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Cosa è successo tra Jacobs e Tortu e perché Marcell è stato vittima di spionaggio

La spy story dell’atletica italiana del 2025: il fratello di Filippo Tortu avrebbe pagato una società per scoprire con metodi illeciti se Marcell Jacobs si dopasse. La procura federale della FIDAL ha aperto un fascicolo.
A cura di Vito Lamorte
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L'atletica italiana ha vissuto un inizio di 2025 molto particolare dopo la rivelazione della storia di spionaggio che ha coinvolto Marcell Jacobs e Filippo Tortu: il fratello di quest'ultimo, Giacomo Tortu, tra il 2020 e il 2021 avrebbe pagato un hacker per spiare la medaglia d'oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo. Proprio Jacobs, ospite a Belve di Francesca Fagnani, ha parlato di questa vicenda e si è espresso con termini molto duri: “Essere spiato dal fratello di Tortu mi ha sconvolto. Io l’avrei licenziato”.

Una vera e propria spy story a tinte azzurre in cui Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo, avrebbe chiesto alla società di investigazioni Equalize di ottenere informazioni su presunte irregolarità nelle analisi antidoping di Marcell Jacobs: in questa storia c'è stato anche l’intervento dell'hacker vicentino Gabriele Pegoraro, che non avrebbe trovato alcune irregolarità.

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Jacobs su Tortu e il caso spionaggio

Marcell Jacobs è ospite di Francesca Fagnani nella prima puntata di Belve 2025 di martedì 29 aprile e per la prima volta parla del caso del suo spionaggio che coinvolge Giacomo Tortu, fratello e manager di Filippo, ribadendo che è una vicenda che lo ha "sconvolto" e se dovesse emergere un coinvolgimento ha affermato che “sarebbe una bella batosta, personale e per tutta la squadra”. A quel punto la giornalista chiede a Jacobs se Tortu ha licenziato il fratello e la risposta è tagliente: “Non penso. È il fratello…Io l'avrei fatto”.

La medaglia d'oro nei 100 metri e nella 4×100 a Tokyo ha parlato anche del rapporto col padre: “A 12 anni la prima volta che ho visto mio padre non ho provato niente. Era uno sconosciuto. Prima delle Olimpiadi ho iniziato ad abbattere quel muro che avevo creato per ritrovare il rapporto con mio padre. È da lì che nasce il Marcell Jacobs che ha iniziato a vincere”. Alla domanda sulle difficoltà nel gestire l'assenza durante l'infanzia ha risposto così: "Da piccolo mentivo a me stesso e anche agli altri, facendo credere che mio padre fosse un super eroe che amavo e ammiravo. Però dentro di me soffrivo. Alle elementari vedevo i disegni dei miei compagni che avevano una famiglia e io invece disegnavo solo mia madre”.

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Il fratello di Tortu avrebbe pagato una società per scoprire se Jacobs si dopasse

A far emergere questa storia è stato il giornale Il Fatto Quotidiano, che giovedì 13 febbraio 202 ha pubblicato un articolo in cui sosteneva che Giacomo Tortu, fratello e manager del velocista italiano Filippo Tortu, avrebbe pagato una società di investigazione per spiare Marcell Jacobs, il vincitore dei 100 metri alle Olimpiadi del 2021. Il fratello di Tortu avrebbe incaricato la società di raccogliere informazioni su Jacobs accedendo alle sue analisi e ai suoi certificati del sangue, oltre a telefonate e messaggi, con l’unico obiettivo di trovare prove sull’uso di doping da parte di Jacobs.

La vicenda emerge nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal pm Francesco De Tommasi su accessi illeciti a banche dati istituzionali: in questo modo Giacomo Tortu avrebbe chiesto di ottenere tutto il materiale possibile tra Jacobs e il suo staff, composto dall’allenatore Paolo Camossi, il manager Marcello Magnani e il nutrizionista dell’epoca Giacomo Spazzini per avere delle prove. Il costo dell’operazione sarebbe stato di circa 10.000 euro.

La procura federale della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) ha aperto un fascicolo nei confronti di Giacomo Tortu dopo aver acquisito gli atti dell’inchiesta della Procura di Milano.

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Jacobs: "Credo a Filippo Tortu ma questa storia mi rattrista e mi preoccupa"

Filippo Tortu ha commentato con una nota stampa ("Ho appreso la notizia dagli organi di informazione. Confido che i fatti siano chiariti al più presto e che il mio nome non sia associato a eventi da cui sono totalmente estraneo") e successivamente in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha ribadito la sua totale estraneità al caso "Come ho già detto, di questa vicenda non so nulla. "È un periodo delicato, che però sto gestendo con tranquillità. Sono sereno. Ciò che più mi premeva era riuscire a parlare con Marcell. Mi ha detto cose che mi hanno fatto tanto piacere. Per me questo era molto importante. Quello che dicono gli altri non mi interessa. So che se le cose con la 4×100 non dovessero andare bene, qualcuno dirà che la colpa è attribuibile ad attriti emersi tra Jacobs e il sottoscritto, a un rapporto che si è incrinato. Non ci sarebbe nulla di più falso: il nostro rapporto, come ho detto, è più che buono".

I due sono stati protagonisti delle 4×100 a Tokyo 2020 e hanno un rapporto d'amicizia iniziato nel 2018 e che dura ormai da diversi anni.

Jacbos si espresse così sulla vicenda dopo il confronto con il compagno: "Personalmente credo a Filippo Tortu quando dice di essere estraneo alla vicenda che coinvolge il fratello Giacomo. Detto questo che qualcuno abbia potuto spiare i miei cellulari mi rattrista e mi preoccupa. E dal presidente della Fidal, Stefano Mei, mi sarei almeno aspettato solidarietà, in attesa che la Procura completi le indagini".

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