
"Accendo la tv e vedo ancora una donna, nuda, che gira le letterine" è il commento che Claudia Gerini protagonista della nuova puntata di Tintoria, il podcast condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone, ha fatto paragonando i suoi inizi nel mondo dello spettacolo a ciò che si vede oggi in televisione. Parole che non si discostano da considerazioni che in questi anni sono state fatte attorno alla figura della valletta, del personaggio femminile che ha il compito di accompagnare il conduttore, ma che di fatto trovano ancora riscontro nella tv odierna, in cui i programmi sono diventati un ibrido tra nuovi e vecchi format, dove però alcuni retaggi sono duri a morire.
La questione ruota sempre attorno all'oggettificazione del corpo femminile, messo in mostra per attrarre, spogliato per catalizzare l'attenzione di un pubblico assuefatto alla nudità o simil tale, ma mai davvero fino in fondo. La donna di spettacolo, soprattutto nel ruolo di valletta, è un gancio al passato, agli anni in cui le presenze femminee sul piccolo schermo, fatta eccezione per conduttrici e attrici, non facevano altro che portare buste, girare lettere, accennare balletti, lanciare sorrisi e, magari, quando interrogate dire qualche parolina. Abitudini che, ad oggi, non sono sparite del tutto, anzi, le rivediamo in programmi tanto Rai quanto Mediaset, con le professoresse dell'Eredità che leggono e informano il pubblico con nozioni su svariate tematiche affrontate in puntata, oppure su Canale 5 alla Ruota della Fortuna c'è Samira Lui dalla battuta pronta, sveglia e scattante che mette un po' di brio alla messa in onda, ma che di fatto non gira nemmeno più le letterine come facevano ai tempi Antonella Elia o Miriana Trevisan. Eppure, da quando sono stati pensati questi programmi, l'andamento è sempre stato questo. Cosa sarebbe mai dovuto cambiare allora? Come modificare il ruolo della valletta qualora ci sia bisogno di avere questa figura in uno show?
Semplicemente eliminandolo, potrebbe pensare qualcuno, Claudia Gerini ha suggerito "Mettiamoci un maschio", ma neanche in quel caso sarebbe giusto, perché l'obiettivo dovrebbe essere quello di non sessualizzare alcun corpo, sia esso maschile o femminile, nel non ridurre a semplice orpello un individuo chiamato a svolgere un ruolo all'interno di un programma televisivo. Ma qui si apre una questione culturale, molto più che legata al mezzo, è un messaggio che dovrebbe essere sedimentato in ogni spettatore, anzi in ogni cittadino, ma sul tema c'è ancora molta strada da fare, considerando che la sindaca di Genova, Silvia Salis, ha dovuto rimarcare il concetto che c'è un problema di "ipersessualizzazione" visto il tenore dei commenti sotto ad ogni suo post. E non è una soubrette.
Per cui, tornando al piccolo schermo, la questione reale non è tanto che esista ancora il ruolo di valletta, che comunque rappresenta tutt'oggi un modo di stare in televisione, di fare gavetta, di essere visti e magari di lasciare che nuove possibilità di carriera si aprano -d'altra parte un personaggio come Drusilla Foer, rivendicava il suo essere valletta a Sanremo, e anche questa ipotesi non è da sottovalutare- quanto il fatto che non ci sia capacità di reinventarsi da parte di chi la televisione la pensa, la scrive e la fa.
La prima volta in cui è andata in onda La Ruota della Fortuna era il 1987, circa 40 anni fa, a distanza di quattro decenni è possibile che non si sia trovato il modo di sostituire la figura della valletta, che non siano state pensate nuove professionalità, presenze che possano arricchire uno show? A quanto pare no, non si riesce a staccarsi da quell'impostazione obsoleta, sempre uguale a sé stessa, che piace perché gli ascolti lo dimostrano, ma che di fatto non apporta nessuna innovazione alla tv, che ormai sembra ancorarsi al passato perché ogni nuovo esperimento c'è il rischio che possa fallire e non si può non tenerne conto. Eppure, basterebbe adeguarsi ai tempi, magari, se non si ha la voglia e la spinta di rivoluzionare un format che funziona. Ma forse in tv sono diventati troppo pigri anche per solo per pensare.