L’ex agente di Imane Khelif: “Ha lasciato la boxe, ha smesso tutto. Ora viaggia per gli sponsor”

Imane Khelif ha deciso di lasciare la boxe. La pugile algerina, medaglia d'oro alle ultime Olimpiadi parigine, ha appeso i guantoni al chiodo, anche se non si sa ancora se questa sia una decisione definitiva o meno. L'annuncio è arrivato direttamente dal suo ormai ex manager Nasser Yefsah, che ha fatto chiarezza sulla nuova vita della classe 1999, al centro di una vera e propria controversia di genere.
Perché Imane Khelif ha deciso di lasciare la boxe
A Nice Matin, dunque, l'uomo che cura gli interessi di Imane ha spiegato che la donna non ha solo lasciato la Costa Azzurra, ma anche l'attività agonistica sul ring: "Imane non ha solo lasciato Nizza, ha lasciato il mondo della boxe". Sulla decisione della pugile, che aveva scelto di diventare professionista dopo l'oro ai Giochi, hanno influito anche le polemiche che l'hanno accompagnata?
L'agente ha spiegato: "Attualmente ha smesso tutto. Non ha nemmeno ripreso a fare boxe. Dopo quello che è successo alle Olimpiadi… In ogni caso, sarà sottoposta allo stesso tipo di test se diventerà professionista. Fa sessioni in Algeria o va in Qatar, al centro nazionale di performance, per continuare ad allenarsi, ma niente di più. E poi viaggia principalmente per contratti di sponsorizzazione".

I test e le polemiche intorno a Imane Khelif dopo le Olimpiadi
A quali test fa riferimento il manager? Si tratta nuovamente di quelli già effettuati nel 2023, quando era stata squalificata prima di partecipare alla competizione. In quell'occasione fu riscontrata la presenza di cariotipi maschili, ovvero la rappresentazione completa dei cromosomi di una cellula, ordinati in base a numero, forma e dimensione, con marcatore XY. Un risultato reso noto però solo al momento dell'esclusione dai Mondiali di boxe 2025.
Nello scorso maggio, infatti, la nuova organizzazione World Boxing ha deciso che Khelif avrebbe dovuto sottoporsi a un test obbligatorio di idoneità di genere prima di poter competere nuovamente alla Box Cup di Eindhoven. Una visione diametralmente opposta a quella del CIO, che invece ha confermato la sua eleggibilità e difeso il suo diritto di competere nel torneo olimpico, definendo la squalifica dell’IBA "improvvisa e arbitraria".
Le esclusioni dai Mondiali e dalla Box Cup
D'altronde, proprio alle Olimpiadi impazzò la polemica intorno alla pugile algerina, a seguito del suo iperandrogenismo (ovvero l'eccessiva presenza di ormoni sessuali maschili). Basti pensare a quanto accaduto dopo il match contro Angela Carini, con l'azzurra ritiratasi appena 45 secondi dopo l'inizio pronunciando parole che ebbero grande eco: "Non sono mai stata colpita così duramente nella mia vita. Mi ha fatto molto male".

Imane Khelif è finita al centro di un polverone ed è stata travolta da cyberbullismo e da commenti beceri di ogni sorta. Dopo l'oro olimpico aveva deciso di darsi al professionismo, che ora però rischia di restare un sogno non realizzabile. L'agente, infatti, ha spiegato: "La Nice Azur Boxe non poteva offrire a Imane un contratto da professionista perché non ne aveva i mezzi. Aveva disputato un incontro a Singapore, ma avrebbe dovuto disputarne cinque prima di firmare per il professionismo, cosa che non è avvenuta a causa delle controversie".
Una polemica infinita per Imane, che aveva presentato una denuncia per cyberbullismo aggravato, finendo al centro di un vero e proprio braccio di ferro tra il CIO e la Federazione Internazionale di pugilato. Ora la svolta, non si sa se definitiva.