
Educato, umile d'animo e d'origini, non avvezzo a parlare apertamente di ciò che sente ma, piuttosto, a dimostrarlo: prima di sedere sulla sedia rossa di Uomini e Donne, Gianmarco Steri aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori tronisti della storia recente del programma. Dopo un percorso praticamente perfetto da corteggiatore di Martina De Ioannon, il romano classe '96 non era stato scelto, spingendo Maria De Filippi a offrirgli l'opportunità di iniziare delle conoscenze tutte sue.
Il suo trono è partito con aspettative altissime: mai si erano proposte così tante pretendenti per un solo uomo. Al momento delle presentazioni in studio, le ragazze avevano solo pochi secondi per sperare di catturare la sua attenzione: l'altissimo numero di richieste era diventato un problema da gestire perfino per la redazione. Tutte volevano Gianmarco perché Gianmarco era l'anti-tronista: un bravo ragazzo che per lavoro faceva il barbiere e non sembrava essere in cerca di fama. Riservato, razionale e con la testa sulle spalle, desiderava una storia seria che potesse durare nel tempo. Era diverso. Così diverso da spingere la produzione a riservargli perfino la messa in onda della scelta in prima serata su Canale 5.
Secondo il parere di chi scrive, tuttavia, nella conoscenza con Cristina Ferrara e Nadia Di Diodato, a Steri sono mancati alcuni dei tratti distintivi che ne avevano decretato il successo da corteggiatore: l'umiltà, la semplicità e l'autenticità. Gianmarco sembra essersi adeguato a quel fastidioso prototipo del "malessere" che tanto siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni nello studio del dating-show. Come se far piangere le corteggiatrici fosse un valore aggiunto, un requisito necessario per poter dire di essere stato un uomo vero. A tratti fastidioso, il suo atteggiamento nei confronti delle due ragazze è parso in contraddizione con il modo in cui ci aveva abituati a vederlo. Senza dubbio, è stato il miglior corteggiatore di Uomini e Donne. Anche il peggior tronista, però.
