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Achille Polonara, la leucemia è in remissione: “Dopo il coma non ricordavo mia figlia Vittoria”

Il giocatore di pallacanestro ha raccontato come ha scoperto di essere gravemente malato e i momenti subito dopo il risveglio: “Tutto è iniziato con una febbre poi l’esame del midollo ha dato la sentenza”. Sua moglie Erika parla della telefonata shock che arrivò dall’ospedale.
A cura di Maurizio De Santis
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Achille Polonara ha accanto sua moglie, Erika Bufano. Il campione di basket è ospite a Verissimo e racconta cosa è stata la sua vita da quando ha scoperto che febbre e senso di spossatezza non erano colpa di una semplice influenza ma la spia di qualcosa di più grave: leucemia mieloide acuta. Una diagnosi tremenda. "Adesso la malattia è in remissione ma mi attendono altre visite", le parole del cestista che ha ripercorso tutto quanto accaduto in questi mesi. Il consulto coi medici, il ricovero e il trapianto di midollo, il coma che per un po' lo ha inghiottito e quando ne è uscito gli ha lasciato addosso stordimento e confusione. "Ero in confusione totale, mia moglie provava a farmi ricordare le cose. Ma all'inizio non ricordavo di mia figlia Vittoria".

Tutto è iniziato con una "semplice" febbre

La consorte, Erika, gli stringe la mano sul braccio. Si volta, incrocia lo sguardo. E si commuovono. Quando vedi negli occhi la morte ti resta qualcosa addosso sempre, anche se ne eviti l'abbraccio. Polonara l'aveva scansata dopo aver superato anche il tumore ai testicoli. E invece se l'è ritrovata di fronte. "Ho reagito malissimo", e la sua voce accompagna la narrazione della vicenda umana. "Avvertivo un senso di spossatezza, non potevo giocare. Pensavo di avere un'influenza invece con gli esami del sangue ho scoperto un valore dell'emoglobina molto basso. E quando ho fatto esami clinici più approfonditi ho appreso che stavo male per la leucemia mieloide acuta".

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L'amore della moglie Erika e la telefonata shock dall'ospedale per il coma

Erika è la donna che gli è rimasta vicino fin dal primo momento. Quando gli è sembrato di cadere, lei era lì a sostenerlo. "Ho passato momenti che una persona così giovane non dovrebbe mai vivere – ha aggiunto Polonara -. Erika è stata unica, non mi ha lasciato mai andare un secondo". Quando tutto è diventato complicato e la paura di non riaprire mai più gli occhi aveva preso il sopravvento, lei era lì a tenerlo attaccato alla vita in tutti i modi possibili: anche facendogli ascoltare una canzone di Olly (Questa domenica). Quando Polonara s'è risvegliato da quel sonno profondo, lei era lì accanto al suo letto.

"In quei giorni gli facevo ascoltare la nostra canzone preferita – spiega la consorte durante l'intervista -. Parlavo ad Achille, gli raccontavo dei bambini. E vedevo che in qualche modo rispondeva a quegli stimoli. Mi aveva fatto una promessa e l'ha mantenuta: è tornato da noi. Alla fine mi ha ascoltata ed ha riaperto gli occhi".

Il trapianto poi la chiamata drammatica: "La situazione era precipitata"

È stata Erika a rivelare altri dettagli di quell'esperienza. Il peggiore: quando la chiamano dall'ospedale per dirle che il marito è entrato in coma a causa di complicanze che erano sorte dopo il trapianto del 25 settembre. "La situazione inizialmente non era delle migliori perché la risonanza non era pulita. Mi hanno chiamato il 16 ottobre e ho pensato fosse morto… Achille è entrato in coma il giovedì e il martedì ha riaperto gli occhi".

Il risveglio e i giorni confusi: "C'è voluto un po' per ricordare la mia vita"

Polonara ha aperto gli occhi all'improvviso dopo essere rimasto sospeso tra la vita e la morte per qualche giorno. "Ero in confusione totale – ha spiegato ancora -, mia moglie provava a farmi ricordare le cose. All'inizio non ricordavo di mia figlia Vittoria (ha anche un altro figlio, Achille junior ndr). Ci è voluto un po' prima di ricordare la mia vita. Ora viviamo alla giornata, ci godiamo le feste di Natale a casa. La malattia è in remissione, ma mi attendono altre visite".

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