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Boxe, Mike Tyson: “A Las Vegas volevo uccidere Holyfield”

Sono passati sedici anni dal famoso morso di “Iron Mike”. Tyson torna a parlarne nella sua autobiografia in uscita in questi giorni negli Stati Uniti.
A cura di Alberto Pucci
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La rabbia di Mike Tyson, quella che lo portò a compiere uno dei gesti più clamorosi della storia della boxe mondiale, torna a galla tra le righe della sua autobiografia ufficiale "Undisputed Truth: My Autobiography". L'ex pugile di Catskill, racconta nel dettaglio ciò che gli passò per la testa nella famosa notte del giugno 1977 quando, con un morso, staccò parte dell'orecchio ad Evander Holyfield: "Lo volevo uccidere. Chiunque fosse presente a bordo ring ha potuto vedere la mia rabbia cieca, ero furioso, ero come un soldato indisciplinato fuori controllo, così l'ho colpito alla testa". Un momento di follia pura che, l'americano, racconta a distanza di anni: "C'era gente che tentava di tenermi mentre Holyfield era rannicchiato a terra nel suo angolo, ho provato più volte a raggiungerlo. Avevo addosso 50 persone, ho cercato di liberarmi dagli agenti che mi bloccavano". Mike Tyson, che nel suo libro narra dei suoi problemi legati all'abuso di alcol e droghe che lo portarono a un passo dalla morte, giura di voler cambiare definitivamente vita: "Voglio vivere la mia vita in tranquillità, non voglio morire – ha spiegato a Espn "Iron Mike" – Sono stato vicino a morire a causa dell'alcol. Alle volte sono un cattivo ragazzo. Ho fatto un sacco di cose cattive nella vita. Voglio che vengano dimenticate così come voglio esser dimenticato io. Adesso il mio obiettivo è cambiar vita e vivere una esistenza completamente diversa".

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