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La legge usata per tagliare Report: “Una scusa per ridimensionare un prodotto scomodo”

Alla base dei tagli ad alcuni programmi di approfondimento Rai, tra cui Report, ci sarebbe un passaggio dell’ultima manovra finanziaria che impone alla Rai tagli del 2% ai costi esterni. Le voci da ambienti Rai: “Misura artatamente interpretata per tagliare anche programmi che danno fastidio”.
A cura di Andrea Parrella
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I possibili tagli a Report e Presadiretta, emersi da un retroscena delle scorse ore di Fanpage poi confermato da una nota dei consiglieri d'opposizione in Cda, stanno alimentando un clima polemico in Rai, a pochi giorni dalla presentazione dei palinsesti per la prossima stagione, prevista per il 27 giugno. Il piano per i palinsesti è stato anticipato al Consiglio d'amministrazione nella giornata del 19 giugno e conterrebbe dei tagli ai due programmi d'inchiesta di Rai3: quattro puntate in meno per Report, due per Presadiretta. I tagli in realta riguardano anche altri programmi, tra cui Lo Stato delle Cose che perderebbe sette puntate, FarWest sei appuntamento e Petrolio verrebbe spostato al pomeriggio.

Come nasce il taglio di Report, Presadiretta e altri programmi Rai

Le ragioni dei tagli a Report e del ridimensionamento di alcuni programmi del genere Approfondimenti diretto da Paolo Corsini, sarebbero riconducibili ad un passaggio dell'ultima finanziaria, che riguarda il taglio del 2% previsto sui costi esterni. Come apprendiamo da fonti Rai: "si tratta di una misura artatamente interpretata per tagliare il prodotto scomodo". E aggiunge: "È tutta una scusa, tagliare i costi esterni non vuol dire andare a tagliare un prodotto che funziona come può esserlo Report. Si può intervenire sui costi inutili, programmi che non rendono, i compensi di artisti e talent che vengono pagati 2 milioni di euro e che potrebbero essere decurtati". 

Cosa dice la manovra finanziaria sui tagli alla Rai

La manovra finanziaria 2025 dispone al comma 861 "Contributo alla finanza pubblica da parte di società pubbliche" che la Rai "promuova l’adozione di misure di razionalizzazione dei costi per consulenze esterne: per il 2025, mantenendo tali costi ad un livello non superiore a quello conseguito nell’anno 2023, con esclusione dei costi per consulenze relative a operazioni di carattere strategico; per il 2026, realizzando, in relazione ai medesimi costi, una riduzione pari almeno al 2 per cento rispetto al corrispondente ammontare sostenuto nella media del triennio 2021-2023". In buona sostanza la manovra impone alla Rai una revisione dei costi esterni che in questo caso verrebbe adottata per ridimensionare, indistintamente, diversi titoli Rai. Tocca capire, tuttavia, se l'applicazione di questo criterio indistintamente non rischi di penalizzare programmi che oltre a rappresentare un costo sono garanzia di introito, ad esempio lo stesso Report che vanta ascolti importanti nell'affollatissima domenica sera. Tagli che, insomma, i vertici dovrebbero giustificare nel dettaglio per evitare di "procurare un danno erariale alla Rai", come sottolineano da ambienti Rai. Non è chiaro se sia proprio questa la motivazione che supporterà i tagli in questione, che per altro vanno confermati entro la prossima settimana, precisamente il 26 giugno, con la presa d'atto formale in calendario.

Le parole di Ranucci sui possibili tagli

Arriva intanto il commento di Sigfrido Ranucci alle indiscrezioni in merito a possibili tagli a Report per la prossima stagione. Ad Adnkronos il conduttore spiega: "Se fossero confermati i tagli a ‘Report' sarebbe l'ennesima dimostrazione di disprezzo nei confronti di una squadra che non solo è stata virtuosa nella gestione delle risorse pubbliche, ma ha sempre ottenuto altissima la qualità, vincendo e tenendo botta in contesti competitivi molto forti". Così Ranucci commenta le indiscrezioni sulla possibile riduzione del numero di puntate per i programmi di approfondimento di Rai3. Il giornalista sottolinea l'impegno della sua redazione: "Una squadra che non si è mai fermata, né durante il Covid, né in ambienti di guerra, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri cari". E sottolinea: "Da quello che leggo tra le righe della nota dei consiglieri Rai, Di Majo e Natale, questi tagli sarebbero funzionali a garantire i contratti messi in atto in questi anni per trasmissioni che, invece, si sono rivelate disastrose con dispendio di risorse pubbliche". I tagli, ribadisce Ranucci, "non sarebbero quindi rispettosi del pubblico che sceglie di guardare ‘Report' e non i programmi che si sono rivelati disastrosi di conduttori con contratti garantiti". In sintesi, "dovrei tagliare 12.000 euro su 40.000 euro lordi l'anno a una squadra di professionisti che comprende anche persone incinte, malate e con familiari disoccupati. Questa è una gestione lontana dalla Rai che ho sempre sognato e conosciuto in questi 30 anni di storia".

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