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Opinioni

Glamorous su Netflix, la recensione: la vendetta di Samantha Jones su Carrie Bradshaw

Glamorous è una serie Netflix senza pretese. Più rainbow della milanese Porta Venezia, sarebbe solo un furto di tempo se non fosse per l’attrice Kim Cattral che, nei panni della divina imprenditrice Madolyn Addison, dona a Samantha Jones il futuro che ci saremmo aspettati per Carrie Bradshaw. Senza offendere il ricordo di Sex and the City.
A cura di Grazia Sambruna
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Nessuno può mettere Samantha Jones in un angolo. O comunque l’attrice che ha interpretato per gloriosissimi anni la donna in carriera più sfrontata e seducente di Sex and the City è tornata per riprendersi tutto ciò che è sempre stato suo. Ritroviamo Kim Cattrall in Glamorous, una nuova serie Netflix disponibile dal 22 giugno, ossia dalla vigilia dell’uscita su Sky e Now di And Just Like That 2, loffio sequel del cult originale.

Non può essere un caso che questi titoli siano sbucati fuori praticamente in contemporanea. Oppure sì. Ma bisogna tenere in considerazione alcune circostanze: Cattral non ha voluto prendere parte né al terzo film della “saga” Sex and the City (che poi, anche per questo, non è più stato fatto). E ha rifiutato pure l’intera operazione And Just Like That, comparendo soltanto nella seconda stagione per un breve cameo. Come a fare la carità. La prestigiosa testata Variety spiffera inoltre che, prima delle riprese, Cattral avesse posto delle condizioni precise: non incrociare mai, nemmeno da lontano, le ex colleghe di cast e lo showrunner Michael Patrick King. Dunque, com’è Glamorous? Innanzitutto, più che di una serie, si tratta di una meravigliosa vendetta. 

Una meravigliosa vendetta in cui Cattral interpreta, manco a dirlo, l’assoluta protagonista, Madolyn Addison. Outfit pazzeschi, ricorda molto da vicino la Miranda Priestly de Il Diavolo veste Prada, solo che è meno maligna. Fondatrice e boss di un’azienda che produce make up di lusso, ha un passato da  mannequin di fama planetaria e oggi perfino Michelle Obama le commenta i post Instagram. La divina Madolyn è, ça va sans dire, di grandissima ispirazione per il mondo intero come per chiunque le stia intorno, dai dipendenti ai corteggiatori che, naturalmente, non le mancano. In pratica, grazie a Glamorous “Samantha Jones” si è evoluta nella donna realmente influente e di successo, nell’icona che ci saremmo aspettati divenisse Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker).

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Glamorous, come serie, è bruttina assai. Dieci estenuanti episodi con più minutaggio che anima e che sembrano essere lì solo per ricordarci quanto sia eccezionale, metafisica, leggendaria Kim Cattral. Pardon, Madolyn Addison. L’attrice ha spiegato più volte le motivazioni per cui si fosse rifiutata di prendere parte ai vari sequel di Sex and the City: in sintesi, non voleva che Samantha Jones involvesse in vuota macchietta, eco lontanissima dei fasti del passato. A suo parere, le sceneggiature stavano andando proprio in quella sciagurata direzione e, con il senno di poi, ci ha visto lungo. La principale critica, tra le tante, mossa a And Just Like That, sia prima che seconda stagione, è proprio quella di aver reso monodimensionali Charlotte (Kristin Davis), Miranda (Cynthia Nixon) e perfino Carrie (Sarah Jessica Parker). Poi, loro sono in tre a contendersi l’interesse dei telespettatori, ancor più frazionato dai nuovi innesti nel cast. Kim Cattral, invece, è la regina del suo show. Show che nasce, cresce e corre con il preciso scopo di celebrare lei e lei soltanto. And just like that.

Non importa quanto la serie in sé sia fiacca e ambientata in un mondo così rainbow da fare sembrare il quartiere milanese di Porta Venezia un coacervo di omofobi all’ultima spiaggia. Marco Mejia, il ventenne con la passione per il make up che diventa assistente personale di Madolyn dovrebbe avere un ruolo centrale. Invece, risulta solo mero accessorio della vera protagonista. Un orpello come un altro per ricordare, ogni due minuti netti, quanto lei sia insuperabile sotto ogni aspetto. In effetti, l’unico motivo per seguire Glamorous sono proprio le scene in cui Cattral appare, regolarmente splendida e ai limiti dell’ultraterreno.

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Samantha Jones si è presa il futuro che sarebbe spettato a Carrie Bradshaw e, dopotutto, va bene così. Può esistere solo una regina e Kim Cattral lo è. Lo è per aver detto no a copioni che avrebbero leso il leggendario ricordo che tutti ancora conserviamo e adoriamo di Samantha Jones. Lo stesso non si può dire, purtroppo, di Sarah Jessica Parker e della "sua" Carrie Bradshaw. Glamorous è, in definitiva, ferocissima dimostrazione di carisma e anche gran sgambetto da manuale. Riconosciuto ciò, una sola stagione può bastare. Sentitamente ringraziamo.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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