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Michela Ferrante: “Mi sono rovinata per un filler alle occhiaie. Ho perso la vista periferica, operata 7 volte”

Michela Ferrante racconta a La Volta Buona il suo calvario tra malattia e interventi estetici finiti male. Dopo la diagnosi di endometriosi, decise di ricorrere a un filler alle occhiaie: “Mi sono affidata a quello che pensavo fosse il più bravo, ma dopo sette operazioni mi ritrovo così”.
A cura di Sara Leombruno
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Michela Ferrante, modella da quando era ragazzina, ha raccontato a La volta buona uno dei momenti più bui della sua vita, quando a 41 anni si è trovata costretta a mettere in pausa la carriera a causa di problemi di salute gravissimi. "Ho tentato il suicidio per problemi molto gravi", ha confessato, tornando poi a riprendere in mano la propria vita. Tutto era cominciato con emorragie continue che l’avevano costretta a letto, fino a quando un intervento medico ha rivelato un’endometriosi di quarto livello. Per Michela sono seguiti mesi lunghi e difficili di isolamento forzato, tra dolore e impossibilità di lavorare.

Quando finalmente è tornata sulle passerelle, Ferrante ha deciso di ricorrere a un filler autogeno per migliorare il proprio aspetto: "Mi hanno preso il grasso dal fianco e iniettato sulle occhiaie". Ma qualcosa è andato storto: un’operazione transcongiuntivale successiva ha reciso alcuni nervi e le ha provocato la perdita della vista periferica. "Mi sono affidata a quello che pensavo fosse il più bravo. Sono stata a letto per 14 mesi per un problema grave e reale, e adesso che volevo tornare a lavoro, dopo sette operazioni, mi ritrovo così", ha raccontato, sottolineando come abbia dovuto rinunciare a molti contratti perché non era in grado di sostenere ritmi e impegni.

La modella ha anche ricordato il difficile rapporto con il proprio corpo fin da adolescente. Un fotografo famosissimo, quando aveva appena 18 anni, le disse senza mezzi termini: "Per me sei grassa. Io farei l’amore con un cumulo di ossa". Parole che, pur dette da un professionista del settore, hanno contribuito a costruire un legame complicato con il cibo e con l’immagine di sé. Oggi, Michela vuole trasformare la propria esperienza in un monito per chi, soprattutto tra le giovani donne, valuta interventi estetici: informarsi, capire cosa viene iniettato o fatto sul proprio corpo, e affrontare scelte del genere con consapevolezza.

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