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Paolo Kessisoglu racconta la morte dei genitori: “In pochi mesi ho perso entrambi”

L’attore racconta via social quanto vissuto negli ultimi mesi, durante i quali ha perso entrambi i genitori. Da settimane li sta rivivendo attraverso lettere e foto: “A chiunque, che figlio può ancora essere, dico di non dimenticarsi che i genitori sono prima di tutto uomini”.
A cura di Andrea Parrella
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La perdita di entrambi i genitori a distanza di pochi mesi e la riscoperta di entrambi tramite lettere e reperti vari. Paolo Kessisoglu racconta attraverso i social il momento particolare che sta vivendo, ripercorrendo gli ultimi mesi difficili, legati proprio alla perdita di Graziella e Pietro, scomparsi a pochi mesi di distanza. Con un post pubblicato su Instagram, l'attore mostra una delle foto ritrovate che immortala i genitori in un momento di affetto e vicinanza e scrive:

Questi sono i miei genitori. A pochi mesi l’uno dall’altro mi hanno salutato. Ho passato più o meno 150 giorni a smaltire e catalogare (grazie di avermi donato una sorella con cui condividere l’esperienza) tutto quello che c’era, tutto ciò che rimaneva di una vita, anzi due. Succedono cose strane quando dietro di te non hai più un muro dove appoggiarti. Mi sono accorto che la mia attenzione in corso d’opera andava maggiormente a foto e documenti che riguardavano la loro vita di persone, non di genitori.

Quindi Kessisoglu guarda ad un aspetto inatteso di questa esperienza, ovvero la riscoperta di due persone da un punto di vista differente che non è quello di figlio: "Ho trovato centinaia di lettere d’amore inviate dalla caserma dove papà faceva il servizio di leva (perdonami papà se non ho resistito dal leggerne qualche stralcio), fotografie da fidanzati, documentazioni di viaggi. Ho scoperto un lato sconosciuto, infinite dolcezze, sogni sconosciuti, passioni che il tempo ed il ruolo di educatori avevano sfumato. Ho sentito rifiorire in me una stima rinnovata e un immenso senso di gratitudine a coloro che mi hanno dato una vita e fornito un esempio".

L'ultimo consiglio è infine rivolto a chi può ancora godere della condizione di figlio, per approfittare della possibilità di osservare i propri genitori da una diversa angolazione:

A me figlio, ruolo che ahimè non posso più esercitare, dico che mi sarebbe piaciuto tanto conoscere molto di più di quelle due persone, dei loro sogni, aspettative, rinunce e passioni che forse non ho mai colto. A chiunque, che figlio può ancora essere, dico di non dimenticarsi che i genitori sono prima di tutto uomini.
Grazie a mamma e papà, grazie a Graziella e Pietro.

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