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Pietro Sermonti e Un Medico in Famiglia: “Volevo dimostrare quanto fosse brutto, ma ero solo snob”

L’attore si racconta nel podcast Tintoria e spiega il suo rapporto complesso con l’esperienza di Un Medico in Famiglia: “All’inizio volevo combatterlo dall’interno, ci ho messo un po’ a capire non avesse senso”. Sul suo ruolo in Boris: “È stata una svolta perché io mi sono potuto prendere in giro”.
A cura di Andrea Parrella
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Sono trascorsi 25 anni dalla prima stagione di Un Medico in Famiglia. Una fiction che ha fatto scuola in Italia, confermandosi uno dei prodotti più seguiti e amati della storia Rai. Tra i volti principali del cast corale c'era Guido Zanin, il medico interpretato da Pietro Sermonti che di fatto subentrava a Giulio Scarpati nella terza stagione. Un ruolo di cui Sermonti ha parlato durante un'ospitata nel podcast Tintoria. Tra i temi toccati, proprio la fiction che lo ha reso celebre in tutta Italia: "La mia fortuna era di non conoscerla, ho avuto la fortuna di lavorare con grandi interpreti, c'era un giovanissimo Edoardo Leo, c'era Milena Vukotic che era già un mito".

Pietro Sermonti nel podcast Tintoria

L'attore ricorda cosa portò al suo provino per entrare nel progetto: "Scarpati non ce la faceva più, aveva fatto due serie di cui credo la prima girata in un anno e mezzo di seguito, anche perché si pensava inizialmente che dovesse andare in onda alle 6 del pomeriggio". Quindi aggiunge:

Mi proposero di fare un provino dicendo "guarda il tuo personaggio è simpatico". Leggendo le sceneggiature capii che per la Rai di allora essere simpatici significava fare tantissimi giochi di parole, che a me fanno venire una voglia di nuocere incredibile. Guido parlava coi suoi pazienti coi giochi di parole, seduceva coi giochi di parole. Dissi che non ero la persona giusta, ma per fortuna c'era un regista coraggioso con cui mi accordai di smussare un po' la cosa, sapevo cosa dovevo raccontare, il contesto, lo facevamo accadere. Dopo du settimane quelli della Rai vengono da me e mi dicono "questo tuo modo di recitare senza recitare funziona". È stata una grande scuola di improvvisazione, per fortuna la prima serie è andata bene e io ricevevo un sacco di lettere. Da imbecille mitomane mi convinsi di poter combattere il sistema da dentro.

"Volevo combattere il sistema dall'interno"

Un successo che Sermonti ha inizialmente vissuto con snobismo, come lui stesso racconta: "Mi dissi ‘ok, adesso io vi dico quanto è brutto questo medico in famiglia che guardate'. A tutte le persone che mi chiedevano un autografo, chiedevo un autografo di riflesso. Avevo uno scatolone enorme, pieno di autografi. Capii dopo poco che era una stupidaggine e che io ero proprio stronzo, nel senso che, al di là di quanto pensassi del racconto Medico in famiglia, se incontro una ragazza di Brindisi di 14 anni che si è emozionata tanto a vedere quella cosa, perché dovrei provare a spiegarle che è sbagliato? Sei una merda, mi dicevo. E soprattutto, a quel punto, non lo fare. Però ci ho messo un po' a capirlo e col tempo ho scoperto, per assurdo, che ci sono tante persone in questo paese che hanno scelto di fare medicina per quella fiction. Persone che al tempo erano adolescenti e oggi mi incontrano dicendo che fanno quel mestiere per colpa mia".

L'intreccio tra Un Medico in Famiglia e Boris

Lo scetticismo iniziale nei confronti di Guido Zanin dipendeva dalla sua formazione: "Non era il mio genere, io volevo fare il critico, ero un cinefilo snob, non avevo la televisione, non era una cosa che mi interessava, nemmeno la fotografia. Ma come palestra d'attore è stata eccezionale. Quella cosa un po' sprezzante di sputare nel piatto dove ho mangiato ho capito che non era giusta". Un ruolo, quello in Un Medico in Famiglia, che si intreccia, non solo concettualmente ma anche dal punto di vista temporale con quello di Stanis La Rochelle in Boris:

Firmai per le prime due stagioni, guadagnando pochissimo perché è così che funziona. Io dopo la prima manifestavo al mio agente un po' di riluttanza, mi fecero capire che c'era una penale e che avrei dovuto fare anche la seconda. Dopo la seconda inizia il mondo di Boris che è stata una svolta perché io mi sono potuto prendere in giro, che è una cosa incredibile. Ma nonostante Boris, io sono tornato di nuovo a fare Un Medico in Famiglia, prendendomi tutti i soldi che non mi avevano dato. Siccome questa sesta stagione era andata bene, mi dissero che non potevo andarmene. Io a quel punto chiesi di morire definitivamente, perché se non muori prima o poi rispunti fuori. Pare che il mio personaggio sia morto in Africa, un po' à la Stanis.

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