben Simmons e i Philadelphia 76ers sia ormai arrivata al punto di non ritorno, in una escalation di attriti che non fa altro che minare la serenità di una squadra che da contender ora si ritrova nella confusione più totale.

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