Mistero sull’eredità di Pippo Baudo, gli eredi non hanno accettato: “La stima è di 10 milioni, troppo poco”

Attorno all'eredità di Pippo Baudo aleggia un mistero. Sebbene il testamento sia stato aperto lo scorso 9 settembre, sotto la supervisione del notaio Renato Carraffa, pare che gli eredi non abbiano ancora accettato e il tutto perché si starebbe ancora valutando l'ammontare complessivo del patrimonio del conduttore, che ammonterebbe a 10 milioni di euro che, però, sarebbero stati giudicati troppo pochi, rispetto alla sua carriera e ai possedimenti sparsi tra Sicilia e Lazio.
I dubbi circa l'eredità e la mancata accettazione degli eredi
Secondo Il Fatto Quotidiano, quindi, né Tiziana la figlia nata dal primo matrimonio con Angela Lippi, nel 1970, e nemmeno Alessandro il figlio nato nel 1962 dalla relazione con Mirella Adinolfi, ma riconosciuto solo nel 1996, avrebbero accettato quanto si legge nel testamento. A loro si aggiunge anche Dina Minna, la storica assistente del conduttore, che al momento starebbe anche lei in fase di attesa.
Pare che i ritardi nella conclusione della procedura dipendano dalla stima del patrimonio di Pippo Baudo, che ammonterebbe ad almeno 10 milioni di euro che, però, sembra non siano corrispondenti ai compensi di una carriera lunghissima in cui non sono mancati guadagni più che milionari, considerando solo le 13 edizioni di Sanremo che, comunque, rappresentano uno dei punti più alti nel percorso professionale di un presentatore Rai, anche in termini di compenso. A questo, poi, si aggiungono anche terreni e immobili presenti nel Lazio e in Sicilia, terra natia di Baudo, alla quale è sempre rimasto legato.
Negli anni, soprattutto alcuni possedimenti, sono stati venduti, ragion per cui il valore immobiliare che il sito Open ha stimato fosse attorno ai sei milioni di euro, riconducibile solo agli ammobili, potrebbe anche essersi assottigliato. Sembrerebbe, quindi, che per timore manchi qualcosa nel patrimonio, gli eredi stiano aspettando una ulteriore stima, ma è comunque un mistero il perché il testamento a distanza di circa tre mesi dall'apertura non sia stato ancora archiviato.