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Jovanotti: “Da bambino ho rischiato di morire, non sapevano cosa avessi. Devo la vita ai medici”

Jovanotti si racconta ad Alberto Angela nella prima puntata di Noos. Il cantante ripercorre la sua vita, tornando al rapporto con la sanità e raccontando di aver rischiato di morire quando era bambino: “Avrei fatto parte di quelle percentuali di mortalità infantile che sono ancora molto alte nel mondo”.
A cura di Andrea Parrella
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Jovanotti si racconta ad Alberto Angela per la prima puntata di Noos. Dal suo amore per i viaggi, le lunghe traversate in bicicletta, il rapporto con la natura, il cantante ha parlato di molti aspetti della sua vita ad Angela, soffermandosi anche sul rapporto con la medicina e rivelando un dettaglio della sua infanzia non ancora noto: "Devo la mia vita ai medici. A due anni mi sono ammalato e avrei fatto parte di quelle percentuali di mortalità infantile che sono ancora molto alte nel mondo".

Alberto Angela quindi gli ha chiesto di raccontare meglio così di cosa si sia trattato: "Era un'enterite acuta molto forte, non capivano cosa fosse, io stavo spegnendomi, non assimilavo il cibo, avevo una febbre altissima. Mio padre mi portò al Bambin Gesù e il medico mi mise in una vaca di acqua fredda perché avevo la febbre a 40. Restai in ospedale per due mesi e mi salvarono. Poi dopo un po' un medico mi disse che sarei stato benissimo ‘con quelle ginocchia lì'".

Jovanotti quindi torna anche agli altri momenti della sua vita in cui ha avuto a che fare con la sanità pubblica italiana, elogiando il sistema: "Ogni volta che ho avuto a che fare con la sanità pubblica ho sempre avuto esperienze eccezionali. È la mia esperienza, ovviamente, ma credo che il nostro sistema sanitario è una delle ricchezze del nostro paese". Tra i momenti complessi anche quello della malattia di sua figlia, Teresa, che ha dovuto affrontare le cure per un tumore:"Mia figlia è stata male, si è trovata ad attraversare un periodo di terapie difficili, ma abbiamo sempre trovato assistenza. Ho sempre guardato anche come si comportavano con gli altri, avrei potuto pensare fosse una maggiore attenzione solo per la presenza del cantante famoso, ma poi spiavo anche nelle altre camere e mi rendevo conto che la cosa si estendeva a chiunque".

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