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Filippo Tortu debutta alle Olimpiadi di Tokyo con il sogno della finale olimpica dei 100

Nel settembre del 2019 ai Mondiali di atletica leggera di Doha, Filippo Tortu era in finale, da primo italiano sotto i 10 secondi netti sui 100 metri piani. Oggi è superato da Jacobs nelle gerarchie nazionali e ha vissuto due anni pieni di fastidi e infortuni. Ma sarà a Tokyo per stupire ancora una volta.
A cura di Jvan Sica
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Nel settembre del 2019 Filippo Tortu era senza ombra di dubbio la faccia giovane non solo della nostra atletica leggera, ma del nostro sport in generale. Non solo appunto per la faccia che sembra ancora bambina e capace di essere fotogenica e telegenica in ogni momento, anche nel momento del massimo sforzo, ma perché in quel momento aveva da poco raggiunto limiti che in Italia nessuno aveva sfiorato prima di lui, con margini di miglioramento così ampi da far prevedere una carriera in continua e costante ascesa.
In quel settembre arrivava terzo nella semifinale dei Campionati del mondo di atletica leggera a Doha, a un solo millesimo da Tyquendo Tracey. Quel millesimo però valeva tanto perché gli permetteva di entrare nella finale mondiale dei 100 metri, diventare a tutti gli effetti un califfo della specialità ed eguagliare Piefrancesco Pavoni, l’unico altro italiano capace di arrivare in una finale mondiale dei 100 a Roma nel 1987.

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In finale correrà in un ottimo 10’’07, arrivando settimo ma la posizione non contava in quel momento perché il futuro era tutto da scrivere. In realtà Tortu aveva già un brevissimo passato glorioso alle sue spalle. Era stato lui, Il 22 giugno 2018, in occasione del Meeting de Atletismo Madrid, a battere il record italiano sui 100 metri piani, superare Pietro Mennea dopo 39 anni e scendere, primo italiano a farlo, sotto i 10 secondi, correndo in 9’’99.

“Ho corso male, ho sbagliato tecnicamente e non essendo supportato da un super fisico il minimo errore pesa sulla prestazione. Devo imparare a sfruttare la potenza del motore, altrimenti mi appesantisco. Sono deluso e arrabbiato, non cerco attenuanti, ho fatto schifo”- Filippo Tortu dopo la gara di Ginevra.

La carriera di Filippo Tortu tra Covid e infortuni

Dopo quel settembre 2019 però tutti sappiamo cosa è accaduto. Pochi mesi dopo arriva la mannaia del Covid, tutto si ferma e si ferma anche Filippo Tortu. Nel 2020 riesce anche a disputare un po’ di gare ma inizia ad avere anche dei fastidi muscolari, il più complesso è quello al bicipite femorale destro che non gli fa prendere parte alla finale dei 100 metri dei Campionati italiani a Padova.
A vincere quei Campionati italiani sarà Marcell Jacobs, con 10’’10, che inizierà proprio da Padova la sua ascesa. Marcell abbandona definitivamente il salto in lungo, nel quale era riuscito ad arrivare addirittura a 8,48 ventoso, e struttura fisico e tecnica per la velocità, iniziando a scalare posizioni, a vincere, a dominare in Italia e quest’anno a togliere il record italiano a Tortu con uno spaventoso 9’’95 a Savona.
In meno di due anni quindi Filippo Tortu si è ritrovato dall’essere il volto nuovo dello sport italiano, seguito e atteso da tutti, a diventare addirittura il secondo in Italia con poche possibilità di ben figurare in ambito internazionale per colpa di continui piccoli fastidi che gli hanno fatto saltare tante gare in cui potersi misurare con gli atleti del resto del mondo.

“Mi scivola tutto addosso, ma so riconoscere chi nel mondo dello sport tiene alla persona oltre che all’atleta. Non mi piace chi parla per sentito dire, chi vede i miei allenamenti o parla con il mio tecnico”.

Alle Olimpiadi di Tokyo dopo Madrid e Ginevra

Ma adesso siamo alle Olimpiadi e Tortu ha continuato a credere nelle sue possibilità e nelle sue scelte. Le ultime prove prima di Tokyo sono state caratterizzate da un leggero ma costante aumento dello stato di forma. Prima ha piazzato un non troppo esaltante 10’’30 a Ginevra, poi scende a 10’’27 a Madrid, per poi sfidare i tre americani qualificati ai Trials, Simbine, De Grasse e vedersela anche con Macell Jacobs al meeting di Montecarlo per la tappa di Diamond League. Era una sorta di finale olimpica anticipata e Filippo Tortu non ha fatto male, correndo in 10’’17, suo primato stagionale e finendo settimo.

“Ho commesso degli errori, ma per Tokyo non mi arrendo”.

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Da quel momento Filippo Tortu si è dedicato esclusivamente all’allenamento e a crescere in condizione. Dopo la finale mondiale raggiunta, il suo grande obiettivo per queste Olimpiadi sarebbe quello di disputare ancora una volta la finale con i più grandi. È un sogno, ma con una grande condizione, senza commettere errori e con un po’ di fortuna può essere raggiunto. Se poi anche Jacobs raggiunge la finale, allora sarà una grande Italia in una delle gare più viste al mondo dell’intera Olimpiade. Non sarebbe male.

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