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Manuel Lombardo: “Disgustato da quanto successo a Chamizo, anche nel judo le voci circolano”

Manuel Lombardo si è raccontato senza filtri a Fanpage.it. Dalla vergogna per quanto accaduto a Frank Chamizo (“Purtroppo tutto ciò esiste nello sport”), alla sua seconda Olimpiade consecutiva con la presenza a Parigi 2024, fino all’amore incondizionato per il judo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Manuel Lombardo sarà a Parigi 2024 a rappresentare i colori azzurri nello Judo, categoria dei -73kg, in cui ha già conquistato l'argento a Doha nei campionati del Mondo, sfiorando l'impresa nel maggio 2023, dopo il secondo posto del 2021, nella categoria -66kg, vinta a Budapest sempre nel torneo iridato. Due medaglie che si aggiungono a due preziosissimi ori, uno conquistato agli Europei di Lisbona (2021) nei -66kg e uno ai Giochi del Mediterraneo a Tarragona nel 2018 (-60kg).

A Fanpage, Manuel Lombardo ha raccontato come a Parigi proverà a puntare al massimo risultato, nella sua seconda consecutiva Olimpiade dopo la delusione di Tokyo 2020 dove "ho amaramente gustato l'altra parte della medaglia olimpica, quella dell'eliminazione". Un percorso in crescendo e che ha visto anche momenti difficili, "come ai Mondiali del 2019 quando venni derubato per il bronzo dal padrone di casa giapponese". Nulla, però, a confronto di quando accaduto a Frank Chamizo, nella lotta: "Ne sono disgustato, non posso dire altro e non mi stupirei purtroppo se un domani potesse accadere anche nel judo".

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Manuel, partiamo subito da quanto accaduto a Frank Chamizo, un vero e proprio scandalo…
Sono disgustato, non posso dire altro. Disgustato perché ho visto ciò che è successo e mi sembra davvero ai limiti dell'assurdo. Io sono stato vittima in passato di verdetti ingiusti ma non mi è mai capitato una cosa di questa gravità.

A cosa ti stai riferendo?
Ovviamente al Mondiale di Tokyo nel 2019 per la sfida per il bronzo con il padrone di casa (il giapponese Hifumi Abe, ndr) quando venni derubato della vittoria. E' di dominio pubblico, tutti sanno e hanno visto che meritavo eppure non è minimamente paragonabile a ciò che è accaduto a Frank.

Frank ha subito anche un tentativo di corruzione
Anche su questo aspetto resto ancora senza parole: scene che mai avrei pensato e voluto vedere. Sembrava un film, tutto irreale con l'allenatore avversario che tira l'orecchio all'arbitro, l'ingiustizia delle decisioni… davvero una vergogna impressionante.

Nel judo ti è mai capitato o sentito di situazioni simili?
Non mi permetto di fare nomi né dare esempi specifici, ma te lo dico chiaramente: le voci circolano. A me personalmente non è mai accaduto, per fortuna, ma non mi stupirei se accadesse anche nel judo qualcosa di simile perché queste dinamiche esulano dalla disciplina in sé e purtroppo potrebbero coinvolgere qualsiasi sport.

Secondo te cosa può essere accaduto a Baku?
Purtroppo è la semplice ed ennesima dimostrazione che quando ci sono in gioco altri fattori, lo sport viene messo da parte. In questo caso c'erano interessi economici altissimi e non a caso si parla di corruzione, di una offerta di solti a Frank, in una pagina vergognosa in cui si è toccato davvero il fondo. Sarà una giornata che verrà ricordata per sempre come una macchia indelebile nel mondo dello sport olimpico.

Ma com'è possibile?
E' lo stesso pensiero che ho io. Da profano del regolamento della lotta mi sono accorto subito delle irregolarità avvenute nell'incontro. Erano talmente palesi da essere quasi irreali e la domanda è semplice: com'è possibile che il CIO e la Federazione internazionale hanno potuto permettere tutto questo? Purtroppo non ho la risposta…

Cosa pensi che accadrà?
Non lo so, sono sinceramente curioso perché voglio vedere se ci sarà un'evoluzione dopo ciò che è accaduto, se saranno presi provvedimenti a seguito anche della risonanza mediatica dei soldi che gli sono stati offerti: sarebbe un segnale forte, di risposta positiva per ristabilire i valori olimpici e ridare dignità alla lotta.

Hai avuto occasione di sentire Frank?
Sì, ci siamo sentiti via messaggio subito dopo quanto accaduto. Gli ho rinnovato il mio affetto e la mia solidarietà, così come avevo fatto sui social. Nulla gli può ridare quello che gli hanno tolto,  il torno che ha subito. Ma lui è un campione vero, totale: lui non è un atleta qualsiasi, ha già dimostrato in passato di essere un campione assoluto e lo ha dimostrato reagendo denunciando la corruzione. Adesso saprà andare oltre e riuscirà sicuramente a prendersi la qualificazione per Parigi al prossimo mondiale.

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Olimpiadi di Parigi dove ci sarai tu nel judo, già qualificato: corretto?
Nel judo funziona che ci si qualifica attraverso il ranking, non c'è una singola gara che ti consegna il pass olimpico, ma è un percorso. Tecnicamente non sarei ancora qualificato perché la lista si chiude a due mesi dai Giochi ma matematicamente non posso più uscire dai primi 17.

