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Olimpiadi Tokyo 2020

Lo strano medagliere dell’Italia, povero con tante medaglie: mancano gli ori

Dopo tre giorni di Olimpiadi si possono fare già le prime riflessioni che riguardano il medagliere azzurro. Mancano degli ori, anche perché non abbiamo più nella scherma punte eccezionali capaci di vincere sempre, ma l’alto numero di medaglie complessivo, nove, e i tanti piazzamenti d’onore, dimostrano che abbiamo una qualità diffusa in molti sport su cui puntare anche per il futuro.
A cura di Jvan Sica
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Vito Dell'Aquila, unico oro dei primi tre giorni di Olimpiadi per l'Italia
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Dopo tre giorni pieni di Olimpiadi ha già senso iniziare a ragionare sul medagliere, in prospettiva ma anche secondo una logica consuntiva, soprattutto per noi perché nei primi giorni olimpici ormai da anni si svolgono le gare di scherma e da sempre siamo grandi rappresentanti e vincitori di medaglie in questa disciplina. Sono in effetti successe un po’ di cose storiche riguardanti la scherma che ci hanno interessato.

Se partiamo dall'ultimo evento in termini di tempo, ovvero la vittoria del rappresentante di Hong Kong, Cheung Ka-long, sul campione olimpico in carica, Daniele Garozzo, viene fuori un’indicazione su cui ragionare e riflettere, senza però dannarci troppo l'anima. C'è un ricambio generazionale in atto nella scherma, perché è vero che noi non abbiamo vinto le medaglie che speravamo, ma è anche vero che campioni più che affermati come Olga Kharlan nella sciabola femminile, Ana Maria Popescu nella spada femminile, Inna Deriglazova nel fioretto femminile non hanno vinto la medaglia d’oro e sono dei veri e propri miti nelle loro discipline. Hanno vinto invece Chueng, Romain Cannone e Sofia Pozdniakova, tutti e tre classe 1997.

La seconda notizia riguarda invece il fatto che per la prima volta dopo Seoul 1988 la squadra italiana di fioretto femminile manca una medaglia nell’individuale. Questo ci fa molto male ma ci dice ancora un’altra cosa, ovvero che quello che si diceva da anni, ovvero che ogni sport si è completamente globalizzato, in quanto viaggia ovunque la sapienza tecnica che prima era posseduta solo da determinate scuole, è oggi realtà e non ha senso guardare al passato per lamentarci dell’oggi, ma scendere nell’arena del presente sapendo che si deve migliorare costantemente per emergere. A tutto questo poi mettiamoci che la gara olimpica è un calderone di emozioni e tensioni enorme in cui o sei programmato per la vittoria come Áron Szilágyi nella sciabola maschile, oppure è normale avere difficoltà, come ha avuto ad esempio il numero 1 del ranking nel fioretto maschile, Alessio Foconi.

Il discorso sulla scherma ci fa rimbalzare poi al giudizio e alle prospettive riguardanti il nostro medagliere in questo momento. Non mancano le medaglie, siamo a 9, al quarto posto complessivo nel conteggio del numero totale. Siamo però al nono posto perché il medagliere premia le medaglie d’oro e ordina le nazioni in base a quante medaglie d’oro sono state vinte e non in base al loro numero complessivo.

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Questo dato dopo tre giorni può far riflettere su ulteriori elementi, da aggiungere al discorso fatto sulla scherma. Il primo è che cinque anni sono lunghi da passare, ovvero in questa Olimpiade è ancora più difficile rivincere l’oro perché un anno sembrano solo 365 giorni ma per uno sportivo di alto livello vuol dire molto di più. Oggi schieravamo tre ex campioni olimpici: due hanno vinto l’argento, dimostrando di essere ancora giganteschi atleti proprio per la difficoltà nel ripetersi, mentre Fabio Basile è uscito al primo turno ma gareggiava in una nuova categoria di peso del judo e ha affrontato un avversario subito fortissimo, il sudcoreano Chang-rim An. Ci manca l’oro per salire nel medagliere anche perché almeno due atleti numero 1 del ranking mondiale nelle loro discipline hanno avuto bruttissime giornate, Manuel Lombardo nella 66 kg del judo e Alessio Foconi nel fioretto maschile. Da questa disciplina e da una delle due prove di skeet, una medaglia d’oro si poteva aspettare, ma dire che siamo crollati è assolutamente ingiusto e manca di consapevolezza del panorama sportivo mondiale.

Vero che manca un oro che ci avrebbe portato già al settimo posto del medagliere, ma il peso delle 9 medaglie vinte non è da poco. Abbiamo vinto medaglie in sette sport diversi (taekwondo, scherma, ciclismo, tiro al volo, nuoto, judo, sollevamento pesi) e questo dimostra fin da subito la qualità diffusa del nostro panorama sportivo di alto livello. La Corea del Sud, per fare un esempio, è al sesto posto nel medagliere, ma i 3 ori li ha vinti tutti nel tiro con l’arco. Inoltre noi abbiamo un buon numero di quarti e quinti posti, che non “fanno classifica” ma dimostrano ancora una volta che siamo presenti ad alto livello davvero in tantissimi sport.

Infine una proiezione per il futuro. Magari non raggiungeremo le 12 medaglie d’oro, obiettivo enorme che qualcuno aveva posto alla spedizione prima di partire, forse non raggiungeremo nemmeno le 10, ma l’importanza di raggiungere la quota di 30 medaglie complessive ha ancora più valore per il nostro sport in senso generale. È un’Italia senza grandissime punte che portano da soli tanti ori (i Campriani di una volta ad esempio), anche se ci sono ancora Ganna, Paltrinieri e Jessica Rossi da schierare, ma fino a questo momento l’Italia dimostra un talento diffuso in molti sport e questo fa ben sperare anche per il futuro.

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