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Mondiali di Atletica 2025 a Tokyo

Usain Bolt non corre più: “Se faccio le scale mi manca il fiato. Vado in palestra ma non mi piace”

Otto volte campione olimpico e leggenda dello sprint, Usain Bolt ha raccontato a Tokyo la sua vita dopo il ritiro: niente più corsa, allenamenti svogliati in palestra, giornate tra figli, serie tv e Lego. “Quando salgo le scale mi manca il fiato. Credo che dovrò ricominciare a correre”.
A cura di Michele Mazzeo
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Otto anni dopo il ritiro, Usain Bolt resta un'icona dell'atletica mondiale. L'uomo più veloce della storia, tanto da essere considerato una divinità. Ma il 39enne giamaicano oggi ammette di sentirsi "umano" come tutti gli altri: "Quando salgo le scale mi manca il fiato. Credo che dovrò fare qualche giro solo per riprendere a respirare bene".

Il più grande velocista di sempre, detentore dei record nei 100 metri (9″58), 200 metri (19″19) e 4×100 (36″84), non corre più dopo la rottura del tendine d'Achille. La sua attività fisica si limita alla palestra: "Mi alleno principalmente lì. Non sono un fan, ma ora che non corro da un po' penso che dovrò ricominciare", ha spiegato ai giornalisti presenti ai Mondiali di Tokyo.

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Bolt ha raccontato anche la sua quotidianità lontano dalle piste: "Di solito mi sveglio giusto in tempo per salutare i bambini che vanno a scuola. Poi dipende da cosa devo fare. Se non ho niente da fare, mi rilasso. A volte mi alleno se sono dell'umore. Guardo qualche serie, resto sul divano o gioco con i Lego finché i bambini non tornano a casa". Un ritmo di vita che lui stesso definisce ben diverso dall'intensità degli anni d'oro.

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Dal 2017, anno del ritiro, Bolt è rimasto un punto di riferimento per l'atletica mondiale. In tribuna a Tokyo ha assistito al trionfo nei 100 metri del connazionale Oblique Seville, simbolo della nuova generazione giamaicana. Ma quando gli è stato chiesto perché i giovani non abbiano ancora raggiunto i tempi della sua epoca, la risposta è stata secca: "Vuoi la vera risposta? Siamo semplicemente più talentuosi. Certo, lo si vede negli uomini. Si vede che le donne sono diverse. Stanno correndo sempre più veloci. Quindi si vede che dev'essere per forza una questione di talento".

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L'otto volte oro olimpico ha poi rivolto un messaggio ai velocisti di oggi, invitandoli a mostrarsi di più: "È una questione di personalità. Molti cercano di essere divertenti, ma il risultato è diverso. Si tratta solo di divertirsi. Se ci si impegna troppo, non sarà la stessa cosa".

In Giamaica, Bolt vive come padre a tempo pieno insieme ai figli Olympia Lightning e ai gemelli Saint Leo e Thunder. Presto vuole portarli a Pechino, sul luogo che nel 2008 ha segnato l'inizio della sua leggenda: "Sono emozionato perché potrò dire loro: è qui che è successo tutto. Ho mostrato video, ma quando vedranno quella pista capiranno davvero cosa ha fatto il loro padre".

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Il tempo ha rallentato l'uomo che ha rivoluzionato lo sprint, ma non ha intaccato la sua eredità sportiva. I record di Bolt restano imbattuti e il suo mito continua a sovrastare l'atletica di oggi, anche se lui stesso confessa con ironia: "Ora mi basta salire le scale per restare senza fiato".

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