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Si rifiuta di giocare contro l’avversaria transgender e perde: “Non giocherò mai contro un uomo”

Presa di posizione della giocatrice britannica Deta Hedman che si è rifiutata di giocare contro un’avversaria transgender, uscendo di scena.
A cura di Marco Beltrami
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Deta Hedman e Van Leuven

Un vero e proprio caso è scoppiato agli Open di Danimarca di freccette. Tutto è nato dalla presa di posizione della giocatrice britannica Deta Hedman che si è rifiutata di giocare contro un'avversaria transgender. Per questo la 64enne è uscita di scena dalla competizione.

Deta Hedman avrebbe dovuto sfidare nei quarti di finale del torneo Noa-Lynn van Leuven. Prima della gara però ecco il sorprendente forfait, smentendo le voci relative ad una possibile scelta legata ad una malattia e con tanto di rifiuto di un risarcimento che avrebbe potuto perdere a causa della sua decisione. Sui social la britannica ha commentato: "Nessuna malattia falsa, ho detto che non avrei mai giocato contro un uomo in un evento femminile".

Per rincarare la dose poi la chiosa: "Questo argomento causa molta angoscia nello sport che amo. Le persone possono essere chi vogliono nella vita, ma non credo che gli uomini nati biologicamente dovrebbero competere nello sport femminile".

Van Leuven intanto è andata avanti nel suo torneo perdendo in semifinale contro Beau Graves. L'anno scorso in un'intervista al The Guardian ha raccontato la sua storia, spiegando che la transizione è iniziata a 16 anni, quando ha iniziato a dedicarsi alle freccette competitive femminili. Dichiarò: "Ero sempre più insoddisfatto di me stesso, al punto che non volevo più vivere. E quello è stato il momento in cui ho pensato: posso  farla finita, o posso vivere come chi voglio vivere".

Per quanto riguarda la regolarità della partecipazione di Van Leuven alla competizione, bisogna ricordare che la politica delle freccette del CIO richiede che le concorrenti transgender abbiano un livello di testosterone inferiore a 10 nanomoli per litro per almeno 12 mesi e che l'identità di genere non possa essere modificata per almeno quattro anni.

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