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Il campione di schiaffi vince ma si ritrova col viso deformato: è lo sport più cruento al mondo

Si chiama Power Slap ed è un campionato che il manager della MMA, Dana White, ha trasformato in disciplina creando un circuito di eventi. Ma regolamento e immagini hanno sollevato forti polemiche per uno “sport” così estremo.
A cura di Maurizio De Santis
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Il vincitore mostra con orgoglio la cintura conquistata resistendo alla violenza dei colpi che gli hanno deformato parte del viso.
Il vincitore mostra con orgoglio la cintura conquistata resistendo alla violenza dei colpi che gli hanno deformato parte del viso.

Sorin Comșa ha metà volto tumefatto e deformato. Ha preso tanti schiaffi, forti e ben assestati, che a stento riesce a tenere aperto l'occhio. Sul viso ha i segni delle dita dell'avversario che gli hanno lasciato anche escoriazioni, un rivolo di sangue. Il dolore non sa cosa sia, superata una certa soglia o stramazzi a terra oppure resisti vai fino in fondo.

Chissà quante volte avrà ripetuto a se stesso "non fa male, non fa male" pur di vincere. Ne ha presi e dati ma ce l'ha fatta, mostra orgoglioso la cintura dorata: è lui il nuovo campione dei pesi massimi di Power Slap, il campionato che – tradotto letteralmente – significa schiaffo di potere. Per stare lì a farsi picchiare ha intascato un premio in denaro di 5 mila euro oltre al trofeo. "Tecnica assolutamente meravigliosa congratulazioni", gli ha scritto Conor McGregor, uno che non va tanto per il sottile e nella gabbia ottagono della MMA si esalta(va) nei corpo a corpo.

Un momento della finale per il titolo dei pesi massimi. A destra, Sorin Comșa, detentore della cintura.
Un momento della finale per il titolo dei pesi massimi. A destra, Sorin Comșa, detentore della cintura.

Nel caso specifico, però, è ben diverso. Non esiste una tecnica di combattimento per condurre e respingere assalti, conta nulla la rapidità dei movimenti e la velocità di esecuzione, non pari il colpo, non alzi la guardia, non puoi né devi schivarlo. Il regolamento non prevede ci si possa difendere, se lo fai vieni penalizzato fino alla squalifica. Tanto estremo da fare da companatico alla follia.

Cruento come fosse un Fight Club sottratto al lato oscuro delle sfide underground e portato sotto i riflettori: quali siano i rischi (anche a lungo termine) per la salute dei concorrenti è sotto gli occhi di tutti. Basta assistere a un video per comprendere la pericolosità di questi confronti che in Rete spopolano da tempo a mo' di sfide da strada.

Da lassù Bud Spencer si starà scompisciando dalle risate. Lui menava schiaffi per finta, faceva parte del copione di chi "sta con gli ippopotami". Quaggiù c'è chi, Dana White, il manager che ha reso il circuito della MMA (le Arti Marziali Miste) un ambito arrivato a fatturare fino 3,5 miliardi di dollari, ha trasformato la capacità di mollare ceffoni in una disciplina sportiva ufficiale. E a Las Vegas, la città del peccato che non dorme mai, Bud punterebbe volentieri qualche ‘verdone' su se stesso.

Esami cerebrali, analisi del sangue, arbitri, sponsor, regole tecniche (che vietano colpi alla nuca) e di sicurezza (tra cui la protezione per le orecchi), concorrenti che si presentano sul palco con maglie speciali, divisi in fasce di peso/età/sesso: nulla manca al torneo che il 22 ottobre scorso ha ricevuto perfino il benestare della commissione atletica del Nevada.

Alle polemiche sollevate per la combinazione tra la violenza delle sberle inferte a mano aperta e la posizione assolutamente inerte di chi li riceve (fa parte del gioco prendere e dare a schiaffi a turno) ha risposto più volte White prendendo a esempio la boxe: "Nel pugilato si danno e si prendono qualcosa come 300 anche 400 cazzotti a combattimento. Perché dovrebbe essere più pericolosa questa disciplina dove si ricevono colpi in numero inferiore?". E ha fatto decollare il business: fare soldi vedendo persone che si gonfiano di schiaffi.

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