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Il grande cattivo Justin Gatlin può diventare una delle grandi storie olimpiche di Tokyo

Justin Gatlin oggi compie 39 anni e sembra aver vissuto già più di una carriera nella velocità. Ragazzo prodigio che vince Mondiali e Olimpiadi, mostro che prende quattro anni di squalifica e poi l’uomo che ritorna, combattendo contro Bolt fino a batterlo ai Mondiali di Londra del 2017. Oggi non vuole mollare e, senza Coleman anche lui fermato per questioni legate al doping, nei 100 metri è ancora una volta il favorito delle Olimpiadi di Tokyo.
A cura di Jvan Sica
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Nello sport accade ogni volta e non bisogna né preoccuparsi e nemmeno essere troppo passatisti, rimpiangendo “i bei tempi andati”. Quando un campione generazionale smette di gareggiare c’è un periodo di stallo della disciplina, che può essere mediamente breve o molto lungo ma mai di veloce passaggio, in cui bisogna “farci piacere” i campioni che ci sono, magari non capaci di mettere record su record ma di sicuro eccezionali nel mostrarci anche altri lati dello sport.
Questa premessa è perfetta per quello che stiamo vivendo oggi nella velocità maschile dell’atletica leggera. Ritiratosi Bolt era evidente che un altro non sarebbe venuto subito e stiamo vivendo il tempo degli uomini che sanno approfittare dello spazio vuoto per imporre il loro marchio.

Anche sulla scorta degli insegnamenti e degli step in avanti tecnici che i campioni generazionali hanno mostrato nei loro anni, di regola in questa fase di passaggio si affermano campioni giovani se non molto giovani, perché sono i primi a ricalibrare il loro fisico e la loro tecnica sul modello vincente degli anni precedente. Nell’atletica leggera contemporanea invece stiamo vivendo una fase molto strana e, con Christian Coleman fermo ai box per adesso fino al 13 maggio 2022 per aver saltato due controlli antidoping a sorpresa, il favorito numero uno dei 100 metri di Tokyo è ancora una volta lui, il sempiterno Justin Gatlin.
Il ragazzo di New York oggi compie 39 anni,
un’età che nella velocità vorrebbe dire stare sul divano con i figli e guardarsi le gare con la copertina sulle gambe. Gatlin invece continua in questa sua carriera molto insolita e piena di colpi di scena.

Inizia subito col botto sotto tutti i punti di vista. A 18 anni arriva al Knoxville, per entrare nel programma di atletica leggera dell’Università del Tennessee. Arriva da ostacolista, ma gli allenatori del College, Vince Anderson e Bill Webb, ne fanno fin da subito uno sprinter puro. Quando parlavamo di partenza col botto si voleva far riferimento anche al fatto che ancora diciannovenne Gatlin fu subito incastrato per aver assunto anfetamine e costretto a fermarsi. Appena riprese però vinse sei titoli consecutivi NCAA e si lanciò fra i grandi alle Olimpiadi di Atene 2004. Arrivava da giovane promessa, ma altri erano i favoriti. Vinse i 100 metri battendo Francis Obikwelu e il miglior velocista di fine anni ’90, Maurice Green, l’argento nella 4×100 e il bronzo nei 200 metri. Fu un trionfo subito doppiato ai Mondiali di Helsinki dell’anno successivo quando vinse 100 e 200 metri.

Era indiscutibilmente il velocista che avrebbe dettato la sua legge nei successivi 10 anni ma lo presero di nuovo con le mani nel sacco. Il 12 maggio 2006 eguaglia il primato mondiale dei 100 metri, detenuto da Asafa Powell con 9″77, correndo il Grand Prix di Doha, a fine luglio un controllo antidoping lo scopre positivo al testosterone. Per chi è recidivo la squalifica è molto più lunga e il Chairman della WADA, Agenzia antidoping USA, Dick Pound, affermò subito che atleti come Gatlin sarebbero dovuti essere squalificati a vita. Non gli viene comminata una squalifica a vita ma ci siamo vicini, otto anni. Lui collabora e i dirigenti lo aiutano. La squalifica viene ridotta a quattro anni, che per un velocista sono comunque tanti.Vorrebbe passare quei quattro anni nello sport e prova a diventare un giocatore di football allenandosi con gli Houston Texans. Nel 2007 i Tampa Bay Buccaneers lo portano al training camp e lo provano come wide receiver, ma anche in quel caso non se ne fa niente.

Intanto i quattro anni passano e lui sceglie di nuovo l’atletica, esordendo in un tour in Finlandia ed Estonia in cui vince i suoi primi 100 metri dopo il ritorno con un discreto 10.24. Già a Rovereto però, il 31 agosto 2010 scende a 10.09, battuto nei 100 solo da uno dei migliori velocisti del momento, Yohan Blake.
Ai Mondiali di Daegu 2011 va male, ma perché tutto è orientato per le Olimpiadi di Londra 2012. Vince i Trials nei 100 con un favoloso 9.80, il tempo migliore di sempre per un over 30, e lo supera con 9.79 nella finale olimpica in cui però deve inchinarsi ai due mostri giamaicani, Bolt e Blake, vincendo un bronzo che per lui voleva dire davvero tanto. Da lì riparte ancora. A chi gli chiede se il ritorno c’è stato e adesso poteva pensare di tramontare senza rimpianti, Justin dice che quegli anni persi valgono il doppio e dovrà adesso recuperarli correndo in un resto di carriera ancora molto lungo.

Riesce a battere Bolt nei 100 metri del Golden Gala di Roma 2013, ma ai Mondiali di Mosca deve ancora una volta cedere lo scettro al giamaicano, vincendo due argenti nei 100 metri e nella 4×100. Si dovrà abituare all’argento, perché lo conquisterà nei 100 e nei 200 metri ai Mondiali di Pechino 2015 e nei 100 metri delle Olimpiadi Rio de Janeiro 2016. Il primo è sempre quell’altro di nome Usain. Ma Justin Gatlin non molla e questa sua tenacia inizia a piacere ad una parte del pubblico che fino a quel momento, in tutti gli stadi del mondo e in maniera compatta, aveva mostrato astio o indifferenza nei suoi confronti ricordando le sue storie di doping.

Tutti tramontano e Bolt arriva ai Mondiali di Londra nel 2017 con quest’aura di declino. Gatlin ha quattro anni in più ma ha una rabbia dentro che non scema. Vince finalmente i 100 metri mondiali, dodici anni dopo Helsinki 2005, superando Coleman e Bolt. Lo stadio disapprova, Coe, presidente IAAF, riafferma che doveva essere squalificato a vita, ma a ridare lustro alla vittoria è proprio lo sconfitto, Usain Bolt, il quale invece dice che Justin se lo merita per il grande lavoro che ha fatto per ottenere quella vittoria.

Bolt lascia ma non Gatlin, che arriva anche ai Mondiali di Doha 2019, vince l’argento e deve vedersela con il nuovo maschio alfa della velocità mondiale, il connazionale Christian Coleman. Ma Coleman, come dicevamo, rischia di saltare Tokyo per doping, e all’orizzonte non si vedono grandi avversari sui 100 metri. Questa estate Gatlin farà di tutto per far avverare un mezzo miracolo: vincere i 100 metri olimpici a 39 anni, a 17 anni di distanza dalla vittoria di Atene 2004. Sarà una delle grandi storie olimpiche.

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