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Sugar Ray Robinson sognò che il suo avversario sarebbe morto, non voleva combattere: andò davvero così

La notte prima del combattimento valido per il titolo mondiale dei pesi welter, Sugar Ray Robinson sognò di uccidere sul ring il suo avversario Jimmy Doyle. Il leggendario campione non avrebbe voluto combattere dopo quella sconvolgente premonizione, ma lo convinsero che “era solo un sogno”: qualche ora dopo si consumò la tragedia, esattamente come l’aveva sognata. La vicenda lo avrebbe segnato per sempre.
A cura di Paolo Fiorenza
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È la tarda sera del 25 giugno 1947, l'atmosfera nella Cleveland Arena – che oggi non esiste più, demolita nel 1977 – è elettrica per l'attesa del combattimento tra il campione del mondo dei pesi welter Sugar Ray Robinson e lo sfidante Jimmy Doyle. È la prima difesa del titolo per l'allora 26enne Robinson, poi ritenuto da molti il più grande pugile di tutti i tempi, sarà l'ultimo incontro della sua vita per il 22enne Doyle. Finito KO, non si riprenderà più, morendo la mattina dopo. Un esito tragico che "Sugar" – soprannome datogli perché il suo stile era "dolce come lo zucchero" – aveva visto in sogno la notte prima, esattamente come poi si sarebbe verificato. Il campione avrebbe voluto ritirarsi dopo quella drammatica premonizione, ma con l'intervento di un prete fu convinto a salire sul ring. La morte di Doyle lo avrebbe segnato per sempre.

Appena terminato il combattimento, un Robinson sconvolto parlò ai giornalisti del suo sogno premonitore, rivelando come avesse immaginato di uccidere Doyle sul ring, svegliandosi sudando freddo, e poi qualche ora dopo avesse visto esattamente la sua visione onirica realizzarsi nella realtà, restando come folgorato mentre guardava il corpo immobile del suo avversario al tappeto.

Il racconto di Sugar Ray Robinson del sogno premonitore la notte prima: avrebbe ucciso sul ring Jimmy Doyle

Nel libro autobiografico "Sugar Ray" (pubblicato nel 1969, aveva 48 anni), Robinson dedicò un capitolo intero alla vicenda, descrivendo il sogno nei dettagli e il trauma che lo avrebbe accompagnato per sempre: "Fu lì, la notte prima del match, che ebbi un sogno, una premonizione. Nel sogno, Jimmy Doyle era sul ring con me. Gli diedi qualche bel pugno e cadde. Sentivo la gente urlare: ‘È morto, è morto'. Non sapevo cosa fare. Mi svegliai in un bagno di sudore, mentre urlavo a Jimmy che si alzasse: alzati! alzati! Il mio urlo mi svegliò, immagino".

A quel punto, il campione del mondo dei pesi welter voleva ritirarsi dall'incontro, tanto era stato vivido e impressionante il sogno e tale era la paura che potesse avverarsi sul ring, ma un religioso fu chiamato allo scopo – dagli organizzatori e dal suo entourage – per rassicurare Robinson che "era solo un sogno".

E invece il combattimento vide avverarsi compiutamente tutto: Sugar Ray mise KO Doyle all'8° round con un devastante gancio sinistro. Jimmy crollò al tappeto e la sua testa rimbalzò con un tonfo terribile che gli fece perdere i sensi. Il pugile californiano non si rialzò più: trasportato al St. Vincent's Charity Hospital di Cleveland, non riprese più conoscenza e morì la mattina del 26 giugno 1947 per le lesioni cerebrali riportate.

Jilly Doyle portato via in barella privo di sensi dopo essere stato messo KO da Sugar Ray Robinson
Jilly Doyle portato via in barella privo di sensi dopo essere stato messo KO da Sugar Ray Robinson

Oltre allo shock e ai rimorsi per l'accaduto, Robinson fu anche indagato per omicidio preterintenzionale, ma poi prosciolto. Sugar Ray donò i guadagni dei suoi successivi quattro incontri alla madre di Doyle per consentirle di acquistare una casa: era questa infatti l'intenzione del povero Jimmy. Oltre che nel libro, Robinson ha rivissuto questa storia tragica anche in più interviste, confermando il presagio di disgrazia e il senso di colpa che da allora lo ha divorato: "Ho ucciso un uomo sul ring e non lo dimenticherò mai".

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