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Tom Daley: “Senza tuffi una parte di me è morta. A 10 anni vedevo ombre che diventavano malefiche”

Tom Daley è una leggenda dei tuffi: ha disputato la prima Olimpiade a 14 anni, ha vinto cinque medaglie ai Giochi e cinque ori ai Mondiali. Dopo Parigi 2024 si è ritirato dall’attività. In un documentario ha raccontato la sua vita e anche i suoi mesi, immediatamente successivi al ritiro.
A cura di Alessio Morra
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Tom Daley è stato uno dei più grandi tuffatori di sempre. Dopo i Giochi di Parigi, a 30 anni, si è ritirato dall'attività. Una vita sportiva lunghissima. Ha disputato cinque Olimpiadi, la prima nel 2008 quando aveva 14 anni. Un campione assoluto, che ha parlato spesso della sua vita privata. L'ha fatto per raccontare del bullismo subito dai compagni di scuola, della bulimia, dell'ossessione per le calorie e poi anche il coming out del 2013. Ora di tutto questo ne ha parlato in un documentario, nel quale ha parlato pure delle difficoltà che ha provato dopo il suo ritiro dall'attività.

"Oggi momento della giornata era scandito, una parte di me è morta"

Tom Daley torna a parlare e lo fa in occasione del documentario di prossima uscita ‘1.6 seconds', disponibile anche in Italia con Discovery+. Ha parlato al Corriere della Sera l'inglese che in modo crudissimo ha spiegato cosa ha provato in questi ultimi dodici mesi nei quali la sua vita è cambiata in modo totale: "Per me è dannatamente difficile capire cosa sia una vita normale. All vita senza i tuffi devo ancora abituarmi. Mi sono tuffato per 23 anni, ogni minimo momento della giornata era scandito, quando mangiare, quando allenarmi. Una parte di me è come morta, nel senso che l’adrenalina dei tuffi non la potrò mai più vivere. Adesso guardando le gare mi chiedo: potrei fare meglio di loro? Potrei ancora farcela?".

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Daley racconta la sua vita in un documentario

Daley nel documentario ritorna su alcuni momenti della sua vita, momenti extra sport – di un ragazzo capace di vincere cinque medaglie alle Olimpiadi, quattro ori ai Mondiali e di essere già un campione quando aveva 15 anni: "Per molto tempo mi sono nascosto, per proteggermi. Ho voluto parlare apertamente dei miei disturbi alimentari perché all’epoca quando ne soffrivo mi vergognavo, gli uomini fanno fatica a parlarne pubblicamente. In questo documentario ci sono stati momenti dolorosi di introspezione. In cuor mio spero però di aiutare le persone a sentirsi meno sole nell’affrontare qualsiasi tipo di problema, non come mi sono sentito io".

Il rapporto con il padre: "Lasciò tutto per stare con me"

Ha dovuto affrontare momenti duri, durissimi nella sua vita, momenti terribili che ha vissuto già da ragazzino: "Quando avevo 10 anni mi sentivo solo, quando ero in Australia o negli Stati Uniti. I miei genitori non volevano un figlio campione, erano persone semplici, mio padre a un certo punto lasciò il lavoro da elettricista per seguirmi. Aveva capito che dovevo essere sostenuto. Soffrivo di insonnia, vedevo ombre che diventavano malefiche".

La medaglia vinta alle Olimpiadi di Londra

Quel padre che molla tutto per seguirlo e sostenerlo viene a mancare a 50 anni, nel 2011. Daley di anni ne ha 17 ed è nel percorso che lo porta alle Olimpiadi di Londra, dove trova la forza di prendersi un bronzo: "Come ho fatto a conquistarlo? Nella mia mente mi ripetevo: papà era orgoglioso di vederti gareggiare; quindi, Tom ora tu devi fare il tuo tuffo migliore, fallo per lui".

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Mentre nel 2013 ha svelato la sua omosessualità e la sua relazione con Dustin Lance Black, sceneggiatore americano premio Oscar, con il quale è sposato. I due hanno due bambini: "Ho svelato la mia omosessualità perché volevo essere me stesso, senza preoccuparmi di niente e nessuno. Poi però è cambiato tutto, ho realizzato che dovevo assumermi questa responsabilità, difendere ciò che tutti dovrebbero avere: il diritto di essere sé stessi e liberi".

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