A chi e a cosa hai pensato in quel momento?
Ho pensato immediatamente al Manuel di tre anni e mezzo fa, alla delusione cocente che ho vissuto a Tokyo quando ho provato l'amarezza dell'altra parte della medaglia olimpica, quella senza medaglie. Penso sia stato il momento più basso della mia carriera da quando a tre anni avevo iniziato a fare judo: questa qualifica la dedico a me stesso e a tutto il mio percorso.

Che è iniziato quando?
Nel lontano 2012 quando vinsi il mio primo titolo, campione d'Italia esordienti B contro i più forti del momento tra cui anche Giovanni Esposito (argento europeo a Sofia nel 2022, ndr): mi stavo affacciando al mondo del professionismo con il sogno olimpico. Oggi il sogno c'è sempre, l'obiettivo non è cambiato, lavoro ogni giorno per restare al livello dei miei avversari, con tanti sacrifici e tanto allenamento. Ma che mi sta dando davvero tantissimo, perché mi ritengo un privilegiato facendo per mestiere ciò che ho sempre amato.

E che condividi moltissimo, il tuo rapporto con i social?
Assolutamente positivo anche se non mi sono mai posto la domanda se sono più o meno attivo. Quando posso e mi piace pubblico, mi fa piacere certamente avere riscontro e un filo diretto con chi mi segue ma condivido il pensiero anche di Sinner, quando dice che non è molto presente sui social.

Cioè?
Ho capito perfettamente cosa intendeva e ne condivido il pensiero anche se le nostre sono circostanze diverse. Non possiamo metterci sullo stesso piano: lui è davvero un campione affermato, una celebrità… io non sono ancora nessuno e quindi posso anche permettermi di pubblicare un po' ciò che desidero, senza filtri. Ma è un ulteriore elemento di rispetto nei suoi confronti, ciò che ha detto a riguardo.

Il judo, sport complicatissimo visto dal di fuori: è davvero così?
Non posso darti torto, non è complicato ma complesso e ultimamente il regolamento cambia spesso creando a chi lo segue ancor più disordine, rischiando anche di allontanare le persone senza che vi si appassionino. Ad esempio dal 2012 non possiamo più toccarci sotto la cintura perché consideravano il judo troppo simile alla lotta libera. E poi ogni anno, il regolamento subisce sempre e comunque qualche ulteriore modifica, con la Federazione internazionale che cerca sempre la spettacolarizzazione e allo stesso tempo renderlo sempre più sicuro.

La direzione è quella giusta?
Sì, da parte della federazione internazionale e in Italia sono stati fatti passi da gigante per la visibilità di questo sport: tutte le finali degli Slam e dei Grand Prix sono trasmesse in TV, le tappe del circuito internazionali vengono trasmesse in alta definizione in ogni Paese, ma a volte questa continua voglia di migliorarsi va a discapito non solo di chi  guarda il judo ma anche per noi che lo pratichiamo e io lo so per aver pagato in prima persona.

In che senso?
Beh io ho praticamente perso una finale Mondiale (Doha 2023, medaglia d'argento perdendo in finale con lo svizzero Nils Stump, ndr) per una nuova regola inserita solamente qualche mese prima secondo cui non si può nemmeno sfiorare la testa dell'avversario quando si fa una proiezione. Una regola che io personalmente non condivido e che per la prima volta ha condizionato un Mondiale.

E fuori dal judo, Manuel che ragazzo è?
Direi un amante della slow life, mi piace prendermi le mie pause fuori dal tatami, andare al cinema e stare con gli amici anche se il judo a certi livelli porta via gran parte della mia quotidianità. E non mi perdo nessuna partita della Nazionale italiana di calcio: la seguo sempre, mi ricordo ancora la finale degli ultimi europei: ero al centro olimpico con i miei compagni di squadra… è stata una carica incredibile.

Che si potrebbe ripetere anche quest'anno con gli Europei a giugno e le Olimpiadi subito dopo…
Speriamo, speriamo che si possa ripetere ciò che è accaduto nel 2021, dopotutto le situazioni sono simili.

Sei scaramantico?
Lo ero ma ora cerco di non esserlo più anche perché non mi ha sempre portato bene, di aneddoti ne ho diversi anche perché ho smesso con le scaramanzie nel 2015.

Raccontaci.
Avevo vinto vinto il mio primo titolo di una certa importanza, l'Europeo Cadetti ma solo due mesi più tardi ai Mondiali della stessa categoria tutto ciò che poteva andare storto andò storto. Avevo delle fisse come non pestare le linee che dividevano i vari tatami, non tagliarmi mai i capelli almeno due mesi prima della gara, dovevo avere con me le mie cuffie di sempre e al mio fianco mio fratello. Bene, a mio fratello cancellarono il volo e gli auricolari si ruppero, risultato? Persi al primo turno. Poi ad un campionato senior decisi di fare tutto ciò che non facevo per scaramanzia e accadde il contrario: vinsi e da quel momento ad ogni gara cambio qualsiasi cosa.

Un'ultima domanda: hai tre desideri, che cosa chiederesti?
La medaglia d'oro alle Olimpiadi, vincere il mondiale ed essere felice.

Che poi è una semplice conseguenza diretta delle prime due…

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