Kerley vuole battere il record di Bolt alle “Olimpiadi per dopati”: può intascare una fortuna

Fred Kerley ha intascato circa 1 milione di euro (840 mila, per la precisione) e ha detto sì ai Giochi per dopati in calendario a maggio 2026 a Las Vegas. Proprio quelle, le Olimpiadi degli atleti che non hanno l'ansia della provetta, non corrono alcun rischio di squalifica né devono inventare ingegnosi, quanto fantasiosi, stratagemmi per eludere i controlli. Si chiamano Enhanced Games e l'ex campione del mondo sui 100 metri vi parteciperà con un obiettivo ambizioso: "Battere il record della velocità di Usain Bolt nella disciplina principe".
Kerley e il ricco premio in denaro se straccia Bolt
Per l'americano, attualmente sospeso per esseri rifiutato di sottoporsi ad alcuni test, è un'occasione d'oro a giudicare dal compenso ricevuto, dalle condizioni di assoluta libertà di cui godrà per gareggiare e dai premi messi in palio, che vanno da compensi ulteriori in denaro fino al un bonus di un milione di dollari. Una cifra ricca che verrà corrisposta al velocista capace di stracciare il primato iridato sui 100 metri. "Ora ho l'opportunità di dedicare tutte le mie energie a superare i miei limiti e diventare l'uomo più veloce di sempre", la frase di Kerley che è un guanto di sfida contro tutto (il sistema) e tutti.

L'americano beffato da Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo
Proclamo spavaldo a parte, Kerley fece parlare di sé quattro anni fa quando, durante un'estate magica per l'atletica italiana a Tokyo 2021, ingoiò un boccone amaro perché sconfitto da Marcell Jacobs. All'azzurro andò un'incredibile medaglia d'oro nei 100 metri, a lui retò in bocca il sapore amaro della beffa. "Nemmeno lo conoscevo… pensavo di dovermi confrontare con altri", disse dell'avversario con un tono di stizza e di supponenza nei suoi confronti. E oggi fa discutere per essere il primo nome dell'atletica leggera a figurare nella lista dei Giochi che l'attuale presidente della World Athletics, l'ex mezzofondista Sebastian Coe, ha definito "un pericoloso spettacolo da circo".
La questione degli incentivi economici
Nei giorni scorsi c'è stato un altro nome molto noto nel panorama sportivo internazionale che aveva detto sì per soldi: il nuotatore britannico, e medagliato olimpico, Ben Proud. La questione degli incentivi economici sposta l'ago della bilancia: la possibilità di fare soldi (tanti) senza regole né finire tra le maglie dell'Agenzia mondiale antidoping è un tentazione difficile da scacciare. La World Athletics ha elargito 50 mila dollari ai vincitori delle medaglie d'oro alle Olimpiadi dello scorso anno e i vincitori dei Campionati del Mondo a Tokyo intascheranno premi per 70.000 dollari, ma non bastano. Chi va alle Olimpiadi del doping sa che può mettere in tasca anche di più.
C'è chi dice no a tanti soldi: Kyle Chalmers ha rifiutato l'invito
Se Proud e Kerley sono sulla bocca di tutti per aver aderito agli Enhanced Games, c'è anche chi dice no e non si lascia persuadere dalla promessa dei bonus ricchi. Si tratta del nuotatore australiano, Kyle Chalmers, che ha respinto la più classica offerta che non si può rifiutare, Invece, lui l'ha rispedita al mittente nonostante gli avessero garantito 4 milioni di dollari per partecipare. Ma lui, che nel palmares ha ben 9 medaglie conquistate ai Giochi in maniera pulita, ha in testa solo una cosa: i Giochi di Los Angeles 2028, quelli veri.